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21 ottobre 2011

Tunisia, speciale elezioni: un voto vale un pollo
di Angela Zurzolo

21 ottobre 2011 - A pochi giorni dalle elezioni in Tunisia, i giornali denunciano: i partiti cercano di comprare i voti, offrendo pollo e patatine ai cittadini. Le polemiche crescono dopo le dichiarazioni di Rached Ghannouchi, leader di An- Nahda, che ieri ha detto: "In caso di brogli, prenderemo la strada della rivolta e andremo in piazza insieme al popolo tunisino".

"Un messaggio di paura ed incertezza ai votanti", così sono state giudicate le affermazioni di Ghannouchi da Le Temps, che ha commentato: "La priorità, oggi, è quella di fare in modo che le prime elezioni libere siano un successo e creare possibilità di successo sulle quali l'intelligenza e il senso del dovere dei cittadini tunisini possano contare.

Prima di tutto, rassicurandoli riguardo la trasparenza delle elezioni e cercando di aumentare la loro fiducia nei confronti delle urne. Non è quindi un buon momento per parlare della probabilità di brogli elettorali, a pochi giorni dalle elezioni, quando sappiamo bene che la Commissione elettorale e gli osservatori nazionali ed internazionali ci stanno seguendo da vicino e non è più possibile sfruttare i vecchi metodi del passato".

Le cose non stanno così, invece, per Le Quotidien, secondo il quale la situazione in Tunisia, con frequenti casi di acquisto "diretto ed indiretto" del voto, sarebbe paragonabile a quella della Bulgaria, nella quale "la compravendita dei voti è un vero e proprio sport nazionale".

Senza entrare in merito agli autori di questi brogli, il giornale ha parlato di: "partiti ricchi" che "non hanno esitato a finanziare progetti sociali, fornendo aiuti alimentari, ai piu' bisognosi".

Cosce di pollo, patatine fritte e schede per telefoni cellulari regalate per 5 denari, sarebbero stati la merce di scambio per ottenere il favore alle urne dei cittadini.

Le affermazioni sono state riportate a Souad Triki, vice-presidente dell'Isie, (Instance supérieure indépendante pour les elections), che ha commentato: "Personalmente, dubito che ci saranno molti tentativi di frode o quello di votare due volte. Le carte d'identità verranno controllate e gli osservatori saranno presenti in tutti i seggi elettorali".

La Commissione, creata con il Decreto di legge n. 2011-27, ha sede a Tunisi, ma è presente con delle commissioni nelle circoscrizioni elettorali, nelle capitali dei governatorati e nelle sedi delle missioni diplomatiche.

Tra i suoi compiti, quello di garantire l'attuazione del decreto legge sulle elezioni dell'Assemblea nazionale costituente,  quello di garantire il diritto di voto a tutti i cittadini e in condizioni legali, di monitorare le campagne elettorali e lavorare per garantire la parità tra tutti i candidati, incoraggiare la partecipazione, pronunciarsi sui ricorsi - in casi ve ne siano- accreditare gli osservatori tunisini e quelli internazionali, che devono essere rappresentanti di associazioni e organizzazioni.

Il presidente dell'Isie è Kamel Jendoubi, con un curriculum all'insegna dell'attivismo: presidente del Réseau Euro-méditérrannéen pour la Défense des Droits de l'homme, fondatore della Fédération des Tunisien pour une citoyenneté des deux rives, e del Comité pour le Respect des Libertés et des Droits de l'homme Tunisie, membro dell'istituto del Cauro per gli studi e i diritti dell'uomo e della Fondazione euro-mediterranea, quest'uomo ha scontato diciassette anni di carcere per il suo impegno per i diritti degli immigrati e dell'uomo.

Sul sito internet dell'istituto, viene sottolineato come i media svolgano un ruolo importantissimo nel coinvolgimento degli elettori e nell' "incitare l'organismo elettorale all'efficacia e alla trasparenza". Proprio per questo, l'Isie chiede ai giornalisti "responsabilità, oggettività e professionalità" nel momento delle elezioni, al fine di contribuire alla "coesione nazionale".

Oggi, alle 15:00, la piu' alta Autorità indipendente per le elezioni terrà una conferenza stampa al Media center sito del Palazzo dei congressi a Tunisi, per presentare il rapporto "Mass media monitoring unit", che verificherà la qualità della copertura mediatica nella campagna elettorale tra il primo e il tredici ottobre.

Si deve attendere, però, per capire se gli sforzi per rendere queste elezioni trasparenti siano o meno stati efficaci.

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