HUSEJN SMAJC, MUFTIJA DI SARAJEVO 1:2

Husejn Smajc, Muftija di Sarajevo,
capo della comunità islamica cittadina,
espone la sua visione delle cose.

- Tutti sanno che l'aggressione alla BiH é stata pianificata molto tempo prima del 1992. Già da tempo esisteva un progetto del nazionalismo serbo per costruire la Grande Serbia, così quando non é stato più possibile mantenere unita la Jugoslavia, allora é stato attuato il progetto della Grande Serbia, in cui dovevano essere comprese; la Serbia, il Montenegro, la Bosnia Herzegovina e quelle regioni della Croazia dove vive una numerosa comunità serba, cioè la Krajna e la Slavonia orientale. Noi possiamo affermare questo, perché é stato scritto nel Memorandum dell'Accademia delle Scienze e delle Arti di Belgrado, dove risulta chiaramente la volontà di distruggere tutta la cultura islamica. Per questo motivo la comunità islamica non ha accettato di entrare nella Grande Serbia, perché questo avrebbe significato la distruzione dell'Islamismo e del popolo musulmano. Com'é successo nei territori occupati, dove tutte le antiche moschee sono state distrutte, così come i monumenti costruiti dalla cultura islamica. Per questo i musulmani hanno organizzato una opposizione nazionale che, grazie a Dio, ha avuto successo.

Noi vogliamo mantenere e proteggere la Bosnia, e vivere con tutti coloro che sentono la Bosnia come la loro patria. Vorrei sottolineare l'atteggiamento negativo della chiesa ortodossa verso la nostra comunità, nel momento in cui vengono consacrati quei luoghi dove sono state distrutte le moschee e anche le chiese cattoliche, per poi costruirci sopra le chiese ortodosse. Uno dei primi conquistatori turchi, Mehemed Fatih Pàscia, che portò in Bosnia l'Islamismo e costruì le prime moschee, emanò un decreto dove si legge che tutti i cristiani devono avere gli stessi diritti dei musulmani e che i preti cristiani e le loro chiese devono essere protetti. E' quindi grazie alla tolleranza islamica che il cristianesimo ha potuto resistere fino ad oggi e sono sicuro che anche in futuro sarà lo stesso. Anche per questo siamo in buone relazioni con l'Arcidiocesi di Sarajevo, così come loro sono sempre stati molto corretti con noi, in tutto questo tempo e gli siamo grati per avere accettato la BiH come loro patria. Posso affermare che, non solo a Sarajevo ma ovunque, nei territori liberati, dove vivono dei musulmani sotto l'autorità musulmana, nessuna chiesa cattolica e neppure ortodossa é stata distrutta e sarà così anche in futuro. Se ci sono stati alcuni incidenti, questi sono estranei alla politica della comunità islamica, comunque noi siamo pronti a scusarci e a riconoscere un eventuale concessione materiale. Purtroppo, a causa della politica, é in atto una scontro armato tra cattolici e musulmani, tuttavia ciò non avviene per una questione religiosa. Dipende solo da alcuni politici del popolo croato che hanno pensato di creare uno stato croato puro, con il nome di Herzeg-Bosnia. Là dove loro hanno istituito le loro autorità di stato, non ci sono più musulmani e le moschee sono state distrutte.

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Questo non é un problema creato da noi, ma dalle persone che hanno perseguito una politica sbagliata verso i musulmani di questo paese. Sono loro che devono cambiare politica. Noi musulmani saremo pronti a dimenticare, ma si dovranno riparare le moschee e la nostra gente, che é stata scacciata, dovrà poter ritornare nelle proprie case. La nostra religione ci insegna che é meglio avere un vicino insieme con noi, piuttosto che un fratello lontano. Noi pensiamo che i "traslochi umanitari" e la "pulizia etnica" siano un prodotto del fascismo. Potete immaginare se in Egitto, dove vivono circa il 6% di copti ortodossi, succedesse che i musulmani dicessero loro; da oggi non potete più vivere qui con noi, ma dovete andarvene in Russia, o in Serbia, o in qualche altro paese lontano? Questo non é mai successo e non succederà mai perché il codice dell'Islamismo non lo permette.-

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