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http://ilmondodiannibale.globalist.it La foto dello scandalo Ecco la foto dello scandalo. Al Cairo i poliziotti della giunta picchiano una donna. E ora la città è invasa da un corteo di protesta femminile. Accade tutto al Cairo. Una giovane viene aggredita dagli sgherri del feldmaresciallo Tantawi, la gettano per terra, le strappano gli indumenti, la spogliano, in modo che si veda il suo reggiseno azzurro, intanto uno alza un piede per colpirla, per scalciarla, come probabilmente ha già fatto in precedenza, come probabilmente farà ancora, dopo. Questa foto ha fatto il giro del mondo, per chissà quale miracolo non è stata confiscata, visto che il generale Emara, annunciando una ridicola inchiesta, ha detto che per "capirla" bisognerebbe guardarla nella più ampia fotografia di quel che stava accadendo. Ma questa fotografia non ha fatto soltanto il giro del mondo, ha fatto il giro anche del Cairo. E così in queste ore il centro cittadino e piazza Tahrir sono il teatro di una gigantesca manifestazione di donne che protestano contro gli abusi, le torture, le violazioni dei diiritti umani, da parte della giunta e dei suoi aguzzini. A proteggerle c'è un cordone di sicurezza fatto da uomini, da maschi egiziani che come loro chiedono diritti. Questo evento ha del clamoroso, è un evento gigantesco, che nessuno potrà né sminuire né ignorare. Sono musulmani quelli che fanno da cordone di sicurezza al corteo delle donne; ci saranno anche copti, va bene, ma molti di loro sono musulmani. Dunque sono musulmani che riconoscono che le protagoniste di questa protesta, di questa giornata, sono loro, le donne del Cairo, e le proteggono mentre esercitano questo loro diritto. Sono musulmane quelle che rivendicano il rispetto dei diritti umani, loro e di tutto l'Egitto. E' auspicabile che chi ha ceduto aI cantori dell'odio, dello scontro di civiltà, dell'incompatibilità dell'Islam con il rispetto dei diritti umani, abbia l'occasione di guardare, di leggere, e di prendere atto che dall'inizio dell'anno alcuni popoli stanno disperatamente cercando di alzarsi dal fango in cui i regimi, religiosi e laici, li hanno fatto sprofondare mezzo secolo fa. Hanno avuto paura per cinquant'anni, ora qualcosa si è rotto. Si è rotto in Egitto come in Siria, dove 5mila cittadini hanno avuto il coraggio di morire pur di non seguitare a vivere sotto gli Assad.
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