http://www.huffingtonpost.it/

27/10/2017

 

Il Parlamento della Catalogna vota sì all'indipendenza. 

 

Durerà poco, ma indipendenza è. Il Parlamento catalano ha approvato a scrutinio segreto la risoluzione che dichiara l'indipendenza dalla Spagna e la costituzione della Repubblica catalana. L'opposizione unionista non ha partecipato al voto. Migliaia di persone in piazza davanti al Parlament hanno accolto la notizia con un boato di gioia.

Si materializza così lo scontro frontale tra Barcellona e Madrid, con il premier spagnolo Mariano Rajoy che ha chiesto al Senato di votare l'attivazione dell'articolo 155 della Costituzione che permette di sospendere il governo autonomo catalano e commissariare di fatto la regione. "Chiedo tranquillità a tutti gli spagnoli. Lo Stato di diritto ripristinerà la legalità in Catalogna", ha assicurato via Twitter Rajoy.

 

Alla fine, dopo mille tentennamenti, il presidente catalano Carles Puigdemont si è deciso ad andare fino in fondo, anche se la mossa di oggi potrebbe costargli il carcere: la procura generale spagnola, infatti, ha fatto sapere di essere pronta a chiedere la sua incriminazione per "ribellione", un reato che comporta pene fino a trent'anni di reclusione.

"Non c'è alternativa" all'applicazione dell'articolo 155: "bisogna ricorrere alla legge per fare rispettare la legge", ha detto Rajoy nel suo intervento davanti al Senato, sottolineando che in Catalogna si è verificata "una violazione evidente delle leggi" e quindi "della democrazia e dei diritti di tutti".

La prima mossa sarà destituire il presidente catalano e tutti i membri del Govern. Poi ci sarà la convocazione di nuove elezioni in Catalogna "il più presto possibile", entro sei mesi, dopo il commissariamento della regione ribelle che sarà autorizzato oggi dalla Camera alta.

Rajoy ha ricordato che il governo di Madrid ha dato per due volte l'opportunità a Puigdemont di chiarire se avesse dichiarato o meno l'indipendenza nel Parlament catalano, lo scorso 10 ottobre. Ma Puigdemont "non ha voluto" rispondere e in tal modo è stato lui stesso che ha "scelto" che venga attivato l'articolo 155: "lui e solo lui", ha rincarato Rajoy, aggiungendo che nessun governo democratico avrebbe potuto rimanere "impassibile come se no fosse successo nulla" di fronte alla sfida indipendentista catalana.


ilmessaggero.it - Venerdì 27 Ottobre 2017 - La procura generale dello stato spagnolo è pronta a chiedere l'incriminazione per «ribellione» del presidente catalano Carles Puigdemont se oggi sarà dichiarata la indipendenza della Catalogna, riferisce la stampa spagnola. La incriminazione per «ribellione» - che comporta pene fino a 30 anni - preparata negli ultimi giorni in un vertice della procura potrebbe essere estesa al vicepresidente Oriol Junqueras.


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http://www.corriere.it/

27 ottobre 2017

 

Catalogna, il parlamento dichiara l’indipendenza dalla Spagna

 

Votata dal parlamento una risoluzione che costituisce la Repubblica catalana come «stato indipendente e sovrano di diritto democratico e sociale». Rajoy intanto annuncia che destituirà Puigdemont e il suo governo

 

La Catalogna vota sì all’indipendenza e il parlamento canta l’inno catalano in aula. Si consuma così lo strappo, definitivo tra Barcellona e Madrid. Il sì, con voto segreto, alla risoluzione presentata dai partiti indipendentisti che dichiara «costituita» la Repubblica («costituiamo la Repubblica catalana come stato indipendente e sovrano di diritto democratico e sociale»). All’esterno, dalla mattina, migliaia di manifestanti sono riuniti vicino al Parlament catalano, una manifestazione convocata dalle organizzazioni della società civile indipendentista.

 

Mariano Rajoy attacca.

Il premier ha assicurato davanti al Senato che il governo di Madrid destituirà il presidente catalano Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri del Governo con i poteri straordinari che gli saranno concessi oggi dalla camera alta.

 

Il premier spagnolo ha anche detto che prevede di convocare elezioni in Catalogna entro sei mesi, «il più presto possibile», dopo il commissariamento della regione ribelle . «Non c’è alternativa» alla attivazione dell’art.155 in Catalogna, perché bisogna «ricorrere alla legge per fare rispettare la legge», ha detto Rajoy attribuendo al presidente catalano Carles Puigdemont la responsabilità per la situazione attuale: «a lui, e solo a lui» ha insistito. L’attivazione dell’articolo 155 della costituzione contro la Catalogna è una «decisione eccezionale» presa davanti a una «situazione eccezionale» 

 

«È lui è solo lui», ha detto di fronte al Senato parlando di Puigdemont. A Madrid, di fronte all’assemblea del Senato che deve votare le misure del governo perché la Catalogna sia esautorata delle sue competenze, Rajoy ha ricordato che il governo di Madrid ha dato per due volte l’opportunità a Puigdemont di chiarire se avesse dichiarato o meno l’indipendenza nel Parlament catalano, lo scorso 10 ottobre. Ma Puigdemont «non ha voluto» rispondere ed in tal modo è stato lui stesso che ha «scelto» che venga attivato l’articolo 155: «lui e solo lui», ha rincarato Rajoy, aggiungendo che nessun governo democratico avrebbe potuto rimanere «impassibile come se no fosse successo nulla» di fronte alla sfida indipendentista catalana. «Quel che minaccia oggi la Catalogna - ha insistito Rajoy- non è il 155 ma il governo della Generalitat». Il premier spagnolo ha chiesto dunque l’autorizzazione a destituire il presidente regionale catalano e tutto il suo governo: «Chiedo di procedere alla destituzione del presidente della Generalitat della Catalogna, del vicepresidente e dei consiglieri» dell’esecutivo regionale. E ha chiesto anche la podestà per dissolvere il Parlamento catalano in modo da convocare elezioni regionali in un termine massimo di sei mesi. Rajoy ha anche rimproverato a Puigdemont di non essere mai andato in Senato a difendere la sua posizione, nonostante fosse «in stragrande minoranza», e aver voluto sempre solo dialogare sull’indipendenza della Catalogna, «sui termini e le scadenze dell’indipendenza», ma questo è qualcosa su cui non si può dialogare.

 

La procura generale dello stato spagnolo invece è pronta a chiedere l’incriminazione per «ribellione» del presidente catalano Carles Puigdemont se oggi sarà dichiarata la indipendenza della Catalogna, riferisce la stampa spagnola.

 

La incriminazione per «ribellione» - che comporta pene fino a 30 anni - preparata negli ultimi giorni in un vertice della procura potrebbe essere estesa al vicepresidente Oriol Junqueras. In particolare, la Procura generale spagnola ha già deciso che procederà penalmente contro il presidente catalano, Carles Puigdemont, i consiglieri della Generalitat di Catalogna e i capigruppo del Parlament catalano, se l’assemblea voterà la dichiarazione unilaterale di indipendenza. Lo scrive il quotidiano La Vanguardia, secondo cui se il Parlament catalano decidesse di accogliere e di mettere ai voti la risoluzione presentata dai partiti indipendentisti, violando così le sentenze del Tribunale Costituzionale e le leggi spagnole, la Procura generale considererà il delitto di ribellione o di sedizione e procederà penalmente. La decisione sarà presa dopo l’esito della seduta del Parlament, continua ancora La Vanguardia citando fonti giudiziarie. Secondo il giornale «tutte le carte sono già sul tavolo». 

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