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Carri armati siriani entrano a Baniyas per soffocare le proteste
Damasco (AsiaNews/Agenzie) Truppe e carri armati dell’esercito siriano sono entrati stamane in alcuni punti della città costiera di Baniyas, nel nord-ovest del Paese, una delle città che nelle scorse settimane si è sollevata contro il regime di Assad. Militanti e attivisti affermano che le comunicazioni e l’elettricità sono stati tagliati. Non vi sono conferme indipendenti alle notizie e agli sviluppi. I militanti affermano che i carri armati si dirigono verso il sud della città, dove si trova il centro delle manifestazioni. La folla avrebbe composto dei cordoni umani per impedire ai carri armati di avanzare verso la zona. Da metà marzo in diverse città siriane vi sono dimostrazioni che chiedono maggiore democrazia e la fine della dittatura degli Assad, al potere dagli anni ’70. Il governo ha promesso di venire incontro alle richieste degli attivisti, ma ha poi operato arresti e scontri violenti contro i manifestanti. Si calcola che finora la polizia abbia ucciso almeno 500 e arrestato altre 2 mila. Ieri, venerdì, in un nuovo “giorno della sfida”, sono state uccise altre 21 persone in diverse città, fra cui Homs e Hama. Gli attivisti temono che a Banyias succeda come a Deraa, la città da cui è nato il movimento di contestazione. Deraa ha subito assedio, arresti e uccisioni dal 25 aprile fino al 5 maggio. I cristiani in Siria guardano con preoccupazione gli sviluppi della situazione. Nei giorni scorsi, il patriarca di Antiochia Gregorio III Laham ha dichiarato ad AsiaNews che fra coloro che manifestano “vi sono giovani frustrati, ma molti dicono che fra loro ci sono criminali e anche musulmani fondamentalisti che gridano al jihad. Per questo noi temiamo che lasciando spazio alla violenza si provochi solo il caos”
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