La Spagna ha emesso il mandato di arresto europeo per il deposto presidente catalano Carles Puigdemont. "Sono stato informato dal mio cliente che il mandato è stato emesso contro il presidente e altri quattro ministri che si trovano in Belgio ... Significa che la giustizia spagnola ora manderà una richiesta di estradizione ai procuratori federali a Bruxelles"
Catalogna, ultime notizie: oggi il voto a Madrid sull'Art.155. Puigdemont diviso tra chi vuole l'indipendenza in modo unilaterale e chi desidera pervenire alle elezioni.
E’ davvero complicato raccontare quanto accade in queste ore a Barcellona, in una ridda di colpi di scena, dichiarazioni, ritrattazioni, conferme e smentite.
Euronews - 13/10/2017 - Il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, si è detto molto preoccupato dall’ipotesi della secessione catalana, ma ha anche ribadito che l’Europa non può fare da mediatore nella crisi quando è solo una delle due parti a chiederlo. "Se permettiamo alla Catalogna di separarsi, altri faranno lo stesso. Non è quello che voglio" ha ribadito. Juncker ha incoraggiato il primo ministro Rajoy a riportare la questione interna sotto controllo.
Euronews - 11/10/2017 - Come ribadito Mercoledì dal vice presidente dell’esecutivo europeo Valdis Dombrovskis: “Abbiamo fiducia nelle istituzioni spagnole, nel primo ministro Rajoy – con cui il presidente Juncker è in costante contatto – e in tutte le forze politiche che stanno lavorando verso una soluzione nel quadro della Costituzione spagnola” ha affermato in una conferenza stampa con i giornalisti. Il rappresentante della Catalogna a Bruxelles, Amadeu Altafaj, spiega che un dialogo con Madrid in queste condizioni è difficile. “Si tratta di politica, di emozioni, di sentimenti – come ha detto giustamente ieri il presidente del Consiglio europeo Tusk- e anche di rispetto. Speriamo quindi che il governo spagnolo a un certo punto metta da parte questo linguaggio forte e duro, si impegni veramente e mostri la volontà di risolvere questo problema attraverso la politica”.
di Anna Subirats Ribas, Donatella della Porta, Francis O'Connor e Martin Portos
Il referendum catalano viene da una lunga mobilitazione di cittadini e organizzazioni, non è solo l’operazione di un’élite politica. E la repressione di Madrid non può cancellare la questione dell’autodeterminazione catalana
A molti non piacerà questo articolo ma non si possono scrivere pensieri alla moda, con l’dea di non scontentare nessuno. Non solo è impossibile ma cercando di farlo si finisce per essere così accomodanti da non avere una vera opinione su niente. E’ un mimetismo che permette di confondersi con la folla, ma non è protettivo bensì funzionale ad un potere nascosto, che governa e dirige i destini delle persone stando sullo sfondo. Quindi lo dico chiaramente: le pretese della Catalogna di essere indipendente dalla Spagna sono pura e demente follia.
Chiunque abbia a cuore la sovranità dei popoli non può che provare empatia per qualsiasi causa di autodeterminazione, soprattutto se conclamata dalle immagini di una popolazione che lotta per le strade per respingere la polizia inviata ad impedire la celebrazione di una consultazione popolare.
Domenica 1 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 17:46
Catalogna, arriva la Guardia Civil
Gli agenti spagnoli hanno fatto irruzione nei seggi per impedire il voto al referendum per l'indipendenza, considerato illegale da Madrid, mentre i Mossos d'esquadra, le forze dell'ordine catalane, non intervengono. La Guardia civil ha caricato e preso a manganellate la folla davanti a diversi seggi elettorali. La popolazione reagisce con forme di resistenza pacifica e passiva. In molti seggi gli elettori si sono seduti per terra per impedire l'ingresso degli agenti spagnoli. La gente comunque resiste e si mette in fila per votare. La polizia avrebbe usato anche proiettili di gomma contro le persone che protestano pacificamente. Il sindaco di Barcellona Ada Colau ha detto che ci sono «più di 460 feriti in Catalogna» per le cariche della polizia. Colau ha aggiunto su Twitter di «esigere la fine immediata delle cariche della polizia contro la popolazione indifesa … Un capo del governo codardo ha inondato di polizia Barcellona che è una città di pace». ha aggiunto su twitter Ada Colau … Nonostante la repressione della polizia spagnola, in Catalogna il 73% dei seggi è aperto fino alle 20 e funziona normalmente: lo ha affermato il portavoce del governo catalano Jordi Turull … in alcuni centri elettorali l'intervento degli agenti spagnoli è stato particolarmente brutale, riferisce la tv pubblica Tv3, usando i manganelli anche contro persone anziane … In immagini diffuse dall'emittente la Guardia Civil in tenuta antisommossa attacca a manganellate decine di persone fra cui persone anziane pacificamente sedute per terra in difesa del seggio.
Primo attacco violento collegato allo svolgimento del voto sull’indipendenza: una persona ha sparato con una carabina ad aria compressa contro l’ingresso di una scuola di Manlleu.
È difficile capire, in queste ore, se la svolta drammatica impressa dal Governo centrale di Madrid alla lunghissima polemica con la Catalogna, con gli arresti e le perquisizioni tesi a impedire il referendum popolare del 1° ottobre, finirà per stroncare le ambizioni indipendentiste della regione ribelle o, al contrario, otterrà solo di rinforzarle e accelerarle. Non bisogna dimenticare, infatti, che le imponenti manifestazioni di piazza dei catalani pro-indipendenza nascondono una realtà assai più sfumata.
La questione del referendum per l’indipendenza della Catalogna sta innescando una gravissima crisi politica in Spagna, con il governo centrale impegnato in una campagna repressiva con pochi precedenti nel dopo-Franco per impedire un voto che potrebbe avere riflessi catastrofici non solo per il paese iberico ma per tutta l’Unione Europea.