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17 marzo 2011

Bahrein: Arrestati i Leader dell’Opposizione

Dopo la strage compiuta nelle strade, la scure della repressione su abbatte sulle forze politiche di opposizione. Obama non va oltre un invito alla «moderazione» ai petromonarchi del Golfo che hanno inviato truppe a Manama.

Roma, 17 marzo 2011, Nena News (nella foto il segretario del partito di sinistra Waad, Ibrahim Sharif, arrestato la scorsa notte) – Come previsto, la monachia assoluta del re bahrenita di Hamad  al Khalifa, dopo aver schiacciato nel sangue la rivolta pro-democrazia e per l’uguaglianza che per un mese hanno attuato in Piazza della Perla decine di migliaia di cittadini (in gran parte sciiti), ha ordinato l’arresto dei principali esponenti delle forze di opposizione. Sei di loro sono stati arrestati la scorsa notte dalle forze di sicurezza. Lo riferiscono a Nena News fonti del Wefaq, il principale partito di opposizione sciita che nelle scorse settimane aveva ritirato i suoi 18 deputati dal Majles (Parlamento).

Fra gli arrestati ci sono i leader del partito radicale sciita Haq, Hassan Mushaima, del partito Wafa, Abdel Wahhab Hussein, e del partito di sinistra Waad, Ibrahim Sharif. Quest’ultimo è un sunnita che si batte per i diritti della maggioranza sciita, che la monarchia continua a negare, e per l’instaurazione di un sistema democratico. «Ho visto uomini con il volto coperto puntare le armi contro mio marito e portarlo via in pochi attimi», ha raccontato Farida Guhlam, la moglie di Sharif .Tutti gli arrestati avevano guidato le proteste di piazza dal 17 febbraio, giorno della strage di sette manifestanti compiuta dalle forze di polizia. Fonti mediche locali riferiscono che il bilancio della repressione è di almeno 15 dimostranti uccisi e di altre centinaia di feriti. Nelle ultime ore sono morti anche tre poliziotti, tutti, secondo i media del regime, investiti «intenzionalmente» da automobili con al volante attivisti della rivolta.

I medici dell'ospedale Salmaniya riferiscono di centinaia di feriti negli scontri degli ultimi giorni e di aver subito minacce ed intimidazioni da parte delle forze di polizia

A Manama oggi regna una forte tensione con le truppe (in maggioranza saudite) inviate lunedì in Bahrein dai paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) che presidiano le strade della città assieme alle forze di polizia locali. L’Iran, accusato dal re Hamad di essere dietro la protesta degli sciiti bahreniti, ha richiamato il suo ambasciatore a Manama per protestare contro la repressione di questi giorni e per l’invio da parte dell’Arabia Saudita di truppe a sostegno del regime di Manama.

Debole la reazione degli Stati Uniti, che in Bahrein hanno l’importante base navale della V Flotta. Il presidente Barack Obama, durante un colloquio telefonico con il re saudita Abdallah, ha raccomandato «la massima moderazione» ai regnanti nell’area del Golfo schierati a sostegno di re Hamad del Bahrein. Il Segretario di stato Hillary Clinton ha criticato lo spargimento di sangue a Manama e affermato che i leader del Ccg si sono incamminati su di «una cattiva strada». Washington però si guarda bene dall’adottare sanzioni contro la monarchia al Khalifa ritenuta, in ogni caso, un bastione contro «l’influenza iraniana» nel Golfo. Nena News

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