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30 Novembre 2011

Pensare come le montagne. Intervista a Paolo Ermani
di Daniel Tarozzi

'Pensare come le montagne' è un libro che aiuta a riflettere sullo stato attuale del pianeta e invita ad agire concretamente per trovare uno stile di vita sostenibile per noi stessi e per il mondo in cui viviamo. Abbiamo intervistato il presidente dell'associazione PAEA, Paolo Ermani, autore, insieme a Valerio Pignatta, di questo "manuale teorico pratico di decrescita".

Strano per me intervistare Paolo Ermani. È un amico (come Valerio Pignatta, coautore del libro stesso), ed è anche il presidente dell'Associazione Paea, che insieme a noi, ha costruito il giornale che dirigo e porto avanti ogni giorno. In teoria potrei trovarmi in una 'situazione scomoda'.

La realtà, però, è che leggere questo libro mi ha emozionato e colpito profondamente, togliendomi ogni imbarazzo. Ed ecco che mi trovo con semplicità ad intervistare Paolo, come se fosse un autore "qualsiasi", un autore che ha scritto un ottimo libro. Il libro che vorrei aver scritto io e che racchiude molta della mia filosofia di vita e della mia percezione del mondo.

Questa quindi è la prima di una serie di interviste che farò nelle prossime settimane per sviscerare i temi trattati da Pensare come le montagne.

Il sottotitolo di Pensare come le montagne specifica che si tratta di un “manuale teorico-pratico di decrescita per salvare il pianeta cambiando in meglio la propria vita”. Manuale teorico-pratico, in che senso?

Nel libro analizziamo la situazione attuale da vari punti di vista: ambientale, economico, sociale, politico, alimentare, sanitario, educativo, energetico, lavorativo, etc., per poi dare delle soluzioni pratiche. Se si vuole davvero cambiare, limitarsi alla teoria serve a poco, bisogna agire con alternative reali messe in pratica giorno per giorno nella propria esistenza. Vivere nel concreto la decrescita ha tutto un altro valore e significato che farne un miraggio o una sterile disputa intellettuale.

Com'è nata l'idea di scrivere questo libro?

Dal fatto che pensavamo che le nostre idee ed esistenze basate su anni e anni di pratica ed esperienze dirette potessero essere di aiuto e interesse anche per altri. Ultimamente c'è il grande rischio che si pensi che il cambiamento passi tutto dentro la rete. La rete può essere importante ma il cambiamento è fatto di scelte e azioni concrete, non infiniti dibattiti telematici.

E l'incontro tra te e Valerio Pignatta?

Ci conosciamo da una quindicina di anni e ci accomunano molti modi di pensare e agire simili. Lavoriamo su attività complementari e quindi abbiamo potuto coprire un ampio ventaglio di argomenti che riguardano i vari aspetti della vita delle persone.

Pensare come le montagne. In che senso?

Ci piaceva l'immagine simbolica che ispirava, personalmente penso che mai come adesso si debba guardare in prospettiva e affrontare i grandi problemi che abbiamo di fronte con solidità, lungimiranza e saggezza, come le montagne appunto.

Qual è stato il capitolo che ti ha richiesto più fatica?

Più che fatica in un capitolo particolare è stato impegnativo affrontare le tante e variegate problematiche odierne senza scrivere una enciclopedia. Sia io che Valerio rispetto ai nostri ambiti di riferimento avremmo potuto scrivere un libro per ogni argomento trattato e quindi dovevamo fare continuamente attenzione a non eccedere in questo senso. In questo momento storico ci sembrava importante dare una visione complessiva di intervento.

E quello che ti ha dato più soddisfazione?

La soddisfazione di essere riusciti ad analizzare e approfondire molti aspetti senza che il libro avesse cinquecento pagine.

C'è qualcosa che non rifaresti?

No, sono molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto e spero che il libro possa essere utile a chiunque lo legga.

Un motivo per cui bisogna leggere questo libro?

Se pensate che voi valete e che il mondo si cambia iniziando da ognuno di noi, è il libro che fa per voi. Se pensate che Monti, Obama o chi per loro risolveranno tutti i nostri problemi, leggetelo ugualmente, così cambierete idea, ah, ah...

Quale autore ti ha influenzato di più nella scrittura?

Gli autori interessanti sono molti ma una persona (più che un autore, dato che sono pubblicati i suoi discorsi) che ritengo fondamentale è il filosofo indiano J. Krishnamurti. In una sua frase emblematica si può racchiudere il suo pensiero: “La verità è una valle senza sentieri”. La sua esistenza è stata tutta improntata alla liberazione totale dell'individuo da ogni condizionamento. Mi è sembrata sempre una impostazione molto affascinante, poiché credo che il condizionamento e la mancanza di libertà interiore sia forse il motivo più grande della crisi attuale. Chi ad esempio è prigioniero del potere, aspetto che poi si declina in moltissimi modi, è in pratica il peggior nemico di se stesso e degli altri.

Il libro è diviso in due parti. Cosa le caratterizza?

La prima parte si intitola Le ragioni per tornare a Vivere e si analizzano anche i vari dati ambientali, sanitari e sociali della situazione attuale per i quali è assolutamente imprescindibile invertire la rotta.

Nella seconda parte, che si intitola Il mondo in positivo, si danno tutte le proposte concrete per attuare il cambiamento nei vari campi che prendiamo in esame, dall'energia alla scuola, dalla salute all'alimentazione, ecc.

Alimentazione, salute, inquinamento. Quale il problema che ti preoccupa di più?

Alla base di tutti i problemi c'è la delega e l'abuso di potere che ne consegue, finché le persone continueranno a delegare ad altri le scelte fondamentali per la propria esistenza, non se ne esce. Di delega in delega abbiamo consegnato a persone senza scrupoli l'intero mondo che ormai stanno portando all'autodistruzione. Così come abbiamo dato loro questo potere, glie lo possiamo togliere. Ma non c'è bisogno di violenza, ad una banca fa molto più male levare i tuoi soldi dal suo conto corrente che spaccargli una vetrina.

Ci hanno convinto che non si può cambiare, invece la forza, la capacità e le possibilità di cambiare e prendere in mano il proprio destino ce l'ha chiunque, a maggior ragione nei nostri paesi occidentali.

Molti dati da voi riportati sono più che drammatici. Come fai a vivere con questa consapevolezza nella tua quotidianità?

La natura e i sentimenti positivi delle persone sono aspetti miracolosi per i quali vale la pena vivere.

Un tramonto sul mare, un abbraccio fraterno, ti danno l'esatta dimensione della meraviglia quotidiana in cui siamo immersi, peccato che ce la stiamo mettendo tutta per distruggere questa meraviglia e per autodistruggerci. Ma penso che alla fine prevarrà il buon senso e l'intelligenza, come dicono in Val Susa, 'sarà dura' ma ce la faremo.

Credi davvero che riusciremo a invertire le cose?

Le cose iniziano ad essere invertite nel momento stesso in cui le persone quotidianamente fanno scelte diverse da quelle di chi le vorrebbe degli automi consumatori.

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