|
|
Non è chiaro quale direzione prenderà l’Egitto. Sembra che la maggioranza sia favorevole a questi musulmani conservatori. Saranno loro ad esaudire le richieste della rivoluzione, per ottenere la giustizia sociale, o saranno solo un’altra parte di quel regime brutale che dobbiamo rovesciare a tutti i costi?
Una cosa è certa, la rivoluzione egiziana ha ancora molta strada da fare.
|
|
peacereporter.net - 12/12/2011 - Lo Yemen ha un nuovo governo, dopo che un mese fa il presidente Ali Abdullah Saleh aveva deciso di rinunciare ai suoi poteri a causa dell'intensificarsi delle proteste.
Il nuovo primo ministro sarà Mohamed Salem Basindwah, il cui governo avrà come priorità la fine delle violenze nel paese e garantire i servizi di base. Negli ultimi mesi, infatti, si sono verificate carenze di combustibili, pane, latte e altri generi alimentari di prima necessità. Inoltre, vari attacchi alla rete di oleodotti hanno causato danni per 8 miliardi di dollari, creando ulteriore instabilità. I vari ministeri verranno divisi tra i lealisti di Saleh e le opposizioni. Ai primi ne verranno assegnati 17, tra cui la difesa e gli affari esteri, mentre ai secondi gli altri 17, tra cui interni e finanze. Sul piano internazionale, Basindwah, nel suo primo viaggio, cercherà nei vicini dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti un aiuto per interrompere le carenze di acqua ed elettricità.
|
Mohamed Salem Basindwah
|
|
|
|
|
|
alarabiya.net - 27 novembre 2011 - I giovani in piazza Tharir chiedono che i militari facciano un passo indietro e propongono il nome di El Baradei per guidare la transizione alla democrazia. El Baradei, che ha incontrato ieri il capo del Consiglio Supremo delle Forze Armate che guida il paese, ha dichiarato di essere pronto a rinunciare all’idea di candidarsi alle elezioni presidenziali, se venisse ufficialmente richiesto di formare un governo di unità nazionale le sue dichiarazioni avvengono nel mezzo di sconvolgimenti politici e scontri con i militari che minacciano le elezioni politiche che dovrebbero tenersi domani lunedi 28 novembre. Le prime del dopo Mubarak.
|
|
Appello da piazza Tahrir
L’appello Disperato di Piazza Tahrir:
Difendi la Rivoluzione! Combattiamo Insieme!
|
|
|
aljazeera.net - 26 Oct 2011 - Hundreds of Yemeni women have set fire to traditional female veils in protest against the government's brutal crackdown on the country's popular uprising, as overnight clashes in the capital and another city killed 25 people, officials said. Women spread a black cloth across a main street in the capital Sanaa on Wednesday and threw their full-body veils, known as makrama, onto a pile, sprayed it with oil and set it ablaze. As the flames rose, women activists handed out leaflets appealing for help and protection. "This is a plea from the free women of Yemen; here we burn our makrama in front of the world to witness the bloody massacres carried by the tyrant [President Ali Abdullah] Saleh,'' the leaflets read.
alarabiya.net - 26 Oct 2011 - Wednesday’s protest, however, was not related to women’s rights or issues surrounding the Islamic veils - rather, the act of women burning their clothing is a symbolic Bedouin tribal gesture signifying an appeal for help to tribesmen, in this case to stop the attacks on the protesters.
|
|
|
|
|
|
Rupert Colville
|
|
|
|
peacereporter.net - 3 marzo 2011 - Nulla di fatto per la pace in Yemen. Dopo due settimane di trattative, l'inviato delle Nazioni Unite Jamal bin Amr ha fallito nel tentativo di ricucire un insanabile strappo tra il governo di San'a e il popolo yemenita. "La pazienza degli yemeniti è limitata - ha detto- e la responsabilità delle menzogne è della leadership yemenita, che deve portare lo Yemen verso una transizione pacifica dei poteri".
|
peacereporter.net - 30/09/2011 - Il presidente dello Yemen Ali Abdullah Saleh annuncia che non si dimetterà se sarà contentito ai suoi ex alleati, ora passati con l'opposizione, di partecipare alle elezioni per prendere il suo posto.
L'ha dichiarato in un'intervista a 'Time' e al 'Washington Post', nella quale mette anche in guardia dal rischio guerra civile nel Paese.
|
asianews.it - 30/09/2011 - Saleh si è rifiutato di firmare un accordo di transizione preparato dai Paesi del Golfo, in base al quale, in cambio dell’immunità, trasferirebbe i suoi poteri al vice presidente Abdrabuh Mansur Hadi. Il presidente deve affrontare, oltre a un forte movimento di opposizione democratica in piazza, l’ostilità di clan tribali molto potenti e la secessione di numerosi reparti dell’esercito.
|
|
|
alarabiya.net - 24/9/11 - Yemeni troops killed at least 17 people in an assault early on Saturday on the main opposition protest camp in the capital Sana’a. Soldiers launched the attack a little after midnight on Friday, hours after Saleh’s return. Troops opened fire with guns and also shelled Change Square, the focus of anti-government activity since it was first occupied by demonstrators in January.
|
ilmondodiannibale.it - 24 set 2011 - I Giovani della Rivoluzione considerano il ritorno di Alì Saleh la causa delle nuovi tensioni e sparatorie che hanno luogo nel paese. I giovani annunciano così che intensificheranno la protesta, ribadiscono che la rivoluzione non cesserà fino alla caduta del regime e invitano i cittadini a partecipare in massa alla manifestazione nazionale indetta con lo slogan non ambiguo, “processiamo Ali Saleh, il criminale”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Egypt has fired almost 600 top police officers as part of a clean up the discredited and widely unpopular police force. The decision, announced on Wednesday by Interior Minister Mansour el-Issawi, meets a key demand by protesters camping out at Cairo's central Tahrir Square. El-Issawi said that the move was the biggest reshuffle in the history of the Egyptian police force. The number expelled also includes officers who were already at retirement age. Of those leaving, 37 are specifically accused of being involved in the killing of protesters during the January 25 uprising that ousted Hosni Mubarak, Egypt's former president, from power. Among those dismissed were 505 major-generals and 82 brigadiers, Egyptian state television reported. The protesters want the police force to be purged of Mubarak loyalists and officers involved in the killing of nearly 900 protesters during the January 25 crackdown.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
As President Obama vows 'We will not relent until the shadow of tyranny is lifted', The Independent has obtained a copy of a letter from the country's Prime Minister, Al-Baghdadi al-Mahmoudi, where he offers Nato a ceasefire, amnesty for rebels, reconciliation, constitutional government and an exit strategy. Extract from the letter "We propose that parliament will convene at an extraordinary session to appoint an executive committee which will manage the public affairs and foresee the ceasefire and propose a mechanism for a political dialogue... comprising representatives from all regions and civil society. A committee will be... mandated with drafting a constitution to the Libyan people for adoption which will define the political system in Libya. A process of reconciliation will be initiated which will include amnesty and compensation to all victims of the conflict. We are ready to talk to help mediate a ceasefire and to initiate discussions on the future form of constitutional government... Let us create a road-map to the future. What has occurred in Libya is part of a wider series of events throughout the Arab world. We understand this. We are ready and we know what is required of us."
|
|
|
|
|
|
Yemen: disperse con violenza manifestazioni contro il regime (video)
|
11/05/2011 - Sanaa - Almeno dieci persone sono morte nella notte a Sanaa in scontri fra dimostranti e forze di polizia La notizia viene da fonti mediche locali. Scontri violenti sono avvenuti tutta la giornata di ieri in varie città del Paese: il conto delle vittime, fino alla sera, era di 9 morti e di decine di feriti. A Sanaa le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco su una folla di decine di migliaia di manifestanti che marciavano verso il palazzo del governo. In quel singolo scontro almeno sei persone sono morte, e un centinaio ferite.
|
|
|
Yemen, folla in piazza pro e contro Saleh
|
|
The South African Government Statement on Developments in Libya |
|
Yemen
Almeno nove sono stati uccisi oggi a Sanaa quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere i manifestanti. E' comunque attesa per domenica la firma dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo sull'accordo in base al quale il presidente Ali Abdullah Saleh dovrà lasciare il potere entro 30 giorni, al termine dei quali la presidenza verrà assunta ad interim dal suo vice.
|
Misurata
La situazione umanitaria nella città di Misurata è vicina al collasso. Per questo l’Unione europea chiede “a tutte le parti” coinvolte nel conflitto di “permettere la ripresa delle operazioni umanitarie”, ponendo “fine d’urgenza” ai bombardamenti “nelle aree della città in cui i civili cercano protezione”. “Siamo pronti a fare di più, ma perchè il nostro aiuto abbia senso è fondamentale l’accesso alle persone che ne hanno bisogno”.
|
|
|
Circa tremila persone si sono radunate oggi a Salalah, dando vita ad una delle manifestazioni di protesta più grandi svoltesi nell'Oman. La città portuale, situata nel Sud del Sultanato, è stata invasa da una popolazione assetata di democrazia, che chiede riforme liberali e le dimissioni dei funzionari governativi accusati di corruzione. Alle proteste si è unito l'imam Hamer Hargan, che invece di condurre la tradizionale preghiera del venerdì nella moschea, ha scelto di recitare il sermone nelle strade al fianco ai manifestanti. "Il popolo dell'Oman non ha paura di protestare fin quando non otterrà le riforme. Chiediamo il processo dei ministri accusati di aver sottratto fondi pubblici per anni", ha detto l'imam alla folla.
|
"Misurata è libera", le forze di Muammar Gheddafi stanno lasciando la città della Libia occidentale, dopo settimane di durissimi scontri. Lo ha annunciato un portavoce dei ribelli libici. Un soldato libico ferito e catturato dagli insorti a Misurata ha detto oggi che all'esercito è stato ordinato di ritirarsi dalla città assediata e bombardata da mesi dalle forze di Gheddafi. "Ci è stato detto di ritirarci. Ieri ci hanno detto di ritirarci", ha detto alla Reuters il soldato, Khaled Dorman, steso sul retro di un pick up dopo essere stato portato in un ospedale locale.
Ieri sera il viceministro degli Esteri libico Khaled Kaim ha dichiarato che le truppe governative, sotto pressione per i raid aerei della Nato, potrebbero ritirarsi da Misurata, circa 200 km a est di Tripoli, e lasciare alle tribù locali il compito di affrontare gli insorti e "porre fine, con le buone o con le cattive", al conflitto nella città ribelle.
|
|
Check Point Tripoli street Misurata
|
«A Misurata, città sotto assedio. Bombardamento indiscriminato da parte delle forze di Gheddafi. Nessun segno della Nato», ha scritto prima di morire Tim Hetherington, fotografo.
«Ciò che succede oggi a Misurata è una vera tragedia umana» lo ha detto il responsabile per le relazioni esterne del Consiglio nazionale libico (Cnt), Ali al-Issawi, nel corso di una conferenza stampa a Parigi. «Si tratta - ha aggiunto - di attacchi ciechi contro un popolo inerme che ha chiesto solo il cambiamento, la libertà e la democrazia» «Non ci può essere nessuna giustificazione morale o giuridica per difendere chi massacra il suo popolo»
|
|
|
|
Una poetessa del Bahrain nota per aver composto poemi contro il governo di Manama è stata uccisa dopo essere stata arrestata e violentata dalle forze governative. Si tratta di Ayat al-Ghermezi, 20 anni, che ha recitato le sue poesie contro il regime durante le proteste in piazza della Perla nella capitale. A metà aprile una telefonata anonima alla famiglia ha informato che Ayat era in coma in un ospedale militare, dove i dottori hanno confermato che Ayat era entrata in coma dopo essere stata stuprata più volte.
|
|
20 aprile Bahrein
Abdul-Hadi al-Khawaja, attivista sciita che si batte per il rispetto dei diritti umani in Bahrein, sarà processato oggi a Manama da un tribunale militare. Ha guidato la protesta della maggioranza sciita in Bahrain contro la minoranza sunnita che governa il Paese, ed è stato arrestato dopo un'irruzion nella sua abitazione, accusato di ''incitamento alla rivoluta''. Le forze dell’ordine del Bahrain sostenute dal governo saudita hanno distrutto varie moschee e luoghi di culto degli sciiti, in Bahrain. I giornalisti stranieri non possono entrare nel paese.
|
20 aprile Arabia Saudita
È in programma oggi, in Arabia Saudita, una manifestazione di protesta per contestare l'invio dell'esercito di Riad in Bahrain e per chiedere il rilascio di tutti i detenuti politici. L'evento è previsto nella città orientale di Qatif, dove già venerdì scorso centinaia di persone sono scese in piazza per contestare il dispiegamento militare in Bahrain. I manifestanti hanno chiesto anche la fine delle violazioni dei diritti umani nel regno saudita.
|
20 aprile Yemen
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso il suo sostegno all’iniziativa dei paesi del Golfo, che chiede al presidente dello Yemen Ali Abdullah Saleh di trasferire i suoi poteri al suo vice. A Sanaa intanto a seguito degli scontri tra l’esercito e i manifestanti , sono rimaste uccise 4 persone, i feriti sarebbero invece 300. I ministri degli esteri del Consiglio di cooperazione del Golfo si sono incontrati con una delegazione dell’opposizione che ha chiesto le dimissioni di Alì Saleh.
|
|
19 Apr 2011 The United Nations says it has been guaranteed humanitarian access to Misurata, while Britain says it will fund efforts to evacuate thousands of stranded migrant workers by boat from the besieged port city.
Al Jazeera's Jonah Hull managed to reach Misurata aboard an aid ship and found a city living under the threat of bombardment and with growing shortages of food, water, fuel and electricity. At least 20 people died while queuing for bread when Grad rockets rained down on them, our correspondent said. Many residents have taken refuge in mosques and schools. An Associated Press report said that one of the rebels carried fragments of rockets as he disembarked late on Monday.
"I brought this to show people what's going on there [in Misurata]. Somebody has to do something about it," 38-year-old Ali Milad, was quoted as saying.
'Fermare il massacro e garantire le cure alle vittime di Misurata'
|
http://it.peacereporter.net/ - 15/04/2011 - Bahrein: "Non rimarremo indifferenti"
"L'Iran potrebbe non rimanere indifferente riguardo la crisi in corso in Bahrein, che rischia di destabilizzare il Golfo Persico e avere effetti politici a livello mondiale", ha affermato il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi che, come riferisce il sito dell'emittente Press Tv, parla di metodi "inimmaginabili" cui fanno ricorso le autorità bahrenite, elencando rastrellamenti, rapimenti, demolizioni di moschee e licenziamenti. Fin dallo scoppio delle proteste, che hanno sinora causato circa 24 morti, Teheran ha espresso il suo totale appoggio ai manifestanti sciiti che lottano per rovesciare la minoranza al potere. L'Iran accusa l'Arabia Saudita di gravi ingerenze proprio allo scopo di proteggere i sunniti del Bahrein. Salehi ha inoltre lanciato un monito al consiglio di Sicurezza dell'Onu poiché, pur avendo svolto un ruolo determinante nelle crisi di altri Paesi arabi, sembra rimasto "indifferente davanti alla morte di numerosi civili bahreniti".
|
Doha, Qatar, 13 April 2011 Mr. Ban told the meeting of the International Contact Group on Libya “It is critical that the international community act in concert, that we speak with one voice, and that we continue to work in common cause on behalf of the Libyan people,”. “Under our worst-case scenario, as many as 3.6 million people could eventually require humanitarian assistance, clearly, we must mobilize all means at our disposal, including military, to get aid to those who need it.” Mr. Ban urged generous support for the $310 million flash appeal for Libya, which is so far only 39 per cent funded. “Libya will require our united efforts in peacemaking, peacebuilding and reconstruction once a ceasefire has been agreed,” he added, noting that early planning and preparation are necessary.
"Il raìs deve lasciare il potere, consentendo al popolo libico di determinare il proprio futuro". Si conclude con queste parole la riunione del Gruppo di contatto sulla Libia
http://it.peacereporter.net 12/04/2011
Il Cominato Nazionale Transitorio Libico dei ribelli, ha lanciato oggi un appello affinché "la comunità internazionale si assuma le proprie responsabilità, e si muova subito per impedire il massacro di uomini, donne e bambini". Il Cnt, inoltre, attraverso il suo portavoce Abdel Ghogha, chiede che "vengano assunte tutte le misure per implementare la risoluzione Onu 1973 per proteggere i civili, dichiarando Misurata una zona protetta dalla comunità internazionale, e assicurando l'arrivo in città degli aiuti umanitari".
|
|
|
|
|
|
Health Services Paralyzed: Bahrain’s Military Crackdown on Patients
An MSF Public Briefing Paper, April 2011
Repressione in Bahrain, Strage in Yemen
Venerdi’ di Manifestazioni in Siria, Bahrein, Yemen ed Egitto
|
http://www.unita.it
28 marzo 2011
L'ex presidente egiziano Hosni Mubarak e la sua famiglia sono stati posti in residenza sorvegliata, con il divieto di lasciare il paese. Lo dice il comunicato n.29 delle forze armate egiziane, nel quale si smentisce anche la notizia che Mubarak e famiglia abbiano lasciato l'Egitto per andare in Arabia saudita. La giunta ha anche annunciato che a settembre si terranno le elezioni parlamentari, le prime dopo decenni di legislatura di emergenza.
|
http://www.unita.it
12 aprile 2011
L'ex presidente egiziano posto in custodia cautelare per 15 giorni insieme con i figli Alaa e Gamal. Sono accusati di incitamento alla violenza contro i manifestanti durante la sommossa popolare dal 25 gennaio all'11 febbraio scorsi che ha portato alle dimissioni del padre. Quasi 800 persone sono morte durante le proteste. Moubarack avrebbe avuto un infarto durante l'interrogatorio, disposta la custodia in ospedale a Sharm.
|
11/04/2011 Il Cairo (AsiaNews) L’ascesa dei partiti islamici nella rivoluzione egiziana e i continui casi di applicazione della sharia nei villaggi fuori dal Cairo fanno paura ai cristiani, da mesi stanno tentando di emigrare verso Paesi con maggiore libertà religiosa. Secondo la Federazione egiziana per i diritti umani, oltre 70 persone a settimana chiedono informazioni su come lasciare il Paese.
|
01/04/2011 Egitto "Diamo al Supremo consiglio delle forze armate una settimana di tempo al massimo per ripulire le istituzioni del paese dagli uomini di Hosni Mubarak". Il giornale arabo 'al-Quds al-Arabi' riporta quanto annunciato dai giovani del movimento rivoluzionario '25 gennaio'. Il gruppo, che ieri ha fatto sapere di aver rinviato di una settimana la manifestazione prevista per oggi al Cairo, ha chiesto alla giunta militare al potere di destituire tutti i fedelissimi di Mubarak dai posti di responsabilità "altrimenti riprenderemo la nostra lotta". Il movimento giovanile ha anche chiesto "che venga subito processato il presidente deposto cosi come i suoi familiari e i vecchi gerarchi del regime". Il gruppo giovanile vuole in particolare vedere davanti alla sbarra l'ex segretario del partito di governo, Safwat Sharif, il presidente del parlamento Fathi Surur e il direttore dell'ufficio di Mubarak, Zakkaria Azami.
|
|
|
|
|
28 marzo 2011
Giordania: Si Ferma Dialogo Regime-Opposizione. Si è dimesso Munir Hamarneh, segretario generale del Partito comunista giordano, dal Comitato per il dialogo nazionale. La sanguinosa repressione di ieri delle manifestazioni per le riforme nella capitale Amman , costata la vita, di due manifestanti ha spinto Hamarneh a lasciare i negoziati con il governo istituiti due settimane fa per discutere di «reali e veloci riforme».«Ieri non ci sono stati scontri tra dimostranti e polizia ma un’azione repressiva decisa in precedenza, le autorità devono assumersi la responsabilità del massacro, continuare a far parte del Comitato servirebbe solo ad ingannare l’opinione pubblica», ha spiegato Hamarneh, con il dirigente comunista si sono dimessi Saeed Thiab, segretario generale del Partito di Unità popolare e altri 14 dei 23 membri del Comitato.
|
28 marzo 2011
Nel sermone del venerdì il grande imam della Mecca, ha criticato duramente le proteste degli ultimi mesi. “Stanno soffiando venti di tempesta sui Paesi arabi - ha detto lo sceicco Saleh Ben Mohamed Al-Taleb i manifestanti invocano la separazione della religione dallo Stato”, nelle dimostrazioni ha aggiunto si chiede che venga dato spazio “al multipartitismo e alle libertà non conformi alla sharia (la legge islamica, ndr), ciò non può che portare a un caos religioso e morale”. Lo sceicco ha chiesto ai leader arabi di non cedere di fronte a simili rivendicazioni e anzi di reagire con “fermezza”. L’imam ha poi messo in guardia dal rischio che si producano divisioni all’interno della società e dell’unità garantita dalla legge islamica, “coloro che si avventurano oltre questo limite ha ammonito dovranno essere bruciati”.
|
|
|
|
L'insorto che vuole liberare il territorio che presidia e il popolo disperato di chi attraversa deserti per approdare su spiagge e scogli europei non sono uomini eguali. I lager libici per migranti descritti così tante volte da inchieste e reportage, testimonianze dirette di violenze e torture, uccisioni, omicidi per abbandono nel deserto, tutto questo non ha provocato lo sdegno internazionale come ora accade. I motori dei jet si scaldano mentre scriviamo, la risposta tardiva della comunità internazionale è comunque arrivata, proprio quando - vero o falso che sia - i lealisti iniziavano a bombardare aeroporto e strade della città simbolo ribelle, Bengasi. Rimane quel sapore amaro dell'ineluttabilità di copioni già visti e del criminale gioco di finanza e potere che nutre le guerre. 19 marzo 2011 http://it.peacereporter.net/
|
|
21/03/2011
Yemen, il presidente yemenita Ali Abdallah Saleh ha licenziato oggi il governo, dopo quasi due mesi di proteste di piazza e il pesante bilancio di vittime di venerdì scorso, quando 52 persone sono state uccise da sostenitori del regime durante una nuova manifestazione di piazza. Il generale Ali Mohsen Al Ahmar, capo carismatico dell'esercito e fratellastro di Saleh, ha annunciato oggi alla stampa la sua defezione: "Sosteniamo e proteggiamo i giovani che protestano a piazza dell'università a Sana'a", ha dichiarato il comandante della prima divisione blindata dell'esercito yemenita, il primo ufficiale di tale grado a passare con l'opposizione dopo che nel gennaio scorso è cominciato il movimento di protesta contro il regime. Anche Nasir al-Jahuri, capo del 121esimo battaglione, Sadiq Ali Sahrhan, capo della difesa aerea del primo battaglione corazzato, si sono schierati a favore dei manifestanti, assieme ai propri uomini. Durante la prima parte della giornata si sono dimessi anche l'ambasciatore yemenita a Damasco, Abdel Wahab Tawaf, e il governatore di Aden, Ahmad al-Qaatabi. Nei giorni scorsi, avevano lasciato l'incarico gli ambasciatori yemeniti presso le Nazioni Unite, il Kuwait e il Libano assieme a diversi esponenti dell'esecutivo e del partito del Congresso, al governo del Paese.
|
21/03/2011
Tunisi celebra la festa nazionale dell’indipendenza dai francesi, che quest’anno ha un gusto più intenso, è intimamente legata alla rivoluzione del 14 gennaio. Quella che gli stranieri chiamano “dei gelsomini” e loro “della dignità”. Il governo provvisorio ha annunciato che il giorno della liberazione diventerà anch’esso una festività. Sfilate lungo Avenue Bourghiba, vecchie scritte contro Ben Ali mai cancellate, giovani con la bandiera sotto l’Opera. Una scritta in francese sul muro: la donna tunisina è libera e lo resterà. L’hotel Africa chiuso per uno sciopero dei dipendenti contro la proprietà. Le ville dei famigerati cognati del presidente sono sotto sequestro. Nelle strade si respira euforia mischiata ad incertezza. Preoccupazione per il futuro, compassione per i vicini più sfortunati, orgoglio identitario, desiderio di fare buon uso della libertà ritrovata. Questi sentimenti agitano i tunisini. Durante la prima fase della crisi, il mondo ne ha lodato la solidarietà e la capacità di accoglienza. Può darsi che i prossimi giorni mettano a dura prova i nervi e l’efficienza dei “buoni samaritani” della Tunisia.
|
21/03/2011
Egitto, con oltre il 77% delle preferenze gli egiziani hanno optato per modificare e non riscrivere la vecchia costituzione del 1951. La sharia resterà la base della legge egiziana e l’Egitto continuerà ad essere uno Stato islamico. Il risultato delude i giovani protagonisti della rivoluzione dei gelsomini, favorevoli al no, che speravano di dare un nuovo volto al Paese, con uguali diritti per tutti i cittadini senza distinzione di credo religioso. Con l’approvazione della riforma costituzionale saranno anticipate le elezioni parlamentari e presidenziali, previste invece per settembre. “I giovani protagonisti delle rivolte continua la fonte - non sono organizzati ad affrontare una campagna elettorale. Non hanno ancora un leader riconosciuto e sono senza un programma. I Fratelli musulmani e il National Democratic Party, il partito di Mubarak, sono invece gli unici partiti organizzati e ciò potrebbe favorire la loro vittoria”. Tuttavia, secondo la fonte a tutt’oggi è impossibile fare dei pronostici per il futuro e ora è necessario vedere quale sarà la reazione della popolazione. “L’alta affluenza alle urne sottolinea - e la presenza di oltre il 21% dei votanti favorevole al cambio radicale della costituzione rappresentano comunque un piccolo passo del Paese verso la democrazia”.
|
19 marzo 2011
Lo Yemen versa da decenni in un condizioni difficilissime: il 43% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e con un tasso di disoccupazione elevatissimo. È alfabetizzato soltanto il 50,2 % della popolazione e appena il 30% delle donne. La mortalità infantile è del 70 per mille. La speranza di vita è di 59 anni per gli uomini e di 63 anni per le donne. Oggi già si trova ad accogliere circa 200.000 rifugiati prevalentemente somali, un numero sempre crescente di migranti "economici" provenienti dall'Etiopia, circa 30.000 nel 2010, e gli effetti del conflitto tra Governo e tribù al nord (Al Houti) che dal 2009 ha provocato lo sfollamento di oltre 300.000 yemeniti da Sada'a che ancora oggi faticano a rientrare nel loro luogo di origine a causa della situazione ancora insicura. 'Si rischia nei prossimi giorni ancora un'escalation delle violenze e delle già forti tensioni esistenti, e le prospettive non sono positive anche per la riduzione delle riserve sia di petrolio che di acquà conclude Guarino da Sana'a.
|
19 marzo 2011
Migliaia di ersone si sono radunate a Daraa, una città della Syria meridionale, per piangere la scomparsaa di due persone uccise dalle forze di sicurezza, per aver chiamato alla rivoluzione nel paese. La polizia ha sigillato la città e lanciato lacrimogeni per diperdere la folla che si è dispersa dal funerale di Wissam Ayyash e Mahmoud al-Jawabra, due delle cinque persone uccise ieri, dalle sorze di sicurezza. Mazen Darwish, un’attivista di spicco della destra siryana, ha riportato che la polizia aveva chiuso la città, autorizzando la gente solo ad uscire, ma impedendone l’entrata. Altri attivisti testimoniano di dozzine di arresti. Questi ultimi scontri, fanno seguito alle proteste di venerdì scorso dove i dimostranti chiesero a gran voce più libertà politiche e la fine della corruzione in Sirya.
|
19 marzo 2011
Il re dell’Arabia Saudita si è rivolto oggi al popolo, per la prima volta dall’esplosione delle “rivolte dei gelsomini” nel mondo arabo. Re Abdullah ha promesso elargizioni di denaro in varie forme ai cittadini del regno. Ha ringraziato le forze di sicurezza per essere “le mani” della stabilità del Paese. Subito dopo di lui hanno preso la parola vari speaker, che hanno letto una serie di decreti reali, che comprendono un aumento del minimo salariale, donazioni in denaro ai pensionati, borse di studio mensili per gli studenti. Sono stati annunciati anche investimenti nel settore dell’edilizia popolare, e sussidi di disoccupazione. Re Abdullah, che ha 86 anni, ha deciso di fare questa rara apparizione dopo che si sono realizzate una serie di piccole dimostrazioni per le riforme, e che sono apparsi su Internet appelli e raccolte di firme. Anche se le proteste di piazza sono state di modesta entità, il timore che possano assumere un volume maggiore ha spinto il sovrano a prendere contromisure.
|
|
|
17 - 18 marzo 2011
Authorities in Bahrain have torn down the statue at the centre of Pearl roundabout in the capital, Manama, where pro-democracy protests were held for weeks. The concrete statue of six dhow sails holding up a pearl was demolished using drills and diggers on Friday. On Friday Sheikh Khaled bin Ahmed al-Khalifa, Bahrain's foreign minister, said the demolition of the statue was an effort to erase "bad memories". He reiterated Bahrain's commitment to talks with the opposition but said security was a priority, and that three or four Gulf states were sending troops and will remain in the city until order is restored.
|
17 - 18 marzo 2011
Polls have opened in Egypt for the country's constitutional referendum, the first vote following the overthrow last month of Hosni Mubarak. Voters will decide on a package of nine amendments, about half of which deal with the conduct of elections. One would make it easier for independent candidates to run for president; another would re-establish judicial oversight of elections. The amendments were drafted by an eight-man constitutional committee, which was appointed by the ruling military junta. They must be approved or rejected as a bloc.
|
17 - 18 marzo 2011
Reports from Libya say pro-government forces have entered the western outskirts of the opposition stronghold of Benghazi, with the city's south also believed to be under heavy bombardment. Al Jazeera's Tony Birtley, reporting from Benghazi, told of multiple explosions taking place and a fighter jet being shot down. Fresh fighting was also reported in the rebel-held towns of Misurata, near the capital Tripoli, and Ajdabiya, which lies close to Benghazi.
|
17 - 18 marzo 2011
In Arabia Saudita, invece, i rappresentanti dell'opposizione hanno indetto una 'marcia di un milione di persone' sfidando il bando sulle proteste di piazza. Anche ieri oltre quattromila manifestanti di Qatif, nell'est del Paese, hanno chiesto al governo riforme e il rilascio dei prigionieri politici. Oggi, invece, chiederanno al proprio esecutivo di ritarare le truppe dal Bahrein.
|
17 - 18 marzo 2011
Sana’a - La polizia yemenita ha sparato sulla folla che manifestava nella centralissima Piazza del cambiamento, nella capitale Sana'a, provocando oltre 40 morti e un centinaio di feriti. Centinaia di migliaia di manifestanti anti-governativi sono scesi nuovamente in piazza oggi, nel centro della capitale yemenita, per chiedere la caduta del regime del presidente Ali Abdallah Saleh.
|
17 - 18 marzo 2011
Una nuova rivolta, in Siria, si aggiunge alla "primavera delle libertà" nel mondo arabo. Ieri, nel venerdì data ricorrente dei raduni nelle piazze arabe, i siti Facebook hanno proclamato "il giorno della dignità". Centinaia di siriani sono scesi per le strade di diverse città: a Da'ara, nel Sud, a Tartous, lungo la costa, e a Homs, nell'Est, a Banyas poco distante dalla capitale dove un imam ha arringato dal balcone un migliaio di sostenitori.
|
|
|
In accordo con il capitolo settimo della Carta delle Nazioni Unite che prevede l’uso della forza laddove sia necessario, con dieci voti favorevoli, nessuno contrario e cinque astenuti, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato la Risoluzione 1973 che autorizza l'istituzione della No Fly Zone sui cieli della Libia e ogni misura adatta a protegere la popolazione libica, con esclusione dell'occupazione militare.
|
|
|
Siria: Ieri 15 marzo per il secondo giorno decine di persone hanno dimostrato contro il regime per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri politici, l’attuazione di riforme democratiche e la messa al bando della corruzione. Cantavano “Dio, Siria, la libertà, solo questo”, “pacificamente, senza violenza”, “dove siete, siriani?”, “il popolo siriano non puo’ essere sottomesso”. Attualmente, le carceri siriane ospitano migliaia di prigionieri politici e i maggiori gruppi di opposizione sono delegittimati. Il governo siriano annuncia di adottare le promesse riforme entro la fine del 2011, ma il malcontento aumenta.
|
Bahrain: Le autorità del Paese hanno deciso di introdurre nella capitale Manama il coprifuoco dalle 16.00 alle 04.00. “Per la vostra sicurezza vi invitiamo a non effettuare raduni”, con queste parole, inoltre, un ufficiale dell’esercito ha vietato ai cittadini di riunirsi in pubblico. L’annuncio arriva dopo che all’alba le forze dell’ordine hanno sgomberato l’accampamento dei manifestanti anti-governativi: centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa si sono scontrati con i dimostranti, accampati in piazza della Perla - nella capitale - da circa un mese. Almeno 6 persone morte e centinaia ferite.
|
Libya: Le forze rimaste fedeli a Muammar Gheddafi stanno marciando verso est, annichilendo la ribellione, tagliandole le via di comunicazione e intrappolandola in alcune città, come Misurata. Tra venerdì e domenica, le forze governative hanno ripreso possesso di Ras Lanuf e ora stanno spingendosi a est: La tattica è sempre la stessa: prima iniziano i bombardamenti dell’aviazione e poi arrivano le truppe. Al momento, il regime sarebbe tornato padrone di gran parte del Paese. Questo il risultato di una guerra lampo, iniziata cinque giorni fa.
|
|
|
www.nonviolenti.org Verona, 10 marzo 2011
Per una Alleanza Mediterranea... di Mao Valpiana
Anni fa, il re Hassan II aveva chiesto di fare entrare il Marocco nell’Unione Europea. All’epoca ci furono risate per questa boutade politica, ma forse sarebbe stato più saggio prendere sul serio questa domanda. Oggi, la distanza fra una sponda e l’altra del mare nostrum si è ingrandita, e appare difficile un riavvicinamento in tempi brevi. Ma sarebbe intelligente cominciare almeno ad immaginare una alleanza mediterranea, che garantirebbe a tutti i popoli di questo mare di vivere in una grande spazio geo-politico, economico, culturale e ambientale condiviso e soprattutto in una area di pace. Già oggi, migliaia e migliaia di migranti attraversano il mare da sud a nord, mentre pensionati europei volano da nord a sud per godersi la vecchiaia nel Maghreb. Ci sono dei movimenti della storia che nessuna becera politica xenofoba potrà mai arrestare. Sembra una utopia? Certo che lo è! Ma ricordiamoci che il Mediterraneo è la culla ancestrale di tante utopie che hanno cambiato il mondo.
|
|
Libia: Pacifisti Contro l’Ingerenza Armata Occidentale
di Marinella Correggia
Libia: rivolta popolare, guerra civile o aggressione militare?
Gregory Lalieu e Michel Collon intervistano Mohammed Hassan
La guerra inevitabile della NATO
di Fidel Castro Ruz
|
|
LEMONDE.FR 09.03.11 - 21h57
Le roi du Maroc, Mohammed VI, a annoncé une "réforme constitutionnelle globale", qui sera suivie d'un référendum, dans un discours à la nation prononcé mercredi 9 mars, le premier après les manifestations du 20 février au Maroc. "Nous avons décidé d'entreprendre une réforme constitutionnelle globale", a déclaré le souverain, soulignant son "engagement ferme à donner une forte impulsion à la dynamique réformatrice profonde (...) en cours". "Le projet de la nouvelle constitution" sera "soumis au référendum populaire" et entrera "en vigueur après son approbation", a précisé le souverain.
|
|
|
|
|
|
|
http://www.ntclibya.org/
The Interim Transitional National Council of The Libyan Republic
The council derives it legitimacy from the decisions of local councils set up by the revolutionary people of Libya on the 17th of February. These local councils facilitated a mechanism to manage daily life in the liberated cities and villages. The council consists of thirty one members representing the various cities of Libya from the east to the west and from the north to the south. The aim of the Transitional National Council is to steer Libya during the interim period that will come after its complete liberation. It will guide the country to free elections and the establishment of a constitution for Libya.
|
Libia, 07 Marzo 2011
peacereporter
Il leader libico Muammar Gheddafi starebbe trattando con il fronte ribelle un salvacondotto, qualora si decidesse a lasciare il potere. Lo riferisce il quotidiano arabo al Sharq-al Awsat, che cita fonti libiche "ben informate". Secondo queste ultime, ieri il Colonnello avrebbe inviato un suo delegato a Bengasi, presso il Consiglio nazionale dell'opposizione, per avere garanzie sulla sicurezza della sua persona e della sua famiglia, nel caso in cui decidesse di lasciare il Paese. Secondo quanto riferito dal quotidiano, se queste garanzie venissero concesse, ci potrebbe essere a breve l'annuncio di un passaggio di poteri dal governo tripolino al Consiglio nazionale, un organo che nelle ultime ore sembra diventato uno snodo centrale.
|
Ryadh, 07 Marzo 2011
AsiaNews
Il ministro dell’Interno ha annunciato alla televisione di Stato, che ogni forma di protesta e di marcia è proibita in Arabia saudita. E il 6 marzo il Consiglio presieduto dal mufti dell’Arabia saudita, ha affermato che “le dimostrazio-ni sono proibite, in questo Paese, e che il modo islamico di realizzare il bene comune è quello dell’offerta di consiglio. La riforma e il consiglio sono la via islamica per portare vantaggi ed evitare i danni, e questo non può avvenire tramite dichiarazioni minacciose e sediziose, in cui si raccolgono firme”. Il riferimento, oltre che agli appelli via Internet per manifestazioni fissate per l’11 e il 20 marzo, è alle richieste indirizzate a re Abdullah da intellettuali e attivisti dei diritti umani per modifiche sociali e costituzionali.
|
Muscat, 07 Marzo 2011
Nena News
Nuove proteste sabato in Oman, sultanato lungo la costa sud-orientale della penisola arabica. A Muscat, la capitale, dove regna da 40 anni, il leader del paese, Sultan Qaboos bin Said: in piazza per chiedere migliori salari, calo dei prezzi, abolizioni del sistema fiscale e soprattutto del sistema di corruzione che regna nel paese, ma senza che sia messo in discussione il ruolo del sultano. Alle manifes-tazioni, Qaboos ha risposto rimpiazzando tre cariche del governo, nonostante i manifestanti chiedano da giorni le dimissioni di tutti i ministri e che gli stessi siano sottoposti ad indagini per accertarne le attività illegali.
|
|