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18 settembre 2011

Sana'a, fuoco sulla protesta
uccisi 20 manifestanti, centinaia feriti

SANA'A - Almeno venti morti e oltre 500 feriti. Questo il bilancio di un'altra giornata di sangue che si è consumata a Sana'a, nello Yemen. L'opposizione ha inscenato una delle manifestazioni più imponenti degli ultimi mesi per chiedere la fine del regime di Ali Abdallah Saleh - attualmente in convalescenza in Arabia Saudita dopo un attentato subìto lo scorso giugno -  ma le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i dimostranti, usando gas lacrimogeni e idranti per disperdere decine di migliaia di persone riunite nella "piazza del Cambiamento", nel centro della capitale, dove i manifestanti sono accampati da mesi.

"E' il giorno peggiore che abbia visto, ci aspettiamo altre vittime", ha commentato Jamal al-Hamdani, medico, fra i primi a portare soccorso ai feriti. Molte persone sono state ricoverate per intossicazione da gas lacrimogeni e oltre venti sono in gravi condizioni. Testimoni hanno raccontato che alcune persone sono state calpestate nella ressa che si è creata in seguito all'intervento delle forze di sicurezza e al fuggi fuggi generale.

Il ministero della Difesa, con una nota pubblicata sul proprio sito internet, sostiene che i manifestanti hanno lanciato bombe incendiarie dando fuoco a un'auto della polizia. E addossa al partito di opposizione islamico, Islah, la responsabilità di aver aperto il fuoco sulla marcia di protesta.

Frustrati dalla tenacia di Saleh e dai falliti tentativi di farlo cadere, i manifestanti stanno cercando di aumentare le proteste

ormai entrate nell'ottavo mese. "Escalation, escalation", è stato lo slogan scandito dalla folla nelle strade tenute sotto stretto controllo dalle forze di sicurezza ma anche da uomini armati anti-Saleh che si sono autodefiniti difensori dei movimenti di protesta. "Il dolore e i proiettili non sono un problema - ha detto all'agenzia di stampa Reuters Radwan Qasem, 37 anni, uno dei manifestanti, con un piede fasciato - ciò di cui abbiamo bisogno è liberarci di questo regime. Potre andare avanti fino a quando non ci uccideranno tutti".

In mattinata, intensi bombardamenti hanno colpito un quartiere settentrionale di Sana'a, dove è situata la residenza di un influente capo tribale che ha partecipato alle contestazioni contro il regime. Altre imponenti manifestazioni contro il presidente si sono tenute a Taez, Ibb e Dhammar, tre città a sud della capitale, e a Saada, nel nord del Paese.

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