Al di là dei complotti, del nemico interno o esterno resta una domanda, chi darà la libertà, il lavoro e il pane al popolo siriano?

NOW SYRIA - December 26, 2011 - Lunedì mattina il fuoco di accerchiamento con mitragliatori di grosso calibro sul distretto sunnita di Baba Amro nel centro della città di Homs ha causato l’uccisione di 13 persone e dozzine di feriti. La situazione è spaventosa e il bombardamento è il più intenso degli ultimi tre giorni. Gli osservatori devono andare immediatamente nel distretto martire di Baba Amro per fermare il massacro ed incontrare il popolo syriano, così che possano testimoniare i crimini perpetrati dal regime. - Denunciano gli attivisti dei diritti umani sul campo.

repubblica.it - 23 dicembre 2011 - Choc e rabbia nella comunità degli attivisti anti-regime su Twitter per il duplice attentato. La maggior parte degli internauti ha accolto con sospetto l'annuncio della tv di Stato siriana secondo cui dietro gli attacchi ci sarebbe al Qaeda. L'emittente di regime, sottolineano gli attivisti, ha infatti indicato la matrice degli attentati solo pochi minuti dopo le esplosioni. "Alle 8.20 ci sono state le esplosioni. Pochi minuti dopo la tv governativa era in zona ed ha annunciato che gli attentati erano stati commessi da al Qaeda", ha scritto su Twitter l'utente 'Freedom_1st. Molti altri utenti sottolineano la particolare tempistica degli attacchi, avvenuti proprio nel giorno in cui dovrebbe avere inizio la missione degli osservatori della Lega Araba. La Lega Araba arriva oggi, ora avrà restrizioni a causa delle esplosioni di Damasco", ha osservato un altro attivista che espone sul suo account il logo 'Free Syria'.


Detained Syrian Blogger Razan Ghazzawi Released On Bail


I Palestinesi chiedono la Liberazione dei Detenuti in Syria e Sostengono la Rivoluzione Syriana
di Mary Rizzo


Palestinesi contro Bashar


Prima dell'arresto Razan disse ai suoi amici: - Se mi accadesse qualcosa sappiate che il regime non teme i detenuti, ma piuttosto coloro di voi che non li dimenticano. -

Siria: arrestata Razan Ghazzawi, femminista, compagna, rivoluzionaria


La Nato Sogna una Guerra Civile in Siria
di Pepe Escobar


Cresce la violenza in Siria: per l’Onu i morti sono cinquemila
Siria, opposizione a pezzi. Saggi in esilio. Disertori senza armi. Civili pronti alla guerra.
di Gea Scancarello

Questa l'ultima stima fornita dall'Alto commissario per i diritti umani, Navi Pillay, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La sanguinosa repressione della rivolta ad opera del regime di Bashar el Assad in Siria ha causato quasi 5mila vittime. Oltre 14mila sono le persone arrestate e 12.400 sono fuggite nei Paesi vicini. L'Alto Commissario per i Diritti Umani ha inoltre dichiarato ai giornalisti che "le torture e le condizioni detentive a cui sono stati costretti i civili sono da annoverare tra i crimini contro l'umanità", confermando di aver raccomandato ai membri del Consiglio di Sicurezza di riferire la situazione in Siria alla Corte penale Internazionale.

In Siria sangue sulle elezioni, l’esercito spara a Homs: diciotto civili morti di T. Guerrisi
Siria alle Urne Mentre nel Paese si Combatte
Le opposizioni chiedono il boicottaggio del voto per il rinnovo dei consiglio municipali e insistono con la campagna di disobbedienza civile. Continuano i combattimenti tra esercito e disertori. Decine di morti, tra soldati e civili, negli ultimi tre giorni

Syria le Eroine della Rivoluzione
Arriverà la guerra salva-tiranni?
di Riccardo Cristiano

repubblica.it - 09 dicembre 2011 - Sul sito del Centro di documentazione delle violazioni in Siria, legato ai Comitati, il bilancio aggiornato e dettagliato delle vittime, con indicazioni del luogo e della data della loro uccisione, è di 5.011 persone uccise, di cui 4099 civili e 910 tra militari e agenti dei servizi di sicurezza. Tra i civili figurano i nomi di 341 tra bambini e adolescenti, e quelli di 117 donne. Intanto, il Consiglio nazionale siriano (Cns), avverte: le forze della sicurezza siriana stanno preparando l'assalto finale a Homs, con l'obiettivo di compiere un vero e proprio "massacro".

Al Arabiya – 07 dicembre 2011 - Il Ministro della Difesa Russo ha annunciato che uno squadrone di navi da guerra è partito per il Mediterraneo, così come un funzionario egiziano ha dichiarato che un sottomarino nucleare statunitense ha attraversato il Canale di Suez diretto nel Mediterraneo. Queste notizie giungono due settimane dopo che la U.S. carrier George Bush ha attraversato il Canale di Suez , il 20 di novembre, diretta nel Mediterraneo.

repubblica.it - 06 dicembre 2011 - Alcune navi da guerra americane che fanno parte della flotta presente nel Mar Rosso hanno da poche ore attraversato lo stretto di Suez, in Egitto, in direzione della Siria. Lo riferisce il sito egiziano 'Youm7'. Secondo 'Youm7', la flotta navale statunitense, guidata dalla portaerei USS George HW Bush, la nave più avanzata nell'arsenale americano, è entrata nelle acque del Mediterraneo per dirigersi verso la Siria, dove si trovano in rada nel porto di Tartus tre navi da guerra russe.

repubblica.it  - 06 dicembre 2011 - Il segretario di Stato Usa incontra gli esuli siriani a Ginevra: "Il Paese deve diventare uno stato di diritto e garantire tutti i cittadini"

Associated Press - In Ottobre, Assad ha avvisato che il Medio Oriente potrebbe incendiarsi se l’occidente intervenisse in Syria.

peacereporter - 06/12/2011 - Oggi pomeriggio l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, ha diffuso la notizia di una sparatoria avvenuta al confine tra lo stato mediorientale e la Turchia. Lo scambio di colpi è avvenuto tra le guardie di confine siriane e un gruppo di 35 "terroristi armati" che tentavano di passare il confine.

Al Arabiya – 07 dicembre 2011 - Si leggono reports su di un grande numero di carri armati che si muovono da Maaret al-Numan in Idlib, verso il confine con la Turchia.

Ai vicini che le chiedono le ultime notizie da Tell Khalakh e il numero dei morti e dei feriti Umm Yusef risponde decisa: "Non parlate di feriti e di morti. Non c'e' nessuna distinzione. Chi e' ferito in Siria muore, perche' chi e' ferito in Siria non puo' recarsi negli ospedali perche' sara' ucciso perche' colpevole di aver partecipato alle manifestazioni o di essere un terrorista e tantomeno nessuno lo aiutera' a raggiungere l'ospedale perche' i soldati sparano a chiunque esca di casa". - 30/11/2011 - scritto per peacereporter.net da Noemi Deledda.

Rania, seduta su un divano, copre quel vestito nuovo che la madre le aveva regalato per l'Aid la fine del pellegrinaggio il mese scorso.

Il presidente della Commissione Indipendente di Inchiesta sulla Syria Paulo Pinhero ha detto ai reporters: - Membri dell’esercito syriano e delle forze di sicurezza hanno commesso crimini contro l’umanità reprimendo vaste fasce della popolazione civile nel contesto di manifestazioni pacifiche. … In accordo con le responsabilità dello stato rispetto alle leggi internazionali, la Repubblica Araba di Syria ha la responsabilità per questi crimini e violazioni, così come ha il dovere di assicurare che gli individui che li hanno perpetrati siano puniti e che le vittime ricevano indennizzi. -


States must act resolutely on UN report on Syria
In Siria crimini contro l’umanità
di Riccardo Cristiano

Damasco Sulla Via di Tripoli
di Michele Giorgio
Passo dopo passo si avvicina la possibilita' di un "intervento militare limitato" contro la Siria.

Syria: UN Committee Against Torture concerned about gross and widespread rights violations


Siria, Lega Araba chiede aiuto all'Onu
Missili, alba di guerra: Mosca si prepara a difendere la Siria
I piani contro Syria e Iran sono in preparazione (fin dall'estate)

Il popolo siriano, il vero eroe della rivoluzione
di Noemi Deledda
 
Siria, futuro incerto
di Christian Elia

Il “giorno più sanguinoso”: 70 morti, anche un ragazzo che si rifiuta di sfilare per Assad
maannews.ne - 15/11/2011 - More than 70 people were killed in violence across Syria on Monday, one of the bloodiest days since an anti-regime uprising began eight months ago. Most of the victims were killed in the southern flashpoint province of Daraa, the Observatory said in a statement received in Nicosia.

repubblica.it - 12/11/2011 - La Lega Araba ha deciso di sospendere Damasco come suo membro a partire dal 16 novembre fino a che il regime non fisserà dei termini per iniziative di pace. L'organizzazione chiederà anche a tutti gli Stati membri di ritirare il proprio ambasciatore a Damasco e al presidente Assad di porre immediatamente fine alle azioni violente del suo esercito contro i civili. L'annuncio ha provocato anche la reazione di sostenitori di Assad che hanno preso d'assalto rappresentanze diplomatiche di Francia e Turchia a Latikia e hano saccheggiato l'ambasciata saudita a Damasco.
http://www.youtube.com/watch?v=c-mACLbjCcI&feature=player_embedded#!
Video Caricato in data 07/nov/2011

alarabiya.net - Sat Nov 12 - Il novembre insanguinato della Syria: 250 uccisi in 11 giorni. - Chi oserebbe fare guerra all'Iran? Una guerra all'Iran o alla Syria non rimarebbe circoscritta all'Iran o alla Syria ma, come una valanga fagociterebbe l'intera regione - Avvisa Nasrallah.
Siria, voci da Homs
L’Ufficio dei Diritti Umani dell’ONU informa che: Mentre la repressione in Syria continua il numero delle vittime oltrepassa le 3.500 persone

Le promesse di Assad di Noemi Deledda
Siria, balbettio arabo
Siria, Road Map Contro Guerra Civile

Siria: Presto Nuova Costituzione Ma Si Rischia Guerra Civile
di M. Giannantina


Pillay urges united international action to protect Syrians


Tra il Corsera e la realtà
di Shady Hamadi

La Siria di Shady Hamadi

Siria: Meshal Tammo, un Leader Scomodo
di Mariam Giannantina

Il leader curdo aveva appoggiato dall’inizio le proteste contro il regime di Basha Assad ma aveva molti avversari anche tra la sua gente


liberation.fr - 5 octobre - Baudelaire: La Fontana di sangue – mi sembra perfino che il mio sangue coli a fiotti. Così come una fontana che singhiozza ritmicamente. Lo sento bene che cola con un lungo mormorio, mi tocco in silenzio per trovare la ferita. –
En Syrie, la répression franchit un nouveau cap
Par Jean-Pierre Perrin

ilmondodiannibale.it - il 5 ott 2011 - L’ironia della storia vuole che sia propria Iskanderun, la nosra Alessandretta, la città  che i siriani hanno considerato “occupata” dai turchi per tantissimi anni, ad ospitare le prime esercitazioni militari turche al confine con la Siria. SI protrarranno fino al 13 di questo mese. Proprio in quella zona si trovano 7500 siriani fuggiti dalle grinfie di Assad e dei suoi aguzzini. Al di là del confine invece comincia un territorio scosso da sei mesi di insurrezione, di lutti terribili, di bombardamenti…. E adesso di tensioni che potrebbero portare all’organizzazione di gruppi armati. No, non sono esercitazioni serene quelle che in queste ore cominciano nell’estremo sud della Turchia, a Iskanderun, sul confine con la Siria.


Siria, Livello Violenza Sempre Piu’ Alto
di Miriam Giannantina

alarabiya.net - Wed Oct 05, 2011 - Syria a trickle of desertions appears to have gathered pace in the last several weeks. Amnesty International meanwhile highlighted cases where Syrian activists had been attacked in other countries and called for stronger action against “Syrian embassies” behind such intimidation. The rights watchdog said it had documented cases of attacks and intimidation against 30 Syrian activists in Britain, Canada, Chile, France, Germany, Spain, Sweden and the United States.

alarabiya.net - Friday, 30 September 2011 - Syrian security forces opened fire on protesters Friday as thousands rallied across the country to call for the downfall of President Bashar al-Assad’s regime, activists said. Troops also clashed with armed anti-regime forces in central regions. Syrian activists told Al Arabiya that at least 32 people have been killed and scores of others were injured by the fire of security forces across the country on Friday. In what may prove to be an important development, activists told Al Arabiya that defected army units were fighting to protect civilians. “Thank God we now have an army to defend us,” activists said. “Civilians are joining the free army of Syria and we are being armed to defend ourselves against this regime.”

aljazeera.net/ - Oct 2011 16:19 - Earlier, Rami Abdel-Rahman, the head of UK- based the Syrian Observatory for Human Rights, said that the army had deployed in around 80 per cent of the town after a force of 250 tanks were sent in a day earlier. A resident who escaped early on Saturday reported heavy gunfire through the night. Rastan has seen the first prolonged armed confrontation between anti-government troops and soldiers loyal to President Bashar al-Assad, who is battling a six-month uprising calling for his overthrow.


Burhan Ghalioun

President Abdullah Gül

Da: fnnsyria 22/ago/2011 vengono mostrati proiettili di artiglieria pesante (video)
19 August 2011 - UNRWA spokesperson Chris Gunness said that “many people around the world were shocked by the images of unarmed refugees being shot at as they fled from their homes, amid the firing on their refugee camp.” Some 7,500 refugees across Syria have been displaced by the fighting, the UN Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA) reported today. The agency said it is giving cash grants for food, medicine and temporary accommodation to about 6,000 people. About 5,500 people are displaced from a refugee camp in Latakia, which came under sustained assault from Syrian Government forces last weekend. Dozens of people in the port city are reported to have been killed, and UN officials have voiced grave concern about the situation. Around half a million Palestinian refugees in Syria are registered with UNRWA, which operates in Jordan, Lebanon, the West Bank and the Gaza Strip, in addition to Syria.

Video immagini riprese ad Hama e postate intorno all’una del mattino il 20 agosto
Video immagini riprese da dentro una moschea assediata dall’esercito 19 agosto
parte prima - parte seconda - parte terza
Video immagini riprese a Kaferumeh Idlib il 19 agosto
Ieri il presidente Assad aveva annunciato la fine delle operazioni militari conto i dimostranti. Ma unità dell'esercito sono ancora schierate in diverse località. Ma la repressione non ferma la protesta: è il ventiquattresimo venerdì consecutivo che le rituali preghiere sono accompagnate da imponenti manifestazioni contro il regime.  

Damasco august 18 2011 - Press Release - Syrian Revolution General Commission
Quarantaquattro gruppi, tra cui i Comitati di coordinamento locale, la principale piattaforma che riunisce gli organizzatori delle proteste nelle varie città, hanno sottoscritto il documento della neonata coalizione che punta tra l'altro ad avvicinare le "diverse visioni di tutti i rivoluzionari". Più a lungo termine, la Commissione Generale per la Rivoluzione Syriana mira a "costruire uno Stato civile, democratico, basato sulle istituzioni e che garnatisca libertà, uguaglianza, dignità e rispetto dei diritti umani a tutti i cittadini".

http://it.peacereporter.net - 09/08/2011 - I siti dell'opposizione siriana riferiscono che il generale Ali Habib, rimosso ieri dal suo incarico di ministro della Difesa, è stato trovato morto nella sua abitazione. Ieri l'agenzia di stato Sana aveva precisato che la sostituzione del generale Habib era legata ai suoi problemi di salute. Il giornale arabo al-Sharq al-Awsat, riporta che il ministro della Difesa uscente "era uno dei più accesi oppositori della campagna militare contro Hama e aveva espresso più volte la sua contrarietà".

Saturday, 6 August 2011 - Edelbe, portavoce dei Comitati Locali di Coordinamento ha riferito alla TV Al Arabiya che almeno 58 civili sono stati uccisi dall’esercito syriano in Hama venerdì scorso, portando le uccisioni a 300 negli ultimi sei giorni, la città è al momento circondata da 250 carrarmati. Secondo alcuni testimoni, citati dall’agenzia Associated Press, ci sono in città unità paramilitari che cercano gli oppositori del regime casa per casa. - Preferiamo la morte all’umiliazione, Assad è un nemico di Dio, chi uccide il suo popolo è un traditore – cantavano i dimostranti. Il membro del parlamento libanese sig. Ahmad Fatfat ha dichiarato al quotidiano Al Joumhouria che l’astensione del Libano nelle votazioni del consiglio di sicurezza sulla condanna del regime syriano, ha scioccato il popolo libanese e i suoi sentimenti dimostrando una mancanza di solidarietà verso il popolo syriano,  le cui richieste di riforme sono state represse nel sangue dalla brutalità del presidente Assad. Il sig. Ahmad Fatfat ha chiamato l’ambasciatore libanese all’ONU Nawaf Salam chiedendo le sue dimissioni. Venerdì, centinaia di Kuwaitiani hanno dimostrato in due diverse manifestazioni la loro solidarietà con il popolo syriano, chiedendo l’espulsione dell’ambasciatore syriano in Kuwait e il ritiro dell’inviato kuwaitiano da damasco.

Dopo tre giorni di riunioni il consiglio di sicurezza dell’ONU impossibilitato da russia e cina a redarre una risoluzione contro gli eccidi in Syria si è limitato ad una condanna delle violenze.
…  The legitimate aspirations of the Syrian people must be addressed through an inclusive Syrian-led political process that guarantees fundamental freedoms and rights for all  …

About 100 tanks and troop carriers made for Hama, while a further 200 were seen near the eastern town of Deir al-Zour, Rami Abdel Rahman, the head of the London-based Syrian Observatory for Human Rights, told the AFP news agency. August 3-2011


All'imbrunire del lunedì l'esercito ha ripreso i bombardamenti indiscriminati, proprio quando i residenti stavano per interrompere il digiuno del Ramadan e si stavano recando alle moschee per le preghiere della notte. Il più alto organo delle Nazioni Unite si è riunito in serata a New York sulla crisi in Syria, senza però ottenere alcun risultato. stralci del primo agosto sera

Alle prime luci di lunedì 1 agosto 2011, in alcune cittadine coinvolte nelle proteste, l'esercito ha annunciato, dagli altoparlanti, che nuove operazioni militari inizieranno alle cinque. In solidarietà con le vittime del massacro di Hama, due grandi marce sono partite all'alba di lunedì nella capitale Damasco, una dalla Moschea Al Daqqaq e l'altra dalla Moschea Al Hassan. Ieri almeno 42 persone sono rimaste ferite da bombe a frammentazione lanciate dalle forze di sicurezza siriane contro una manifestazione alla periferia di Damasco. Il massacro di Hama ha visto l'uccisione di almeno 150 persone e il ferimento di centinaia di dimostranti, attivisti per i diritti umani riferiscono di oltre duecento morti. Il Segretario delle Nazioni Unite ricorda alle autorità Syriane di essere responsabili di fronte alle leggi internazionali per i diritti umani di ogni violenza perpetrata contro le popolazioni civili. stralci del primo agosto mattino

E' sera, il massacro continua, dopo oltre duemila morti decine di migliaia di feriti e un numero imprecisato di dispersi l'opposizione syriana alla tirannia degli Assad, non ha ancora imbracciato il fucile. (ndr) corriere.it - 31 luglio 2011 16:45 - Cannonate sulla folla: massacro in Siria - Cresce col passare delle ore il bilancio delle vittime in Siria. Difficilissimo fornire dati precisi: si parla di oltre un centinaio di vittime ma le cifre potrebbero essere anche superiori. Le fonti locali dicono che i tank dell'esercito hanno investito la città e i suoi dintorni con una pioggia di granate, a un ritmo di almeno quattro al minuto. Il numero delle vittime potrebbe salire ancora perché diversi corpi, dice la fonte, «giacciono abbandonati nelle strade» mentre i cecchini hanno preso posizione sui tetti dell'edificio della compagnia elettrica e della prigione. «I carri armati stanno attaccando da quattro direzioni. Stanno sparando a casaccio con le mitragliatrici pesanti e travolgendo le barricate stradali erette dagli abitanti». Il Fatto Quotidiano 31 luglio 2011 10:45 - Siria, i carri armati sparano sui civili Ad Hama oltre 100 morti, ha riferito all’Ansa un testimone da Hama. L’attacco è scattato all’alba: i mezzi dell’esercito sono arrivati da quattro direzioni e hanno iniziato a fare fuoco con cannoni e mitragliatrici.
Sabato scorso il Colonello Riyadh Al-Assa’ad, ha annunciato per telefono all'agenzia France-Presse di Nicosia, l'uscita dall’esercito siriano in segno di protesta contro la repressione delle autorità e di aver preso il comando del “suo” Esercito Siriano Libero. “Sulla base della nostra scena nazionale e delle esigenze  per fermare i massacri che non tolleriamo più, annunciamo la formazione dell’esercito siriano libero”. Ha spiegato che l’obiettivo è di “operare in collaborazione con la popolazione per la libertà, la dignità, la rivoluzione e per rovesciare il regime “. Egli ha invitato “tutti a disertare l’esercito e astenersi dall'eseguire gli ordini e sparare ai connazionali .” Ogni soldato che sparerà sui cittadini sarà considerato un legittimo bersaglio da parte del nostro esercito”.

I gruppi per i diritti umani in Syria comunicano che, durante i 138 giorni trascorsi dal 15 marzo al 31 luglio, oltre 2.000 persone sono state uccise, 3.000 scomparse e circa 25.000 imprigionate dalle forze di sicurezza syriane. Con una media di 15 uccisioni, 22 scomparsi e 181 arresti ogni giorno. Questo qualifica la repressione delle proteste popolari contro il governo di Bashir Al Assad come crimini contro l'umanità.

Edward Luck

Francis Deng
Special Advisers of the United Nations Secretary-General on the Prevention of Genocide, Francis Deng, and on the Responsibility to Protect, Edward Luck, on the situation in Syria.

23/7/11 - 1:25 A YouTube video purportedly filmed on Friday shows Shabeeha (thugs) militants storming Amneh Mosque in Aleppo.
22/7/11 - 22:01 A YouTube video purportedly filmed on Friday in Daraa shows chaos in the street as heavy gunfire can be heard in the area. Around 0:38 many Syrian soldiers are seen moving forward while shooting and throwing stones in one direction. They are believed to be marching toward the anti-regime protestors.


http://www.repubblica.it - 15 luglio 2011 - A Deraa oggi per la prima volta l'esercito ha fatto da scudo tra migliaia di manifestanti e le forze di sicurezza fedeli al regime, proteggendo cosi i civili dalla repressione. E' di almeno 32 morti e decine di feriti il bilancio della repressione in molte città della Siria nel diciottesimo venerdì di proteste contro il regime di Bashar al-Assad. Le forze di sicurezza sono intervenute con durezza sparando contro i civili per disperdere le centinaia di migliaia di siriani tornati in piazza a Damasco, Hama, Homs, Idleb, Deraa, Talbisa e Diar al-Azor. Le proteste hanno segnato l'inizio del quinto mese della rivolta iniziata il 15 marzo nella povera città meridionale di Deraa, a 120 chilometri dalla capitale. Un attivista dell'Osservatorio siriano dei diritti dell'Uomo, Abdel-Rahman, ha invece confermato che "più di un milione le persone" sono scese in piazza in tutto il Paese. "E' stato un messaggio importante rivolto alle autorità, che ha dimostrato quanto sia cresciuto il movimento in tutto il territorio nazionale - ha aggiunto - più di mezzo milione di persone sono sfilate per le vie di Hama e tra 450 mila e 550 mila a Deir Ezzor".

Siria, storie da una rivoluzione di Noemi Deledda 
http://www.terranews.it - Inviato da Andrea Canfora il Ven, 15/07/2011 - 19:53 - Oggi sono in molti a temere che la primavera araba siriana covi dentro di sé il germe del fondamentalismo islamico. Paradossalmente il primo a non volere la caduta dello storico nemico Assad è Israele. In un dossier elaborato dal ministero della Difesa, il governo di Benjamin Netanyahu ha messo in guardia la comunità internazionale sull’alto rischio di islamizzazione del Paese, tenuto a bada grazie alla dittatura laica. Per il momento però il Consiglio di sicurezza dell’Onu non è riuscito neanche ad approvare una risoluzione di condanna contro la Siria. Ieri l’organo decisionale si è limitato solo a denunciare una probabile violazione del trattato di non proliferazione nucleare da parte di Damasco. Il regime di Assad starebbe agendo in combutta con Iran e Corea del Nord per ottenere un rudimentale armamento atomico. Niente di nuovo, ma ora il programma nucleare siriano torna a far notizia.

Navi Pillay, the UN high commissioner for human rights, criticised on Monday the government's conduct, saying the actions were shocking in their disregard for human rights. "The brutality and magnitude of measures taken by the governments in Libya and now Syria have been particularly shocking in their outright disregard for basic human rights," she told the UN Human Rights Council in Geneva, Switzerland. In her remarks, the UN's Pillay said "resort to lethal or excessive force against peaceful demonstrators not only violates fundamental rights, including the right to life, but serves to exacerbate tensions and tends to breed a culture of violence". She also renewed a call to the Syrian authorities to allow a fact-finding mission to visit the country.
Un manifesto di intellettuali chiede la fine di Assad di Karim Fael

Qualche ora prima che Amnesty International rendesse noto di essere entrata in possesso di immagini che dimostrano come le “forza di sicurezza” siriane sparino per uccidere manifestanti disarmati, si è appreso che 220 ONG arabe, di diversi paesi, hanno scritto ai leader del G8 chiedendo una condanna dell’uso della forza da parte del regime di Bashar al-Assad. “Il silenzio internazionale – scrivono le ONG arabe – è un pessimo segnale”. E’ proprio primavera!


He said that the massive procession converged from funerals at various mosques around the city. "When we gather in large numbers we show our power. As individuals we are strong, but this is a stronger message," the witness told Al Jazeera. "We encouraged people to join us on this funeral march and people of all backgrounds and religions did." The size of Saturday's crowd could offer a hint as to the level of grassroots support for anti-government protests which have been ongoing since mid-March, and have reportedly seen the deaths of over 850 Syrians at the hands of government security forces.
Il massacro di Dera’a di Noemi Deledda

Siria, la dignità e la libertà di Noemi Deledda

Uccisi a dozzine in una cittadina di confine tra Syria e Libano

Primavera araba, alta tensione al confine siriano-libanese di Joseph Zarlingo

11 maggio 2011

Damasco - Nonostante il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon esorti il presidente Bashar al-Assad ad ascoltare gli appelli del popolo e la Ue annunci la revisione delle sanzioni, l'offensiva del regime non si ferma. Stamattina i carri armati dell'esercito hanno attaccato un quartiere residenziale di Homs, la terza città del Paese e una delle roccaforti della rivolta contro Basher al-Assad: il bilancio parla di 13 vittime. Nel mirino dell'operazione c'è il quartiere di Bab Amr, da giorni sotto assedio da parte delle forze di sicurezza siriane.

11 May 2011

Geneva “I again urge President Bashar Assad to heed the calls of the people for reform and freedom, and to desist from excessive force and [the] mass arrest of peaceful demonstrators,” Mr. Ban told a press conference in Geneva. He reiterated that Mr. Assad should take “bold and decisive measures before it is too late.”

Siria: la lunga fila dei desaparecidos

10 maggio ore 6:30 pm (video)

In Siria come nell’Argentina di Videla di Lorenzo Trombetta

Siria, i militari entrano a Tafas e Homs nei rastrellamenti ucciso un 12enne

Siria, carri armati a Banias , ieri 40 persone uccise

Carri armati siriani entrano a Baniyas per soffocare le proteste

Jassem on Friday 6/5/11 shows a massive crowd chanting support for Daraa and “whoever kills his people is a traitor.” (video)

Shot in Hamah on Friday 6/5/11 (video)

Siria, città sotto assedio e oltre mille arresti in due giorni

Dera'a : Hama una soluzione? di Erminia Calabrese

Siria, uccisi soldati che difendevano i manifestanti di Ester Adorno

Venerdi della rabbia 29 aprile (video)
Venerdi della rabbia 29 aprile (video)
Venerdi della rabbia 29 aprile (video)

Friday of Anger protest 29-Apr-2011 (video)

Syria 233 membri del partito Baath al potere in Siria si sono dimessi in segno di protesta contro la violenta repressione delle rivolte decisa dal regime di Bashar el Assad. -Le pratiche dei servizi di sicurezza nei confronti di cittadini inermi a Banias e nei villaggi vicini, in particolare a Baida, sono contrarie a tutti i valori umani e agli slogan del partito Baath, è scritto nel testo firmato dai membri dimissionari, originari della regione di Banias.

Aumentano le proteste di Mona Alami



Syria's deadliest day (video)
Syrian protesters fired upon (video)
Syrian unrest reaches beyond south (video)
Violence continues in Syria (video)

http://english.aljazeera.net 23 Apr 2011 08:28
Syria urged to end deadly repression
read here beside and below

Amnesty International called for an immediate end to the attacks on protesters and for an investigation into the deadly events. "The Syrian authorities have again responded to peaceful calls for change with bullets and batons," said Malcolm Smart, the London-based organisation's director for the Middle East. "They must immediately halt their attacks on peaceful protesters and instead allow Syrians to gather freely, as international law demands."

Jerzy Buzek, the European Parliament chief on Friday also condemned the shooting deaths of protesters in Syria and called for the release of all prisoners of conscience. "Today's violent crackdown on peaceful demonstrations all over Syria is unacceptable. The bloodshed has to stop now: this is the government's first and foremost responsibility," he said in a statement. "Any form of violence against peaceful demonstrators must stop: no more killing, no more torture, no more arbitrary arrests. An independent investigation into the deaths of protesters has to be carried out."

France also urged Syrian authorities to halt their use of violence on anti-government protesters. "We call on them once more to engage in an inclusive political dialogue without delay and to put into place reforms that respond to the legitimate aspirations of the Syrian people," said Christine Fages, deputy spokeswoman for the foreign ministry. She also called for the release of those arrested and for respecting basic rights, including media freedom and the right to hold peaceful demonstrations.

"This outrageous use of violence to quell protests must come to an end now," said Obama on Friday, "Instead of listening to their own people, President Assad is blaming outsiders while seeking Iranian assistance in repressing Syria's citizens through the same brutal tactics that have been used by his Iranian allies," he said. "We strongly oppose the Syrian government's treatment of its citizens and we continue to oppose its continued destabilising behaviour more generally, including support for terrorism and terrorist groups," said Obama.

"The UN secretary-general condemns the ongoing violence against peaceful demonstrators in Syria, which again has killed and injured many today, and calls for it to stop immediately," Farhan Haq, Ban's spokesman, said from the UN headquarters in New York. Ban said that President Assad's government must "respect international human rights, including the right to freedom of expression and peaceful assembly, as well as the freedom of the press". The UN secretary-general stressed that "only an inclusive dialogue and the effective implementation of reforms can address the legitimate aspirations of the Syrian people and ensure social peace and order".


E' pesante il bilancio delle vittime degli scontri durante le proteste anti-regime in Siria in quello che gli oppositori hanno ribattezzato il "Venerdi Santo". Mentre l'agenzia ufficiale siriana Sana parla solo di feriti e ricorda che per manifestare è necessaria l'autorizzazione del ministero dell'Interno, gli attivisti dell'opposizione parlano di 88 vittime, il peggior bagno di sangue dall'inizio delle manifestazioni. Il maggior numero di morti sarebbero stati riportati nella città di Azraa, vicino a Deraa, e a Douma, un sobborgo di Damasco. E al termine di una giornata drammatica giunge il monito del presidente degli Stati Uniti Barack Obama: "L'atroce ricorso alla violenza deve terminare subito", avverte l'inquilino della Casa Bianca, che accusa il presidente siriano Assad di cercare l'aiuto iraniano nella repressione.

http://www.repubblica.it/ - 15 aprile 2011 - Siria: "Manifestanti torturati" L'organizzazione di difesa dei diritti umani Human Rights Watch (HRW) accusa i servizi di sicurezza e di informazione di aver torturato numerosi manifestanti. Le accuse sono basate sulle testimonianze di 19 persone arrestate dal servizio segreto Mukhabarat a Damasco, Daraa, Duma, Al-Tal, Homs e Banias. Fra i detenuti ci sono due donne e tre adolescenti. L'ong afferma di aver visionato un video sul quale prigionieri rilasciati a Daraa "portano segni di torture sul corpo... Tutti i detenuti arrestati durante le manifestazioni, a eccezione di due, hanno riferito ad Human Rights Watch che ufficiali del Mukhabarat li hanno picchiati durante l'arresto e la detenzione, e che hanno visto decine di di altri detenuti picchiati o hanno sentito grida di persone che venivano picchiate". Alcuni hanno detto di essere stati torturati "con apparecchi da elettrochoc, cavi e fruste". Erano rinchiusi in celle sovraffollate e molti di loro sono stati privati del sonno, del cibo e dell'acqua.

http://it.peacereporter.net
11/04/2011

Oltre complotto esterno e pista islamico saudita ci sarebbe anche una milizia nominata Shabiha

che a detta di molti sembra essere stata messa in piedi da un nipote di Bachar al Assad e che sparerebbe all'impazzata sulla folla, in un paese dove i morti sarebbero secondo alcuni dati delle organizzazioni internazionali circa trecento. Proprio stamattina durante un sit in all'università di Damasco contro il regime la milizia avrebbe circondato circa 1500 studenti e un giovane ragazzo ha perso la vita negli scontri. ''O Bashar codardo prendi il tuo esercito e vai a liberare il Golan'', gridava ieri la folla, assediata da un esercito sempre piu duro nei loro confronti.

Damasco giovedi 8 aprile 2011
Noemi Deledda

«Il venerdì gli arabi si arrabbiano e protestano, il giovedì i presidenti concedono le riforme» scrive su twitter Wassim Tarif, direttore esecutivo di INAN, associazione per la difesa dei diritti umani siriana, uno degli attivisti che nelle ultime tre settimane di proteste in Siria ha denunciato le violenze e gli arresti arbitrari senza paura, con il proprio nome e cognome. Regna una  «calma tesa». L’economia ha mostrato i primi segni dei disordini di questi giorni, con un calo dei consumi, il peggioramento del tasso di cambio lire siriane/dollaro e l’aumento del prezzo dell’oro.  «Da giorni è impossibile trovare dollari nel mercato. Oggi sono stato in banca e mi hanno dato banconote di piccolo taglio perchè quelle di grande taglio erano finite. Tutti si stanno precipitando a ritirare i propri risparmi dalle banche. Anche io mi sto sbrigando a fare i miei ultimi pagamenti nella moneta locale perchè se scoppia la situazione la lira siriana precipiterà», prevede Tarek, un piccolo imprenditore turistico.

Damasco venerdi 9 aprile 2011
Martina Iannizzotto

Samira origini palestinesi, cristiana, vive a poche centinaia di metri dalla moschea degli Omayyadi,  le chiedo se le rivendicazioni del suo popolo che vuole pane, libertà e lavoro, non sono in un certo senso legittime. Fa fatica a rispondere. Ci pensa un po' e poi dice: "E' come essere dinanzi ad un bivio. Abbiamo paura. Siamo coscienti che il Paese ha bisogno di riforme, che il divario tra ricchi e poveri è aumentato moltissimo negli ultimi anni ma nello stesso tempo la caduta di Assad potrebbe dare un notevole peso politico ai movimenti integralisti islamici." "Quale potrebbe allora essere il nostro posto? interviene Umm Fuad, mentre prepara il caffè al cardamomo. "Abbiamo paura di un nuovo Iraq, abbiamo paura che i partiti islamici possano estendere e rafforzare la loro influenza sulla popolazione. In questi anni abbiamo visto un aumento di donne vestite con burqa e adesso che il regime sta rilasciando molti islamisti che prima erano stati imprigionati come possiamo non aver paura?", dice invece Nathalie. Mentre a duecento metri, i giovani continuano a scandire "il popolo vuole la caduta del regime".


Damasco, appesa a un filo
di Naomi Deledd

Siria, la risposta di Assad
di Nicola Sessa

Discorso al Parlamento siriano del Presidente Bashar al-Assad: Mercoledì 30 marzo 2011

31 marzo 2011

Centinaia di persone sono scese nelle strade di Latakia subito dopo il discorso di Bashar al Assad. Nel quartiere meridionale di Sleibi sono stati uditi colpi di arma da fuoco. Alcuni residenti hanno anche riferito di spari partiti da un' automobile in corsa contro un sit-in di manifestanti che esponevano cartelli inneggianti alla pace e alla libertà: un numero imprecisato di persone sarebbe rimasto ferito, riferiscono testimoni oculari citati dalla tv panaraba al Arabiya. La polizia ha aperto il fuoco anche a Daraa, nel sud del Paese. Lo riferiscono testimoni oculari citati da Wissam Tarif, attivista siriano di spicco per i diritti umani. «Vattene! Vattene!» è lo sloganlanciato ieri da centinaia dimanifestanti siriani scesi in strada subito dopo la fine del discorso di al Assad. Il presidente, rimarca Tarif, «non si è rivolto alla nazione ma all' apparato di sicurezza ordinando di stringere il cerchio attorno alle proteste, ma queste proseguiranno e saranno ancora più massicce». «Fino a ieri nutrivamo ancora qualche speranza nella possibilità che Bashar non si lasciasse sfuggire l'occasione unica di parlare, per la prima volta in dieci anni, al suo popolo e in particolare a noi giovani», afferma Tarif, 35 anni, da dieci membro di una organizzazione umanitaria siriana con sede anche a Beirut e diramazioni a Bruxelles. «Eppure il presidente non ha fatto altro che ripetere all'infinito la filastrocca del grande complotto contro la nazione. Riducendo le nostre rivendicazioni di libertà e di rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo a tentativi di aizzare la sedizione e minacciare la nazione. È davvero troppo. Siamo profondamente delusi e arrabbiati »

1 aprile 2011

 "Vogliamo la libertà!", "Il sangue dei martiri non è a buon mercato!". Migliaia di siriani cantano e marciano nella citta meridionale di Daraa, centro delle proteste contro il presidente Bashar Assad. Oggi gli attivisti hanno invitato le persone a scendere in strada nel giorno che hanno definito il 'Venerdì dei martiri', in onore degli oltre 70 manifestanti morti nelle dimostrazioni. Almeno 10 i morti e dozzine di feriti negli scontri con la polizia. A Damasco centinaia di manifestanti anti-regime sono stati rinchiusi all'interno della Grande moschea degli Omayyadi, nel cuore della città vecchia, da agenti in borghese giunti in forze a presidiare la zona, teatro due settimane fa di dimostrazioni non autorizzate. Migliaia di manifestanti sono stati caricati con spari di lacrimogeni dalle forze dell'ordine a Duma, sobborgo nord-orientale di Damasco, dove in precedenza gli agenti in borghese avevano tentato di rinchiudere dentro la locale moschea i dimostranti. Spari di arma da fuoco sono stati uditi nei pressi della moschea al Rifai in un altro sobborgo di Damasco, Kfar Suse, dove si sarebbero radunati migliaia di manifestanti. Almeno un manifestante sarebbe stato ucciso a Duma da colpi di arma da fuoco sparati dalle forze di sicurezza siriane. A partire dalle 13 locali, nella moschea si erano radunati circa 2.000 manifestanti anti-regime, caricati dagli agenti che hanno sparato gas lacrimogeni. Fonti non confermate riferiscono dell'uso di pallottole vere contro i dimostranti da parte delle forze di sicurezza.


La tv di stato annucia che: - Il Presidente Assad accetta le dimissioni del governo. -
milioni in piazza lo sostengono.

28 marzo 2011 - Rivolta in Siria Le cifre fornite dalle fonti mediche, indicano che in sette giorni di repressione le forze di sicurezza avrebbero uscciso più di 150 persone. I dimostranti hanno abbattuto la statua del defunto presidente Hafez al Assad, padre dell'attuale capo dello Stato, durante le proteste di ieri, e hanno inalberato uno striscione con su scritto: "Il popolo vuole la caduta del regime". Dalla crisi siriana ha parlato l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, che ha affermato in una nota: "I recenti avvenimenti dimostrano chiaramente che la repressione violenta delle manifestazioni pacifiche non risolve le aspettative del popolo, che vuole godere dei diritti umani fondamentali che gli sono stati negati per lungo tempo". Anche Catherine Ashton, si è detta "scioccata" dalla violenta repressione nei confronti dei dimostranti e ha esortato le autorità locali "a soddisfare le legittime richieste e le aspirazioni del popolo" siriano e a "fermare le violenze subito".

Syria: Ieri 15 marzo per il secondo giorno decine di persone hanno dimostrato contro il regime per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri politici, l’attuazione di riforme democratiche e la messa al bando della corruzione. Cantavano “Dio, Siria, la libertà, solo questo”, “pacificamente, senza violenza”, “dove siete, siriani?”, “il popolo siriano non puo’ essere sottomesso”. Attualmente, le carceri siriane ospitano migliaia di prigionieri politici e i maggiori gruppi di opposizione sono delegittimati. Il governo siriano annuncia di adottare le promesse riforme entro la fine del 2011, ma il malcontento aumenta.

17 - 18 marzo 2011

Una nuova rivolta, in Syria, si aggiunge alla "primavera delle libertà" nel mondo arabo. Ieri, nel venerdì data ricorrente dei raduni nelle piazze arabe, i siti Facebook hanno proclamato "il giorno della dignità". Centinaia di siriani sono scesi per le strade di diverse città: a Da'ara, nel Sud, a Tartous, lungo la costa, e a Homs, nell'Est, a Banyas poco distante dalla capitale dove un imam ha arringato dal balcone un migliaio di sostenitori.

19 marzo 2011

Migliaia di ersone si sono radunate a Daraa, una città della Syria meridionale, per piangere la scomparsaa di due persone uccise dalle forze di sicurezza, per aver chiamato alla rivoluzione nel paese. La polizia ha sigillato la città e lanciato lacrimogeni per diperdere la folla che si è dispersa dal funerale di Wissam Ayyash e Mahmoud al-Jawabra, due delle cinque persone uccise ieri, dalle sorze di sicurezza. Mazen Darwish, un’attivista di spicco della destra siryana, ha riportato che la polizia aveva chiuso la città, autorizzando la gente solo ad uscire, ma impedendone l’entrata. Altri attivisti testimoniano di dozzine di arresti. Questi ultimi scontri, fanno seguito alle proteste di venerdì scorso dove i dimostranti chiesero a gran voce più libertà politiche e la fine della corruzione in Sirya.

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