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12-11-17 - n. 650
Ottobre 1917: Rivoluzione! Ottobre 2017: Verso la rivoluzione!
Partito Comunista Rivoluzionario di Francia
16/10/2017
Nell'ottobre del 2017, ricorrono gli anniversari di due eventi di eguale importanza per il movimento rivoluzionario internazionale del proletariato: il 150° anniversario della prima edizione de Il Capitale di Karl Marx, ottobre 1867, e il 100° anniversario della grande Rivoluzione d'Ottobre.
Questa Rivoluzione è stata la prima della storia del mondo ad essere preparata meticolosamente da un partito, il partito bolscevico, guidato da un leader eccezionale, Lenin, che aveva assimilato come nessun altro nella sua epoca lo spirito e la lettera dell'opera di Marx, di tutto il suo lavoro conosciuto, così come di quello, inseparabile, di Engels. Lenin ha saputo, partendo da questa conoscenza, arricchire il patrimonio teorico approfondendolo in una feroce battaglia contro il cancro dell'opportunismo che gradualmente contagiò il movimento rivoluzionario socialdemocratico. "Non c'è movimento rivoluzionario senza teoria rivoluzionaria". Perché possiamo combattere solo ciò che conosciamo: Lo sviluppo del capitalismo in Russia, Che fare?, Un passo avanti e due indietro, Due tattiche della socialdemocrazia, Materialismo ed empirio-criticismo, L'imperialismo, fase suprema del capitalismo, Stato e Rivoluzione, La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky, non sono che le parti emergenti dell'iceberg che è l'opera di Lenin, prolungamento di quella di Marx e Engels. Ma ha fatto di più, contribuendo a far si che i suoi compagni di lotta, la direzione del partito bolscevico, assimilassero la teoria scientifica di questi due fondatori. Stalin, Dzerzhinsky, Sverdlov, Kollontai e persino quelli che più tardi hanno abbandonato il cammino della rivoluzione e hanno finito per tradire i loro impegni di gioventù, tutti erano immersi nella materia arida di cui è costituita la teoria.
Certo, sono le masse che fanno la storia, vale a dire milioni di individui inseriti in rapporti di produzione, in classi sociali che si confrontano reciprocamente, senza esserne chiaramente consapevoli. Ma, contrariamente alle rivoluzioni borghesi, le rivoluzioni proletarie hanno bisogno di masse coscienti, che sappiano navigare attraverso la tempesta rivoluzionaria. Hanno bisogno di un partito che li aiuti a farlo, di un partito d'avanguardia, non perché sta davanti, non perché conosce tutto, ma perché, imparando da loro, sappia come istruirle alla lotta di classe, sviluppi una strategia e sappia come attuarla in base al livello di coscienza del proletariato e dei suoi alleati. E per questo, è necessario che i membri di questo partito si tuffino nella teoria per contribuire all'analisi collettiva.
I borghesi "illuminati" e gli opportunisti di ogni specie, in questi giorni di anniversario, cercano di dimostrare che l'opera di Marx (sovente opposta a quella di Engels in modo completamente artificiale e senza il minimo fatto che possa giustificarlo) non avrebbe nulla a che fare con il glorioso Ottobre e la costruzione del socialismo che questo permise per quasi 70 anni! Essi recitano il loro credo sulla rivoluzione tradita, sulla mitologia del gulag, sul preteso tradimento di Marx da parte dei bolscevichi, e chiaramente da Stalin. Essi pretendono di ridurre Marx ad un geniale economista, il cui lavoro avrebbe consentito di comprendere certi aspetti (la parola "certi" ha la sua importanza), ma che in realtà sarebbe stato al tempo stesso un dolce sognatore. Pensate dunque! Egli credeva che i lavoratori, i poveri, gli incolti, o "gli avversari delle riforme", "i fannulloni", "la gente da niente", "quelli che fanno casino" come li chiama il Presidente della Repubblica [Emmanuel Macron, ndt], potessero prendere il posto di coloro che non dovevano fare altro che nascere per avere il potere!
Troviamo dunque i nostri universitari di "sinistra", i nostri scienziati della social-democrazia che, accanto alla borghesia, condannano Lenin e i bolscevichi di aver fatto ricorso alla violenza; questa borghesia i cui antenati hanno precipitato il continente europeo in una terribile guerra che solo i bolscevichi hanno combattuto! Questa borghesia che condanna Stalin e il Partito Comunista per aver diretto il popolo sovietico nella difficile costruzione di una società senza capitalisti, di una società dove la cultura e la salute erano aperte a tutti, dove il lavoro non era più una maledizione e dove la disoccupazione era scomparsa... Una società che non era perfetta - infatti non esiste - ma che è andata nella giusta direzione, vietando il razzismo in tutte le sue forme, stabilendo l'uguaglianza sociale, garantendo alle donne i loro diritti, proteggendo l'infanzia e le persone anziane. Questa società socialista sovietica, che sfuggiva alla crisi del 1929, vide la luce nel 1917 e poi dovette affrontare un'altra orribile guerra, dal 1941 al 45, una guerra di cui le potenze capitaliste hanno piena responsabilità. E' stata la vittoria dell'Unione Sovietica, il cui primo dirigente era Stalin, un paese vittima della perdita di un terzo della ricchezza creata nei primi piani quinquennali, che ha permesso a tutta questa bella gente di vomitare calunnie nella propria lingua madre. Quanto agli opportunisti, essi si uniscono al coro anti-sovietico della borghesia perché devono giustificare il loro tradimento.
Le contraddizioni che si sono sviluppate sotto il socialismo e, in ultima analisi, hanno permesso il prevalere, anche se temporaneamente,della controrivoluzione, sono legate al fatto che dal 1956 il Partito Comunista dell'Unione Sovietica non solo si è allontanato dallo studio teorico materialistico per comprendere i fenomeni sociali, ma ha anche lasciato i suoi responsabili ricercare soluzioni nel mondo capitalista.
La sconfitta del socialismo reale è una catastrofe non solo per i popoli coinvolti, ma per tutta l'umanità. Basti vedere la politica perseguita dalla borghesia in tutti i paesi e nel nostro paese in particolare: distruzione del diritto del lavoro, delle strutture di protezione sociale, messa in discussione delle conquiste nella democratizzazione e nell'istruzione, del diritto alla salute, dei principi stessi della democrazia borghese (la cosiddetta legge antiterrorismo, votata in questi giorni, lo sottolinea fortemente), messa in discussione del diritto alla pensione, ecc.
Ma è anche, nuovamente, la minaccia di una guerra che incombe. Le contraddizioni tra gli imperialismi vanno acuendosi, particolarmente tra le antiche potenze dominanti (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone) e le nuove che vorrebbero esserlo (Russia, Cina, Turchia...). Volendo ritrovare la sua posizione di leader, il Presidente degli Stati Uniti, manifesta oggi propositi gravissimi contro la RPDC (Corea del Nord), il Venezuela e l'Iran, moltiplicando le provocazioni sui confini russi, in linea con le dichiarazioni di Hillary Clinton durante la campagna elettorale. Avevamo ben ragione nel dire che sotto Trump, dopo la sua elezione, l'imperialismo americano sarebbe continuato.
Ma lo ripetiamo ancora una volta: per mettere fine a tutto ciò che abbiamo appena descritto, non c'è altra via che attaccare il capitalismo (Il Capitale), rovesciare il dominio della borghesia monopolista (L'imperialismo, fase suprema del capitalismo), abbattere il suo apparato di dominio politico e ideologico, lo Stato borghese come strumento della dittatura del Capitale, e sostituirlo con un apparato statale nuovo, del tipo del Comune di Parigi e dei Soviet, che assicuri il dominio di classe del proletariato, la sua dittatura nel senso marxista del termine.
La Rivoluzione d'Ottobre 1917 ci ispira, ci mostra il cammino, ha dimostrato che vivere senza i capitalisti si può. La sconfitta ha causato scetticismo e scoraggiamento. Occorre contribuire a superare questa condizione, organizzando i lavoratori. E dobbiamo perciò immergerci nella teoria, non per contemplare le stelle, ma per preparare "l'assalto al cielo" (Marx).
Il futuro è nella barbarie capitalista o nel socialismo-comunismo.
La rivoluzione è davanti a noi, compagni!
Partecipa alla lotta della tua classe! Diventa comunista!
Viva il Grande Ottobre 1917! Viva il marxismo-leninismo! Il nostro domani ci chiama!