Originale: Counterpunch

http://znetitaly.altervista.org/

7 novembre 2017

 

Da Leonardo a Lenin

di Susan Babbit

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Il mese scorso è stato il centesimo anniversario della Rivoluzione di Ottobre, la prima rivoluzione riuscita, contro il capitalismo e in opposizione al bagno di sangue imperialista della Prima Guerra mondiale che aveva ucciso 18 milioni di persone. La Rivoluzione di Ottobre è stata importante anche perché ha aperto nuovi modi di pensare, modi molto più realistici.

 

Lenin è morto troppo presto. Era un filosofo. [i] La rivoluzione richiede innovazione intellettuale a ogni livello. Marx era filosofico in maniera innovativa. [ii]. Questo non viene notato abbastanza. Ne sentono la mancanza molti accademici marxisti. L’innovazione filosofica è più difficile di quella politica ed economica.

 

Può influenzare il modo in cui ci si considera e come si pensa.

La Rivoluzione di Ottobre ha dimostrato l’importanza della scienza. Non intendo il lancio dello Sputnik. Intendo l’importanza della scienza per comprendere la condizione umana, per comprendere come vivono gli uomini e come potremmo vivere meglio.

 

Leonardo da Vinci conosceva questo ruolo. Non ottiene credito per  l’importanza  radicale, o potenzialmente radicale del suo punto di vista di chi siamo, in quanto esseri umani. Nel quindicesimo secolo era vegetariano. Al mercato comprava gli uccellini e poi li liberava. Pensava che gli esseri umani fanno parte della natura e che vengono capiti meglio per mezzo della natura che Leonardo rispettava e studiava profondamente.


Leonardo da Vinci era uno scienziato. Aveva elaborato un punto di vista meccanicistico dell’universo duecento anni prima di Newton. E’ stato probabilmente il primo a descrivere come sono costituiti i denti  degli esseri umani, e conosceva la geologia. Osservando incessantemente gli uccelli, capovolse la teoria di Aristotele che gli uccelli sono sorretti dall’aria e i pesci dall’acqua.  Ha dissezionato i corpi, identificando un’anatomia precedentemente sconosciuta.

 

E’, però stato, prima di tutto, un pittore. I suoi biografi dicono che le domande ossessive di Leonardo da Vinci –come è la lingua di un picchio?  – esprimono una curiosità che dovremmo tutti emulare. Fanno delle affermazioni sullo “stupore  infantile” di Leonardo.

Noi, però, facciamo delle domande per un motivo, e Leonardo si faceva delle domande sul collegamento tra mente e corpo. Amiamo quei ritratti – Mona Lisa, La Dama con l’ermellino perché rappresentano i meccanismi intricati della mente. Collegare la mente e il corpo era una componente fondamentale del suo genio artistico. [iii]

 

Pochi secoli dopo, però, i filosofi europei negarono quel collegamento. Operavano una distinzione tra i fatti su come è il mondo – la scienza – e i fatti su come dovrebbe essere – l’etica. La cosiddetta distinzione tra  “fatto e valore” ha indebolito l’etica.

 

In tutto il Canada, gli studiosi di etica e i filosofi della politica non discutono la natura della realtà o il modo in cui conoscerla. Lasciano il compito ai filosofi della scienza.

Pensano che i problemi riguardanti il valore non abbiano bisogno della scienza. Non richiedono la verità di nessun tipo.

 

Il Buddha, 2500 anni fa, non aveva nulla a che fare con la “distinzione tra fatto  e valore”. Non gli sarebbe venuto in mente. Esattamente secondo il  grado in cui conosco la realtà fisica dell’universo, empiricamente, tramite le sensazioni, comincio a sapere come vivere.

E precisamente, secondo il grado in cui vivo moralmente, con il quale Leonardo intendeva  mettere in atto  la buona volontà verso gli altri, io conosco la realtà. Le due cose sono inseparabili. Hanno a che fare con il collegamento tra mente e corpo. Una influenza l’altra. Per Leonardo da Vinci era ovvio.

 

Ci sono voluti i filosofi europei che si sono fatti venire in mente l’idea che i problemi riguardanti il valore sono separati da quelli riguardanti la verità.

 

Marx la pensava in maniera diversa. Anche Lenin e Antonio Gramsci, e José  Martí.

Per prima cosa sapevano in che modo il capitalismo rende gli esseri umani, o almeno alcuni di loro, imperscrutabili. Non è una cosa morale. E’ concreta. La moralità, se ci crediamo, certamente richiede di conoscere gli esseri umani.

 

Lenin ha descritto la conoscenza come “un passaggio attraverso acque scure”. Se proprio il vostro pensiero presuppone il “mondo obiettivo”, e lo fa a causa dell’atto di causare qualcosa, si deve perdere l’attaccamento a quel modo di pensare allo scopo di apprendere che cosa c’è al di là di esso: il mondo come è.

 

Il passaggio di Lenin attraverso le acque scure, ha aperto, di per sé, nuovi modi di pensare. E’ stato così in Sudamerica. José Ingenieros, brillante psichiatra argentino, che ha rivolto i suoi copiosi talenti all’antimperialismo dopo la Prima Guerra mondiale, è stato a capo di un movimento per la riforma dell’istruzione, in tutto il continente.

 

Anche Ingenieros è morto troppo presto. Ha visto che l’intero sistema educativo aveva portato il Sudamerica ai piedi degli imperialisti. [iv] Ha identificato l’ipocrisia dei filosofi, impegnati in giochi intellettuali, quando avrebbero, invece, potuto aprire la strada verso una più profonda comprensione della condizione umana.

 

Nel 1999 Fidel Castro ha detto: “Hanno scoperto le bombe intelligenti. Noi abbiamo scoperto che le persone pensano e sentono.” I Cubani hanno scoperto o riscoperto, l’antica virtù che gli esseri umani conoscono il mondo in maniera dialettica. Noi conosciamo, non soltanto con l’intelletto, ma sentendo fisicamente gli effetti del mondo.

Dovremmo prendere sul serio l’impegno di Leonardo nella scienza a nome dell’arte e della bellezza: la bellezza umana.

 

Il suo impegno scientifico è necessario che venga capito più profondamente che soltanto tramite ingenui cliché su una sua ipotetica meraviglia giovanile. I cliché stessi indicano quanto poco sappiamo sul modo in cui conosciamo.

 

Lenin non ignorava questi problemi. Martí che è stato un anti-imperialista decenni prima di Lenin, ha messo questi argomenti – anche se sono filosofici – al centro del suo programma rivoluzionario.

 

Era un realista. Anche Lenin.  Ora dovrebbe essere ricordato come un filosofo.

Ana Belén Montes dovrebbe essere ricordata. [5]Ha cercato la verità, e ha agito in base ad essa. E’ in carcere negli Stati Uniti, senza aver fatto del male  a nessuno. Per favore, firmate la petizione su: https://www.change.org/p/1500-women-say-free-ana-belenmontes?recruiter=65516725&utm_source=share_for_starters&utm_medium=copyLink

 

Note

[i] Tamas Krausz, Reconstructing Lenin: An Intellectual Biography (Monthly Review Press); Lar T. Lih, Lenin: Critical lives ( UK: Reaktion Books, 2011)

[ii] Allen Wood, Karl Marx: Second Edition (Routledge 2003)

[iii] Walter Isaacson Leonardo da Vinci (Simon and Schuster, 2017) 219

[iv] In Raúl Roa, Bufa subversiva  (Havana: Ediciones la memoria, 2006) 35

[v] http://www.prolibertad.org/ana-belen-montes.

 


Per avere maggiori informazioni scrivete a cnc@canadiannetworkoncuba.ca

Oppure  a cincoheroes@listas.cujae.edu.cu


Susan Babbitt è l’autrice of Humanism and Embodiment (Bloomsbury 2014).


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://www.counterpunch.org/2017/11/07/from-leonardo-to-lenin

top