VOCI 1:1

Edim, :- Essere uomo a Sarajevo, significa essere musulmano, ortodosso, cattolico, ebreo e anche rom. Significa ascoltare la preghiera dei muezzin, il suono delle campane delle chiese e sentire le preghiere in tutte le lingue. Sono contento perché i nostri nemici, non sono riusciti a distruggere la nostra libera convivenza, ne l'amicizia tra i diversi cittadini che vivono a Sarajevo. E credo che non potranno riuscirci nemmeno in futuro, niente potrà mai distruggere lo spirito dell'uomo che é nato a Sarajevo.-
Serif, :- Questa non é la guerra della croce contro l'islam, non é la verità, no. Anch'io sono musulmano, ma quel giorno, quando il nostro presidente Alija dirà che bisogna ammazzare cattolici e ortodossi, solo perché sono cristiani, io da quel giorno non sarò più musulmano, io prenderò la croce. Noi siamo gente che non vogliamo vivere in guerra, vogliamo vivere tutti insieme, senza differenze di razza o di religione.-

Alma, :- Parlo a lume di candela, perché non abbiamo ne luce, ne gas, ne acqua, ne cibo, ma abbiamo una grande voglia di vivere insieme. A Sarajevo celebriamo insieme tutte le festività religiose, il Natale dei cattolici, quello degli ortodossi e il Bajram dei musulmani. E' una cosa che ho sempre fatto, fin da bambina, anche se sono musulmana vado nelle chiese per seguire e rispettare le loro festività, perché questo mi fà sentire pulita spiritualmente. Nessuno di noi, quando é venuto al mondo, ha potuto scegliere di nascere cattolico, serbo, musulmano o ebreo e allora perché dobbiamo pagare noi, perché siamo nati musulmani o loro perché sono di altre religioni?-

Moamera, :- Gli stranieri dicono che a Sarajevo ci sono delle bellissime ragazze, forse é vero, non lo sò ma noi, donne di Sarajevo ci teniamo molto ad essere sempre carine, truccate e ben vestite, perché questo ci aiuta a sopravvivere. Qui la vita é molto pesante, il cibo é scarso e spesso mancano l'acqua, la luce e il gas. Nessuno può capire cosa abbiamo passato e come viviamo ancora oggi. Noi giovani cerchiamo di essere felici e di divertirci ugualmente anche se niente é più come prima, andiamo alle feste solo per qualche ora, fino al coprifuoco, quando dobbiamo tornare a casa. Poi il giorno dopo quando ci svegliamo in questa città assediata, ricominciamo di nuovo a vivere pensando alle cose belle, cercando di aiutarci l'un l'altro. Molti ragazzi sono morti in questa guerra, le tragedie hanno colpito tutti, ma io cerco di non pensarci e coltivo la speranza che presto tutto finirà.-

Jasmin, :- Le granate cadono improvvisamente e noi sopravviviamo a questo orrore. Pochi giorni fà, una granata é esplosa sotto le mie finestre, sette uomini sono morti, un'immagine orribile, giacevano morti sull'asfalto e io camminavo tra i loro intestini, un uomo era stato spezzato dall'esplosione, una parte del corpo era separata e distante dall'altra. Era veramente terribile, ho raccolto la mia vicina e l'ho caricata su di una macchina che l'ha portata all'ospedale, ma lei purtroppo é morta. Sua figlia é paralizzata a letto a causa di una granata che la ferì un anno fà, ora é rimasta sola. Così noi, i vicini di casa, le portiamo l'acqua e il cibo e abbiamo cura di lei.-


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