Originale: Pambazuka

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15 agosto 2014

Gli Stati Uniti, la NATO e la distruzione della Libia

di Horace Campbell

Traduzione di Maria Chiara Starace

La NATO ha sostenuto che il suo intervento in Libia è stato un successo storico, ma tre anni dopo la Libia è nel caos totale. Circa 1.700 milizie hanno un totale di 250.000 uomini sotto le armi. Un altro intervento esterno sembra necessario per stabilizzare il paese. Però gli Stati Uniti e la NATO non devono essere mai coinvolti.

INTRODUZIONE

La maggior parte delle ambasciate straniere ha evacuato il proprio personale da Tripoli nelle scorse settimane dato che i combattimenti tra le milizie armate creavano un incubo fatto di violenza, insicurezza e morte per milioni di libici. Gli Stati Uniti hanno usato la loro presenza militare nel Mediterraneo per far scortare il loro personale delle ambasciate e le guardie dei Marine addette alla sicurezza delle ambasciate stesse, nel viaggio via terra in Tunisia, lo scorso fine settimana. L’evacuazione dei diplomatici occidentali che lascia milioni di libici a un destino incerto, ha portato in primo piano le dimensioni libiche di un più ampio teatro di guerra che va da Tripoli attraverso Bengasi fino al Cairo, ad Alessandria, a Gaza e da Aleppo in Siria fino a Mosul in Iraq. Gli ex alleati della NATO: Qatar, Turchia ed Arabia Saudita sono ora collegati a fazioni non unite tra di loro della guerra civile libica. In Libia, la guerra e le conseguenti stragi tra il Generale Khalifah Hifter (talvolta scritto Haftar) appoggiato dagli Stati Uniti e le milizie appoggiate dal Qatar, sono un’indicazione che gli ex alleati stanno litigando. I cittadini in Occidente non comprendono molto l’intensità delle sofferenze provocata ai popoli del Nord Africa, della Palestina, della Siria e dell’Iraq da quando gli Stati Uniti e la NATO hanno intrapreso delle guerre contro i popoli di questa regione. Le battaglie in Libia si fondono con la guerra criminale contro il popolo palestinese, specialmente contro gli abitanti di Gaza. E’ stato tre anni fa che la NATO ha dichiarato la fine della sua missione, annunciando ad alta voce che la missione della NATO in Libia era stata “una delle più riuscite nella sua storia.” Malgrado questa dichiarazione di successo, c’erano chiari segni che solo i resti delle milizie della NATO subornate combattevano per il controllo della Libia. Oggi che i combattimenti hanno travolto tutta la società libica al punto che le milizie che erano state schierate dalla NATO sono ora fuori controllo, i finanziatori delle stesse sono presi dalle più ampie dispute sul futuro dell’Africa, della Palestina e della Penisola arabica. Le richieste alle Nazioni Unite e all’Unione Africana di intervenire militarmente in Libia, devono ora essere accompagnate dalla richiesta di assicurazione che nessuno degli attuali membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che erano tra i partecipanti all’intervento della NATO, possa far parte di qualsiasi forza ONU per smilitarizzare la Libia e disarmare le milizie fuori controllo.

L’ATTUALE GUERRA CIVILE IN LIBIA

Le notizie dell’attuale guerra civile in Libia restano confuse perché le agenzie di stampa occidentali hanno un interesse personale nel mantenere i problemi poco chiaro in modo da teneri la Libia occupata e distrutta. Fin dalla distruzione della Libia a ora della NATO nel 2011, ci sono stati oltre 50.000 libici che hanno perduto la vita. Questo è accaduto in una società dove le Nazioni Unite sono entrate con un mandato di Responsabilità di Proteggere. Invece di proteggere i cittadini libici, le forze della NATO ne hanno uccisi diecine di migliaia, hanno costruito le milizie e poi hanno lasciato il paese in mano a fazioni diverse che hanno scatenato un regno di terrore nella società. Malgrado gli ottimi tentativi del Dipartimento di Stato ameri cano e della NATO di presentare un cosiddetto processo di “transizione”, con le pratiche procedurali democratiche come le elezioni, il ruolo delle milizie è stato la caratteristica dominante della guerra e della distruzione. Quando l’insigne attivista libica per i diritti umani, Salwa Bugaighis, è stata uccisa a Bengasi il 26 giugno scorso, sia Samantha Powers (Rappresentante permanente degli Sari Uniti all’ONU) che Hillary Clinton (ex Segretario di Stato) hanno fatto dichiarazioni denunciando il suo assassinio, ma queste due architette della distruzione della Libia sono incriminate al tribunale dell’opinione pubblica per il ruolo che hanno avuto nel creare l’attuale conflagrazione. Quello che è stato tenuto nascosto ai cittadini statunitensi è il ruolo delle imprese finanziarie come la Goldman Sachs, i Servizi Finanziari della Svizzera, la Società Generale SA della Banca francese, la società per i fondi speculativi denominata Gruppo di gestione capitali Ich-Ziff, e la ditta di private-equity** del gruppo Blackstone per i loro rapporti con l’Autorità libica per gli investimenti. Le persone più informate dovranno leggere i giornali finanziari per seguire le molte cause legali che sono in corso per fare un esame minuzioso delle indagini sull’estesa corruzione statunitense e britannica che stanno esaminando fino a che punto sono arrivate alcune imprese finanziarie occidentali per ottenere un pezzo della ricchezza petrolifera della Libia. Un esame minuzioso dell’attuale indagine sui rapporti tra la Goldman Sachs con la Autorità libica per gli investimenti condotta dalla Commissione Statunitense per i Titoli e gli Scambi su possibili violazioni delle leggi americane anti-corruzione, aiuterà a fare luce sulle potenti forze negli Stati Uniti che hanno spinto alla guerra contro il popolo della Libia nel 2011. A causa della propaganda di guerra per combattere il terrorismo in Africa, i cittadini occidentali non possono capire facilmente come il governo degli Stati Uniti abbia appoggiato gli jihadisti a Bengasi. Finora il Congresso degli Stati Uniti ha confuso le informazioni sui rapporti tra la la CIA e i gruppi più estremi della Milizia perché rappresentanti politici come il il deputato Darrel Issa della California, hanno deliberatamente creato confusione per camuffare le complicità delle forze militari e di intelligence degli Stati Uniti nei loro rapporti con le milizie più estreme. Ogni tanto il pubblico statunitense viene distratto dalla guerra civile dagli Stati Uniti che apparentemente organizzano operazioni per catturare ‘terroristi’ come Ahemed Abu Khattala (nel 2014, per l’uccisione dei funzionari statunitensi a Bengasi) o Abu Anas al-Libi nel 2013. Tuttavia, le circostanze complicate dei servizi segreti occidentali e delle operazioni militari in Nordafrica, si sono integrate pienamente nella più ampia guerra contro i popoli della Palestina e del Nord Africa. Il generale Hifter rappresenta ora la faccia pubblica delle forze appoggiate dagli Stati Uniti sul margine settentrionale del Nord Africa.

GLI STATI UNITI E IL GENERALE HIFTER

Quando la NATO è intervenuta in Libia, i militaristi del Nord Atlantico stavano sperimentando un nuovo tipo di guerra perché i cittadini dell’Occidente si erano opposti all’intervento sulla base delle mobilitazioni e delle dimostrazioni dei movimenti per la pace e la giustizia sociale. Allo scopo di rendere accettabile ai cittadini statunitensi l’intervento della NATO, l’amministrazione Obama ha sostenuto che non ci sarebbe stato alcun spiegamento massiccio di truppe, anche se all’inizio della campagna il Comando Statunitense in Africa si attribuiva il merito dell’operazione della NATO. Con questo tipo di guerra si è fatto tutto il possibile per evitare l’impiego di truppe di guerra degli Stati Uniti o di altri invasori della NATO; invece si faceva affidamento sui bombardamenti incessanti dall’alto, sull’impiego di milizie, sulla mobilitazione di paesi di una terza parte (in questo caso il Qatar), sulla mobilitazione delle Forze Speciali e sull’uso dei media occidentali per avere disinformazione, propaganda e guerra psicologica. Quando la NATO ha dichiarato un successo la sua missione, questo faceva parte di un dibattito interno nei corridoi dei militaristi perché, coma abbiamo appreso dal libro: ‘Duty, Memoirs of a Secretary of War,’[ Il dovere: memorie di un Segretario alla Guerra] dell’ex Segretario alla Difesa, Robert Gates, c’erano profonde divisioni circa la prosecuzione di questo bombardamento della NATO e la distruzione della Libia. Con il suo sguardo personale sulla storia, Robert Gates ha detto che stava per dimettersi a causa dell’intervento della NATO e della guerra in Libia. Ora che il mondo sta assistendo al totale contraccolpo di questa guerra contro la Libia con la morte di John Christopher Stevens (già ambasciatore degli Stai Uniti) a Bengasi e all’attuale evacuazione della missione statunitense da Tripoli, è istruttivo capire il ruolo di alcune delle forze appoggiate dagli Stati Uniti, come il generale Khalifah Hifter. (Vedere Russ Baker, 22 aprile 2011: “Is General Khalifak Hifter The CIA’s Man In Libia?”) [Il generale Khalifah Hifter è l’uomo della CIA in Libia?*]. Hifter che ora ha 71anni, era stato nelle forze armate libiche dall’epoca del colpo di stato militare del1969, ma dopo il 1987 ha lasciato il governo di Gheddafi. Quando l’Occidente ha imposto le sanzioni alla Libia, Hifter era collegato al Fronte Nazionale di Salvezza, che fa parte dell’opposizione (NSFL). Nel 1988 si è trasferito negli Stati Uniti e viveva bene in quel famigerato sobborgo di Washington, D.C., – Langley, in Virginia. Quando sono iniziati i bombardamenti della NATO nel marzo 2011, Hifter è tornato in Libia e si è unito alle numerose fazioni. E’ importantissimo dichiarare qui per i lettori che la CIA ha reclutato in Libia elementi che in precedenza erano stati definiti terroristi. Nei molti libri che trattano della Libia del tempo di Gheddafi, i nomi dell’ LIFG, Gruppo dei combattenti islamici libici, e di Abdelhakim Belhadj erano molto presenti. La Libia orientale era una base della sovversione, e la pigrizia dei rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti impedisce di rivelare in modo completo il modo in cui il Comando statunitense in Africa e la CIA reclutavano i jihadisti come Abdelhakim Belhadj. E’ a questa alleanza con i jihadisti che il generale Hifter è tornato nel 2011, ma nella sua ricerca di dominio nelle forze anti-Gheddafi, c’era un altro generale che stava tentando di imporre il proprio stile alla ribellione. Il generale Abdul Fattah Younis era stato un importante ufficiale militare sotto Gheddafi che era arrivato alla carica di Ministro degli Interni. Si è dimesso dal governo di Gheddafi nel febbraio 2011 per unirsi alla “ribellione.” Il rapimento e l’uccisione del generale Younis nel luglio 2011 hanno eliminato il solo importante militare rimasto che poteva competere per la carica di uomo forte in campo militare nell’era post-Gheddafi. Dopo l’assassinio e l’umiliazione di Gheddafi nell’ottobre 2011, Hifter è diventato il capo di una delle 1.700 milizie con oltre 2.500 persone arruolate. Abdelhakim Belhadj è diventata la persona più potente a Tripoli dopo la ‘vittoria’ della NATO quando si è installato come capo del Consiglio militare di Tripoli. Quando gli Stati Uniti hanno intrapreso il loro programma per la transizione per la Libia, Belhadj ha rinunciato al suo titolo militare e si è presentato alle elezioni come leader civile. Hifter non poteva sfidare apertamente le forze dell’LIFG a Tripoli, e quindi ha operato per creare rapporti con le milizie della città di Zintan, impegnandosi duramente per emergere come il nuovo uomo forte della Libia. Fin dal 2014, Hifter è stato coinvolto in azioni militari di alto profilo (prima una presa di potere militare dichiarata in un golpe fallito nel febbraio 2014 e poi in maggio in una guerra prolungata per sconfiggere le forze di Misurata e quelle appoggiate dal Qatar). Dalle piattaforme occidentali e da coloro che hanno intervistato Hifter, questo generale rivendica la lealtà di oltre 70.000 soldati insieme alle forze della milizia di Zintan. Venerdì 14 febbraio il Generale Khalifa Hifter ha annunciato un colpo di stato in Libia. ‘ Il comando nazionale dell’esercito libico dichiara la nascita di un movimento per un nuovo piano di azione’ (per salvare il paese), ha annunciato Hifter con un video messaggio. Perfino il New York Times ha deriso questo tentativo di golpe con la notizia che David Kirkpatrick ha riferito dal Cairo. Nel suo pezzo: ’In Libia un golpe, o forse no,’ il giornalista attirava l’attenzione sulla “vivace” carriera di Hifter, senza spiegare ai suoi lettori gli stretti rapporti tra il generale libico e la rete statunitense di militari e di agenti dei servizi segreti in Nord Africa. Nel maggio 2014 Hifter è ricomparso nei titoli dei giornali con il suo rapporto in cui si vantava di combattere per estirpare i terroristi da Bengasi. Ci sono numerose milizie a Bengasi, ma le due più note erano le milizie Brigata dei Martiri del 17 febbraio e l’Ansar al-Sharia. Mentre le forze che sono state chiamate Ansar al-Sharia erano state mobilitate dai programmatori della NATO perché entrassero in guerra per destituire Gheddafi, nel settembre 2012 queste varie milizie erano in disaccordo tra di loro e questa particolare milizia è stata incolpata per l’attacco alla strutture della CIA a Bengasi, l’11 settembre 2012, quando 4 agenti statunitensi sono stati travolti nella guerra tra milizie. Un’indicazione dei livelli di appoggio esterno a Hifter è arrivata dal fatto che la sua ala militare che si chiama Esercito Nazionale, è stata in grado di usare bombardamenti aerei contro i suoi avversari. Il 16 maggio Hifter ha dato il via all’Operazione Dignità libica, dicendo che la sua missione era di sciogliere il Congresso nazionale generale, che chiamava islamista, e di distruggere i ‘terroristi’. Per entrare nelle grazie delle forze occidentali di propaganda , Hifter classificava come terroristi i suoi oppositori a Bengasi e sosteneva che a questi ‘terroristi’ era stato permesso di installare basi in Libia. Questo era chiaramente un linguaggio ambiguo, perché era stata la CIA al comando del generale Petraeus come abbiamo appreso dalla biografia scritta da Paula Broadwell (l’amante di Petraeus, n.d.t.) che aveva iniziato a reclutare gli islamisti dalla Libia Orientale per farli combattere in Siria. L’altra prova di collaborazione tra Hifter e le forze dell’intelligence occidentale, è arrivata quando, nel bel mezzo dei combattimenti tra Hifter e i suoi oppositori a Bengasi, le forze statunitensi per le Operazioni Speciali, hanno compiuto la loro missione di ‘catturare’ Ahmed Abdul Khattala. Questa operazione degli Stati Uniti ha rivelato la stretta collaborazione tra Hifter e gli Stati Uniti. Quando i cittadini libici si sono lamentati della campagna militare di Hifter, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia si è rifiutato di ‘condannare’ l’uccisione di cittadini innocenti a Bengasi, a opera di Hifter e del suo ‘Esercito nazionale’. Lo scopo dichiarato di Hifter di sciogliere il Congresso nazionale generale, ha rivelato disaccordi più profondi tra gli Stati Uniti e il Qatar per il futuro della Libia e le politiche del Nord Africa. Sebbene Hifter combattesse con il suo ‘Esercito Nazionale’, le divisioni tra le varie milizie hanno provocato grosse battaglie tra Hifter e le altre milizie. I rapporti dei media sostengono che Hifter è appoggiato da forze esterne negli Stati Uniti, in Egitto, in Algeria e in Arabia Saudita. E’ significativo che in questo schieramento di appoggi non si facesse menzione della Turchia e del Qatar. Una delle milizie più forti in Libia fin dall’epoca dell’intervento della NATO erano stati i combattenti di Misurata. Come ho documentato nel mio libro ‘Global NATO and the Catastrophic Failure in Libya’ [ La NATO globale e il fallimento catastrofico in Libia], è stato a Misurata che sono state fatte sbarcare le forze del Qatar per intraprendere la presa di Tripoli, nel luglio e agosto del 2011. Sappiamo dai rapporti giornalistici di Al Jazeera che in Qatar ci sono forze solidali con le milizie di Misurata in Qatar. Nella tipologia di Al Jazeera delle varie milizie in Libia, ci si dice che 235 brigate di miliziani sono collettivamente la forza singola più potente che ci sia in Libia, e combattono in un assedio di 6 mesi durante l’insurrezione. Sono equipaggiati con armi pesanti, carri armati e razzi lanciati dai camion, e hanno la capacità di essere una forza decisiva in qualsiasi battaglia tra Haftar e le forze islamiste.’ Si può fare una distinzione tra questo rapporto e quelli degli altri media occidentali come la BBC o la Voce dell’America circa la natura delle milizie libiche. Quando certi organi di stampa occidentali accoglievano il Generale Hifter come un salvatore e lo paragonavano al generale egiziano Abdel Fattah saeed Hussein Khalil el-Sisi, questo faceva parte della propaganda di guerra di vendere Hifter ai cittadini di Bengasi che erano scesi in campo contro il bombardamento ad opera delle sue forze. Le forze di Misurata erano l’ala militare di quella sezione delle forze politiche che dominavano il Congresso Nazionale Generale. Hifter era in lotta per consolidare le varie milizie sotto la sua leadership e c’erano molti rapporti gioiosi che parlavano di come Hifter fosse il salvatore della Libia. Tuttavia, dal Qatar, lo scrittore Ibrahim Sharqieh, ha osservato, in un articolo sul New York Times, che il mondo dovrebbe ‘ guardarsi dal “Giusto dittatore” della Libia’. Ibrahim ha affermato che ‘Negli ultimi due anni molti di loro hanno tratto profitto dal caos che travolge il paese e hanno sviluppato l’interesse per mantenerlo. Signori della guerra, gruppi islamisti e altri rivoluzionari impegnati che hanno realmente combattuto contro il governo di Gheddafi, non si arrenderanno al movimento del Generale Hifter – e questo pone una seria minaccia alle prospettive di stabilità della Libia. ’La tolleranza di Washington verso il movimento del Generale Hifter ha peggiorato molto le cose. Si citano le parole di Deborah Jones, ambasciatrice degli Stati Uniti in Libia: “Non me ne verrò fuori per condannare quello che ha fatto’, perché, ha aggiunto, le forze del generale Hifter inseguivano i gruppi che erano sulla lista di Washington dei terroristi.’ Questo articolo ha portato alla luce le chiare divisioni esistenti tra Doha e Washington che erano il riflesso di più profonde divisioni in Nord Africa e in Palestina. Nella guerra contro i popoli della Siria, il regime del Qatar è stato molto attivo insieme ai governi dell’Arabia Saudita e della Turchia nel fornire finanziamenti e armamenti ai fanatici che ora si sono proclamati ‘Lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante’ o ISIL (o ISIS). Tuttavia i rapporti tra il Qatar e Washington si sono logorati lungo la strada delle vicende politiche in Egitto. Le forze militari che avevano ucciso e imprigionato centinaia di migliaia di sostenitori della Fratellanza Musulmana in Egitto non sono appoggiate dalla attuale leadership del Qatar. Il Qatar e l’Arabia Saudita hanno rotto i rapporti a causa della presa di potere militare da parte della Fratellanza Musulmana e delle forze contro-rivoluzionare dei militari egiziani. In questo nuovo dissenso tra la leadership politica del Qatar e i generali al Cairo, gli organi di stampa e le ONG sostenute dal Qatar, sono stati maltrattati. I giornalisti qatarioti di Al Jazeera in Egitto sono stati tormentati e arrestati. Nel giugno 2014, due giornalisti inglesi di Al Jazeera sono stati condannati a sette e a 10 anni di prigione . Questi giornalisti sono stati condannati da un tribunale egiziano con accuse che comprendevano l’aiuto alla Fratellanza Musulmana e la diffusione di notizie false.

ESPANSIONE DELLA GUERRA E BATTAGLIA PER L’AEROPORTO A TRIPOLI

Delle 1700 brigate che ci sono in Libia, le forze dominanti sono rappresentate dalle milizie di Zintan ( Il Consiglio Militare Rivoluzionario Al-Zintan è stato formato nel 2011), riunendo 23 brigate di Ziantan e dei monti Nafusa nella Libia occidentale, le milizie di Misurata e le milizie di Bengasi. Nel caso della capitale, Tripoli, le milizie in competizione controllavano diversi quartieri e le milizie di Zintan e quelle di Misurata, due delle forze militanti che reclamavano la legittimità. Dato che non c’era un comando centrale per l’uso della forza, di volta in volta fazioni diverse dei militari gareggiavano per la supremazia. Nel caso delle guerre che di espandevano verso est, le forze di Misurata hanno intensificato le loro battaglie per prendere il sopravvento a Tripoli. Nelle settimane passate questa battaglia per la supremazia ha assunto la forma di una battaglia mortale dove centinaia di persone sono state uccise e velivoli del valore di più di 1miliardo e mezzo di dollari sono stati distrutti. Dalla dichiarazione di successo della NATO, nel 2011, l’area dell’aeroporto di Tripoli era stata sotto il controllo di precedenti combattenti della città di Zintan nell’ovest del paese. Milizie rivali di Misurata, di tendenza islamista, insieme con i loro alleati, hanno combattuto di recente con le milizie di Zintan, ma non sono riuscite a farli andare via. Di recente, la milizia di Zintan che ha controllato l’aeroporto fino dalla fine della rivoluzione, ha dichiarato la vittoria sulle brigate islamiche di Misurata nell’Operazione Alba che hanno cercato di farli andare via dall’aeroporto. Successive informazioni riveleranno se questa battaglia è un’estensione delle battaglie tra Stati Uniti e Qatar, dato che le forze che cercano di far sloggiare le milizie di Zintan dall’aeroporto sono milizie di Misurata. Nei tre anni scorsi in base ai piani per la cosiddetta transizione preparati dall’Ufficio statunitense delle Iniziative per la Transizione (OTI) , ci sono stati tentativi di liquidare centinaia di migliaia di giovani delle milizie con la speranza di far tacere una parte delle armi. La legazione statunitense e le altre ambasciate occidentali sono state coinvolte in questa nuova serie di intensi combattimenti e per questo si è decisa l’evacuazione su strada verso la Tunisia. Migliaia di residenti di Tripoli stanno scappando dalla capitale mentre cittadini di altre nazioni vengono evacuati. Nessuno dei gruppi armati ascolta gli inviti dell’ONU per un cessate il fuoco. La distruzione degli aerei durante i combattimenti iniziati il 13 luglio, sono costati circa 1,5 miliardi di dollari. Le battaglie attorno all’aeroporto sono senz’altro battaglie addomesticate di uomini armati con armi piccole che si portano in una fondina. Le brigate di Misurata, dopo non essere riuscite a far sloggiare le forze di Zintan hanno preso il controllo di zone residenziali adiacenti all’aeroporto, usando carri armati per colpire le milizie di Zintan che a loro volta rispondono sparando proiettili e con la contraerea. I calcoli di Hifter che le sue forze e gli alleati avrebbero debellato le altre milizie, ha prodotto l’effetto contrario dato che il teatro libico della guerra si fonde con le più ampie battaglie che infuriano in Palestina, in Siria e in Iraq. Con gli attacchi criminali ai popoli di Gaza sono ora aumentate le simpatie per coloro che in Libia sono alleati con la fazione del movimento palestinesi che si oppone all’occupazione e ai bombardamenti di Israele. Allo stesso tempo le massicce dimostrazioni fatte dai palestinesi in Cisgiordania, e la resistenza eccellente dei palestinesi di Gaza hanno profonde conseguenze per la leadership politica in Egitto. E’ chiarissimo che l’attuale dirigenza politica dell’Egitto è alleata dei conservatori che governano Israele e che hanno inflitto una punizione collettiva al popolo di Gaza. Perfino il New York Times ha sbandierato questa alleanza tra i controrivoluzionari egiziani e i militaristi neo-conservatori in Israele. Il 30 luglio il New York Times osservava: ‘Dopo la cacciata del governo islamista del Cairo dell’anno scorso, l’Egitto è alla guida di una nuova coalizione di stati arabi – compresi l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania , che si è effettivamente allineata con Israele nella sua lotta contro Hamas, il movimento islamista che controlla la Stroscia di Gaza. Questo, a sua volta può aver contribuito al fallimento degli antagonisti di raggiungere un cessate il fuoco negoziato anche dopo più di tre settimane di spargimento di sangue.’ Quello che dimenticano i pianificatori delle strategie a Washington e a Tel Aviv che anche 80 milioni di cittadini egiziani sono consapevoli di questa alleanza tra Egitto, Israele, Arabia Saudita e Giordania. Quando la NATO è intervenuta in Libia nel 2011, uno degli obiettivi taciuti era quello di sviluppare una base di retroguardia per le forze interventiste occidentali in caso che la rivoluzione egiziana si radicalizzasse al punto in cui forze popolari comincerebbero a smantellare le istituzioni di oppressione e di sfruttamento. Bengasi era fondamentale per la pianificazione futura dell’Occidente, e da questo sono nate le battaglie per Bengasi fin dal 2011 e i tentativi della CIA di manipolare i giovani. Ora, nel mezzo delle guerre di Gaza e della Siria c’è un’attenzione maggiore per il ruolo che ha l’Egitto in quanto alleato di Israele di tenere blindata la popolazione di Gaza tenendo chiuso il valico di Rafah. Fin da quando si sono intensificate le guerre contro i cittadini di Gaza, ci sono stati nuovi attacchi ai posti di confine egiziani nella parte occidentale del paese. In luglio c’è stato un o attacco temerario al posto del confine occidentale dell’Egitto in cui 22 militari, compresi 3e ufficiali, sono stati uccisi.

DI NUOVO LE NAZIONI UNITE E L’INTERVENTO?

L’uccisione di persone che operano in difesa dei diritti umani e donne attiviste in Libia, come l’ex membro del Consiglio Nazionale Generale, Fariha Barkawi, e come Salwa Bugaighis, hanno suscitato dichiarazioni da parte di elementi occidentali che hanno destabilizzato la Libia. Muhammad Abdul Aziz, ministro degli esteri della Libia, aveva chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di inviare consiglieri militari per rinforzare le forze statali che sorvegliavano porti, aeroporti e altri luoghi strategici. Queste richieste sono una dimostrazione del completo collasso del controllo sulla violenza in Libia. L’Unione Africana e il blocco dei paesi non allineati all’interno delle Nazioni Unite, dovranno opporre una ferma resistenza contro il militarismo occidentale in Nord Africa e in Palestina. I movimenti pacifisti in Occidente hanno la grande responsabilità di opporsi alla NATO, all’impiego delle forze militari occidentali e di espandere il movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele in aperta solidarietà con la popolazione palestinese. Questo mese in cui il mondo ricorda il modo in cui nel 1914 lentamente l’umanità è scivolata nel massiccio massacro della prima guerra mondiale, vale la pena ricordare ai cittadini dell’occidente il modo in cui sono stati manipolati i lavorator per appoggiare i generali e i banchieri. Il movimento per la pace e la giustizia devono divulgare informazioni sulle cause contro la Goldman Sachs, il Gruppo Blackstone, la Società Generale SA della Banca francese, e Servizi Finanziari della Svizzera. Le forze progressiste dovrebbero seguire da vicino la causa nell’Alta Corte di Londra contro la Goldman Sachs e operare per assicurarsi che come conseguenza dei mercati neri che coi quali è coinvolta la [società finanziaria americana] Intercontinental Exchange, gli elementi delle grosse aziende facciano la stessa fine dei loro portavoce accademici che hanno operato attraverso il “Monitor Group”*** di Cambridge, in Massachusetts. A questo punto le forze per la pace e la giustizia sociale devono intensificare l’attività delle loro organizzazioni, in modo che ci sia chiarezza sul ruolo che hanno il Generale Hifter e la CIA in Libia. Le forze progressiste non possono accettare che si continuino a confezionare bugie e disinformazione che hanno venduto la guerra contro i libici come se fosse parte dell’operazione Responsabilità di proteggere. Oggi i media occidentali stanno cercando di vendere l’assalto sanguinoso al popolo palestinese come se fosse una guerra di difesa fatta dai “falchi” di Israele. C’è bisogno di una vasta solidarietà a livello internazionale da parte delle forze che operano per la pace e la giustizia sociale, in modo che finiscano le guerre in corso e che l’Occidente smetta di dare il proprio appoggio ai banchieri corrotti e ai militaristi.


Horace G. Campbell è Docente di Studi Africani e Americani e di Scienze Politiche all’Università di Syracuse. E’ autore di: Global NATO and the Catastrophic Failure in Libya [ La NATO globale e il fallimento catastrofico in Libia], edito dalla Monthly Review Press nel 2013.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org


Fonte: http://zcomm.org/znet/article/us-nato-and-the-destruction-of-libya


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