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Progetto Foreste per le Persone linkto: http://www.lifegate.it/it/eco/planet
Ciò che accade ai boschi del mondo causa diverse conseguenze sulla salute e sullo stile di vita delle persone. Il taglio, gli incendi, la perdita di grandi estensioni di aree verdi portano al degrado ambientale e generano problemi come l'inquinamento, l'effetto serra, i cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti. Gli scienziati affermano che entro una ventina di anni saranno irrevocabilmente evidenti. Ovunque. Del resto, l'aumento dell'asma infantile e delle allergie in Occidente è già una conseguenza diretta dei problemi di salute del pianeta e del suo polmone verde: gli alberi. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità "il riscaldamento globale non può più essere considerato un problema solo ambientale o di sviluppo. Ancora più importanti sono le sue conseguenze sulla salute umana. Una maggiore consapevolezza di questa correlazione è necessaria sia per lo sviluppo di politiche efficaci sia per la diffusione di stili di vita più virtuosi"
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http://www.unita.it - 11 dicembre 2011 - Clima, Durban: accordo non ferma catastrofe - L'accordo di Durban sul clima secondo Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International «il regime climatico globale è nulla più di un accordo volontario che fa perdere un decennio. Questo potrebbe portarci oltre la soglia di due gradi in cui si passa dal pericolo alla catastrofe potenziale» ... «Porta il mondo verso un catastrofico +4 gradi di aumento della temperatura». Lo afferma l'associazione Oxfam secondo la quale a Durban «i negoziatori alla 17/a Conferenza Onu sui cambiamenti climatici hanno alla fine - dice Oxfam - evitato il fallimento delle trattative, con 36 ore di lavori supplementari, e trovato un accordo striminzito e poco ambizioso. Per Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam Italia, «il piano adottato dà il via al Fondo Verde per il clima, ma in assenza di risorse, e segna un cammino incerto per evitare i 4 gradi di aumento delle temperature globali. Il Protocollo di Kyoto prosegue ma senza l'inclusione di stati membri chiave».
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Gli inevitabili fallimenti delle conferenze per il clima
di Paolo Ermani
E se morissimo di sete: da Durban a Forlì avanza il deserto
di Bruno Giorgini
La Conferenza di Durban sul Clima è finita nello stesso modo in cui è iniziata, i Governi hanno scelto di ascoltare gli inquinatori.
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Siamo qui per sostenere i Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici, la cui sopravvivenza non viene presa in considerazione da chi siede in quella sala conferenze. Siamo qui per chiedere ai ministri di ascoltare le persone, non chi inquina. La delegazione degli Stati Uniti sta in questo momento pianificando a tavolino la scomparsa di Paesi membri delle Nazioni Unite dalla mappa del pianeta. È semplicemente inaccettabile …
è paradossale che, mentre la maggioranza dei cittadini del mondo chiede azioni urgenti per proteggere il clima e salvare vite umane, la delegazione degli Stati Uniti continui liberamente a ostacolare ogni progresso delle trattative. Chiedo al popolo americano, per il quale oggi siamo qui, di domandarsi cosa farebbe se venisse a sapere che i potenti del mondo stanno complottando per cancellare gli Stati Uniti dalla carta geografica. Perché questo è esattamente il futuro che attende chi vive alle Maldive o in altre isole. La delegazione di Obama è in grado di far fallire questa conferenza solo con il sostegno di altri grandi inquinatori. Faccio un appello a quelle Nazioni affinchè riconsiderino la loro alleanza con la delegazione degli Stati Uniti, e pensino a quei Paesi che rischiano di scomparire.
Tell President Dilma Rousseff to save the Amazon: sign in.
Veto the new Forest Code before it's too late Video
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“A Naidoo e ad altri nove attivisti di Greenpeace è stato confiscato il badge di accesso e non potranno quindi rientrare nel Palazzo dei congressi per partecipare al resto della conferenza”. La ragione? Il dirigente di Greenpeace “si è unito a una protesta nonviolenta, fuori della sala plenaria”, insieme a un centinaio di attivisti da tutto il mondo.
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I paesi himalayani devono rompere il ghiaccio
di Sudeshna Sarkar
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http://www.beppegrillo.it/ - 23 Novembre 2011 - Nella prima intervista di questo Ministro che si chiama ancora dell’Ambiente, non so il perché. Ha detto quattro cose: "il nucleare possiamo ritornarci perché quello sicuro mi convince, gli Ogm sono buonissimi, li assaggio tutti i giorni, l’acqua forse diventerà di nuovo privata perché è logico che diventi privata perché non ne possiamo fare a meno, gli inceneritori vanno bene, la Tav si farà sicuramente e il ponte sullo Stretto è un progetto entusiasmante. In 4 righe si è messo conto a 30 milioni di italiani. O è scemo o non può pensare di governare, di fare il Ministro, senza parlare alla società civile che è quella che ha sostituito la politica oggi. Beppe Grillo
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Il Pane
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Le parole che l’America non ha voluto sentire
di G. Nigi
L’Amazzonia è l’ecosistema più ricco di biodiversità al mondo: ospita circa 60.000 specie di piante, 1.000 specie di uccelli e oltre 300 specie di mammiferi.
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Abbiamo tradito il Gange
di Vandana Shiva
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di Marina Forti
Altroché 2 gradi centigradi. La temperatura dell'atmosfera terrestre continua a salire, ben oltre la tabella di marcia indicata dagli ultimi vertici delle Nazioni unite. |
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peacereporter.net - 29/06/2011 - L'agenzia metereologica e oceanografica federale USA ha lanciato un allarme riguardante il surriscaldamento globale. I ghiacciai della Groenladia sono in fase di scioglimento ad una velocità mai registrata dal 1958, mentre i ghiacciai artici si sono ritirati di un terzo.
Pur riconoscendo l'esisenza di cicli metereologici gli scienziati attribuiscono le cause dei cambiamenti climatici anche al surriscaldamento del pianeta. Il capogruppo democratico della commissione risorse naturali Edward Markey afferma che dal rapporto è evidente che il surriscaldamento globale sia un problema già presente e non in fase di arrivo, come erroneamente si crede e quindi bisogna trovare una soluzione al problema in tempi molto rapidi.
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brainpickings.org - The Day After Tomorrow: Our Aerial Future by Maria Popova We love aerial photography, there’s something about a bird’s-eye view that puts this Earth, and our place in it, in perspective. Nowhere is this more poignant and gripping than when it opens our eyes to the concrete scale and magnitude of something we hold as abstract guilt in our collective conscience: The environmental impact of human activity and consumer culture. That’s precisely what photographer J. Henry Fair explores in his compelling new book, The Day After Tomorrow: Images of Our Earth in Crisis a rousing invitation to bear witness to the environmental devastation we continue to inflict on our own home, and a visceral call to arms to take responsibility and change our ways. |
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Amazzonia, Congo e Borneo Mekong: L’onu Lancia l’Allarme sulle Foreste Tropicali
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Confitti Ambientali,
Il Cdca Presenta Il Libro
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In occasione della Giornata mondiale
degli Oceani,
Christian Elia intervista Alessandro Giannì di Greenpeace
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Gianfranco Bologna
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Le Nazioni Unite: stop alla crescita, non è più sostenibile
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Kumi Naidoo
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Sara Gandolfi Intervista
il Leader di Greenpeace International
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In barca al Polo nord e senza rompighiaccio
di Jacopo Pasotti
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La Giornata della Terra. Un miliardo di azioni verdi. Seguite le tre "erre" dell'ambien-talista. Riduci. Riusa. Ricicla. Ricordate: l'acqua è la risorsa più a rischio. E solo l'1 per cento di quella sul pianeta è a nostra disposizione. Per riempire una vasca ci vogliono la bellezza di 250 litri d'acqua: mentre una doccia da 5 minuti ne consuma dai 40 ai 100. La lavatrice va fatta partire solo quando è piena. Questo sì che è super spreco: ogni giro consuma 155 litri. Anche la lavapiatti va riempita tutta prima di farla partire. Via quei piatti da sotto al getto del lavandino! Sciacquarli prima non li lava meglio. E anzi così si sprecano altri 80 litri. Basta che lasciate solo due giorni alla settimana la macchina e ridurrete di 700 chili l'emissione di anidride carbonica annuale. Sappiate che lo scarico "verde" usa due velocità. Non sempre c'è bisogno del massimo gettito: invece di 25 consumate 3 litri a scarico. Sono i piccoli gesti che contano. Pensateci, in ufficio, quando bevete l'acqua dal dispenser e state per gettare il povero bicchierino nella spazzatura. Avrete sete anche più tardi, no? Il mondo consuma mille miliardi di buste di plastica all'anno mentre ne occorrono mille, di anni, per decomporne uno. Perché non riutilizzare il retro dei fogli usciti dalla stampante? Dieci fogli di carta salvati fanno 25 grammi al giorno, cioè 7 chili e mezzo all'anno, 16 chili di Co2 risparmiati. Hey, via quei tovagliolini di carta: che spreco. Come faceva la mamma? Ripiegava quei bei tovaglioloni di cotone che si riusavano mattina e sera. La carta igienica senza distruzione di alberi contiene materiale riciclato dall'80 al 100 per cento E per quei mostri di inquinamento che sono gli aeroplani: prenotando online, su siti tipo Expedia, potrete destinare parte del biglietto nel "riacquisto" di quote dell'anidride carbonica consumate.
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Ecco l'ultima apocalisse:
lo sterminio globale dei pesci
di Gabriella Gallozzi |
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Clima impazzito, catastrofi continue:
Sos dalle assicurazioni
di Andrea Boretti
Sei grandi terremoti in sette anni
C'è una correlazione?
di Pietro Greco
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The environmental link to economic growth
By Vinod Thomas
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Un nuovo futuro per la green economy
di Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio
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