ACQUA 1:2
La mancanza dell'acqua é la croce della popolazione assediata, ogni giorno servono molte decine di litri d'acqua ad una famiglia, per lavarsi, per cuocere il cibo, per fare il bucato, per bere ecc ... spesso bisogna sostare in fila per ore, per approvvigionare di acqua la propria famiglia ed é molto pericoloso perché le granate possono colpire in qualsiasi momento. Non ci sono molti punti in città dove si possono riempire le taniche e spesso gli abitanti sono costretti a fare molta strada. In centro, l'acqua sgorga, a volte, dai rubinetti delle cantine dove, a lume di candela, si attende il proprio turno. Anche i bambini vanno a fare l'acqua tutti i giorni, con una tanica da cinque litri per ogni mano, spesso anche il loro percorso é fatto di kilometri e di scale, prima di rientrare a casa.
Oltre il quartiere di Alipasno Polije, c'é un ponte dove passa l'acquedotto, poche centinaia di metri dopo il palazzo della televisione, a quel ponte vanno ad approvvigionarsi d'acqua dai quartieri vicini e anche da quelli sulle colline circostanti e spesso c'é la ressa. Su entrambe le sponde della Milijacka, la gente si affolla paziente in fila, in attesa che venga il suo turno di salire sull'acquedotto, che ha un diametro di almeno due metri, per raccogliere l'acqua che zampilla fuori dalla tubatura. Un poliziotto regola l'avvicendarsi delle persone, un bambino piange tenendo per mano la mamma. C'é chi si é fabbricato un carrello di fortuna con una vecchia carrozzina abbandonata sotto casa, con quella riesce a trasportare fino a cento litri. Ci sono moltissimi carrelli di ogni genere, tutti diversi tra loro. Il sindaco vorrebbe fare un museo, alla fine della guerra, dove raccogliere e conservare tutti quei carrelli. E poi c'é il ritorno a casa con le taniche piene e pesanti, dal ponte bisogna risalire la collina, oppure il 15° piano del palazzo, prima di arrivare a casa.
Alla birreria nel quartiere di Bistrikt, c'é una pompa in strada, lì dicono che l'acqua sia molto buona, perché la birreria é costruita su di una falda naturale. Anche i caschi blu mandano le loro cisterne alla birreria per approvvigionarsi d'acqua. Se i bombardamenti sono molto intensi le pompe vengono frequentate solo di notte, allora i cittadini si assiepano nel buio, per evitare di essere visti dagli artiglieri, lo chiamano, con tragica autoironia, il ballo dei vampiri. Altre volte, appena si sparge la voce che l'acqua sgorga in un certo posto, parte una comunicazione segreta e dopo pochi minuti il sordo boato delle granate miete il suo macabro raccolto di morte.

2:2
Nel quartiere di Dobrinja, un uomo esce di casa di primo mattino e, spingendo la sua carriola carica di taniche vuote, si avvia di buon passo verso la pompa dell’acqua che trova già affollata.
Il cancello che regola l’accesso alla pompa é sorvegliato da un poliziotto armato e la folla attende paziente formando una lunga fila. Dopo molte ore, l’uomo riesce a riempire le sue taniche e si avvia di nuovo verso casa, spingendo il suo pesante carico e pensando ai tre o quattro viaggi, fino al nono piano, che dovrà fare una volta arrivato.

Finalmente verso mezzogiorno, dopo qualche kilometro, l'uomo gocciolante di sudore e la sua carriola gocciolante d'acqua giungono sulla soglia di casa, dove l'uomo si ferma per riprendere fiato.
Ma non fà in tempo a sfilarsi il fazzoletto di tasca per asciugarsi la fronte, quando, dal dodicesimo piano, un corpo inerme libera se stesso nel vuoto, abbandonando per sempre ogni paura e ogni dolore, lasciandosi alle spalle la fame, la sete e la solitudine, e piombando come un'enorme granata inesplosa sulla carriola piena d'acqua che si schianta sotto la forza dell'impatto, sconquassandosi e riversando tutta l'acqua sull'asfalto.
Il pover'uomo, che stava asciugandosi la fronte, si ritrova per terra, a pochi metri da lui il cadavere del suo vicino giace, riverso sulle taniche ormai vuote, avvinghiato ad esse in un abbraccio disperato e grottesco.
Il sangue si é mescolato all'acqua, lacrime di terrore sgorgano spontanee dal volto stupefatto del pover'uomo seduto sull'asfalto davanti a quella scena. Confuso dai suoi stessi sentimenti, assalito dalla rabbia per la perdita dell'acqua, così faticosamente racimolata e dalla pietà per il suicidio del suo anziano vicino Piange, tremante sotto il sole dell'estate bosniaca, cosciente di essere ancora vivo, mentre i vicini accorrono ad aiutarlo.


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