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Venerdì 18 Febbraio 2011 00:07

Le balene ringraziano Sea Shepherd
di Nanni Salio

Ci capita sovente di incontrare persone scoraggiate, deluse, depresse per come “va il mondo”. Ma, a ben guardare, l’azione costante, tenace, caparbia di molti attivisti dei movimenti di base riesce, quando è sostenuta da una buona organizzazione, anche logistica, a raggiungere obiettivi concreti, a prima vista impensabili. E’ il caso degli attivisti di Sea Shepherd Conservation Society, addestrati, coraggiosi, generosi, che da anni inseguono l’obiettivo di mettere totalmente al bando la caccia alle balene, cercando di impedire ai pescherecci, in particolare a quelli giapponesi, di svolgere il loro macabro lavoro. Dopo anni di impegno, sono riusciti a raggiungere in questi giorni un primo, seppur ancora parziale, obiettivo: quello di far desistere i giapponesi dal proseguire nella caccia. Vedremo in futuro a quali risultati più duraturi si riuscirà a giungere.

Non ci dovrebbe essere bisogno di spendere molte parole per denunciare l’enormità del delitto che si commette nell’uccidere questi grandiosi animali, frutto di una evoluzione straordinaria dei processi naturali in cui noi stessi siamo profondamente immersi.

Il cammino dell’umanità verso una cultura della nonviolenza estesa a tutti gli esseri viventi è lento e ancora lungo, ma di tanto in tanto si riesce a compiere qualche passo avanti.

Le balene oggi ringraziano Sea Shepherd, come in passato hanno ringraziato Greenpeace, così come ancor prima una balena madre ringraziò l’equipaggio della Calypso di Jean Jacques Cousteau per avere liberato il suo piccolo balenottero rimasto impigliato nelle reti da pesca nei mari del Nord. Un episodio raccontato e filmato in uno straordinario documento che suscita una enorme commozione nel vedere all’opera i sommozzatori che riescono, accarezzandolo, a vincere le resistenze del balenottero e ad aiutarlo nella difficile impresa di riprendere il mare liberamente. Poco dopo, madre e figlio resteranno a lungo nei pressi della Calypso per ringraziare quegli strani umani che invece di cacciarli hanno restituito loro la gioia di vivere.

Il coro di tutti i viventi si unisce per sostenere coloro che stanno lottando per superare barriere di specie prodotte da una cultura che non riesce ancora a liberarsi pienamente dei propri pregiudizi.

 

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