http://www.infopal.it/ Global Research 19 marzo 2015
L’ISIS descritto dai media statunitensi come una “milizia musulmana sunnita” in realtà è un “prodotto americano”. Non ha nulla a che vedere con l’Islam sunnita. di Prof. Henry Francis B. Espiritu
Essendo da sempre uno studioso della principale scuola giuridica islamica, la cosiddetta “fiqh sunnita”, mi duole constatare come i media mainstream occidentali abbiano ceduto alla propaganda islamofobica che tende ad affibbiare l’etichetta di “Sunnita” alle milizie del cosiddetto Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS). Posso affermare con sicurezza che questo non sia vero, perché tutte le azioni dell’ISIS contravvengono agli insegnamenti etici dell’Islam Sunnita. Quando parlo di Islam Sunnita, mi riferisco all’Islam normativo praticato dai discepoli del profeta Maometto, chiamati Sahabah (Compagni del Profeta) e dai califfi retti “Al Khalifah Rashidun” (Calilffi sulla retta via) che furono democraticamente eletti dall’insieme della Ummah (comunità) Islamica. Associando le barbarie e le atrocità dell’ISIS all’aggettivo “Sunnita”, che si riferisce all’Islam normativo e che letteralmente significa “seguaci dell’Islam ortodosso, i media islamofobi occidentali non fanno altro che servire gli interessi egemonici degli Stati Uniti: sostengono il tentativo delle forze egemoniche e neo-coloniali di diffondere un sentimento islamofobo sempre più radicato e diffamano l’Islam sunnita, ovvero la principale scuola giuridica islamica nel Medio Oriente e nel resto del mondo musulmano.
Leggendo i principi della Sharia dei Quattro Imam dell’Islam sunnita (Abu Hanifa, Shafi’i, Malik e Ibn Hanbal), che sono stati i più eminenti giuristi dell’Islam sunnita classico, non mi sono mai imbattuto in disquisizioni che giustificassero le barbarie e le atrocità che oggi vengono perpetrate dall’ISIS. Anzi, i fondamenti da loro delineati sono in netta contrapposizione con la barbarie commesse da tali milizie. Vi sono sei ragioni principali per cui l’ISIS non può essere considerato un “movimento sunnita”, le milizie non dovrebbero essere definite tali e i media occidentali mainstream dovrebbero astenersi dall’incoraggiare questa definizione islamofobica: 1.) L’ISIS ha distrutto molti siti sacri dei Musulmani sunniti in Iraq e in Siria, tra cui le tombe e la moschea di Giona e di Nineveh in Iraq e il tempio del Profeta Ayyub (Job) a Oz, Mosul, in Iraq, solo per citarne alcuni. Ha distrutto anche delle tombe di santi nei pressi di Mosul e Kirkuk in Iraq e a Damasco, Aleppo e Kobane in Siria. 2.) Secondo il Corano, ai Musulmani è proibito distruggere luoghi di culto di tutte le religioni; e, in particolare, i templi degli Ahl-ul-Kitab (letteralmente, “Fedeli di religioni che fanno riferimento alle sacre scritture”), quindi ebrei e cristiani, sono ritenuti inviolabili e, anzi, devono essere protetti dai Musulmani (Corano 22:40-41). L’ISIS, invece, ha distrutto senza pietà molte Chiese cristiane. Sempre il Corano, dichiara solennemente che non c’è costrizione nella religione (Corano 2:256); le milizie, invece, obbligano Yezidi e Cristiani a convertirsi sotto la minaccia della morte. Ed è strano che, finora, non siano giunte notizie di ebrei convertiti forzatamente, o di sinagoghe distrutte a Mosul, Aleppo, Kirkuk o nelle altre città del nord dell’Iraq, nonostante la presenza di ebrei e luoghi di culto ebraici in quelle zone. Davvero una strana casualità! (Vd. The Majlis: Council of Ulama in South Africa; p. 8.) 3.) La Shariah Islamiyyah (Diritto Divino) dell’Islam Sunnita classico è prescritta dal Sacro Corano, il quale dice esplicitamente che le vite dei civili e dei non combattenti sono inviolabili (Corano 2:256, 5:69). Su questo punto, intendiamo citare il Corano: “Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case; verso di loro, dovete mostrare compassione e essere giusti, poiché Allah ama coloro che si comportano con equità.” (60:8). L’uccisione di civili innocenti è vietata da ogni regola Sunnita che faccia riferimento alla guerra difensiva. Sayyidina Abu Bakr al-Siddiq, primo Califfo dell’Islam Sunnita, così si rivolse agli eserciti del Califfato: “Vi impartisco comandamenti su dieci questioni: non uccidete donne, bambini, anziani o infermi; non tagliate alberi carichi di frutti; non distruggete città e non fate del male a coloro che sono disarmati, non uccidete chi si arrende o si rifugia nei luoghi che sono deputati a dar loro asilo, chiunque si arrenda dinanzi a voi deve essere al sicuro nelle vostre mani.” (vd. Muwatta’, “Kitab al-Fatawah-ul-Jihad-e-Abu Bakr Siddiq” dell’Imam Malik [Il Libro di Abu Bakr Siddiq sull’arte della guerra], pp. 37-39.). 4.) In base ai miei studi, non ci sono, tra i membri del cosiddetto califfato dell’ISIS, studiosi sunniti (ulama) o mufti e fuqaha (giuristi Islamici e dottori in diritto Islamico) che possano emettere legittimamente delle fatwa (sentenze emesse in base alle norme della Shariah ), in merito alla legittimità del loro jihad, da una prospettiva Sunnita. Tra le loro fila non c’è neanche un ustadh (studioso islamico) di rilievo! La verità è che i più importanti studiosi islamici di Iraq e Siria hanno denunciato l’uccisione di oltre 300 imam sunniti da parte dell’ISIS: e questo è in palese contraddizione con la pretesa, da parte dell’ISIS, di ergersi a protettore dei Sunniti in quegli stati. Molti ecclesiastici Sunniti dell’Iraq e del Levante, anzi, hanno ribadito che i combattenti dell’ISIS agiscono “al di sopra delle regole dell’Islam e che sono pertanto scomunicati dalla fede islamica”, a causa delle violenze inflitte sia sui non musulmani che sui musulmani sunniti. 5.) Sulla base delle sentenze classiche dell’Islam Sunnita che pongono il buon governo come fondamento della legittimità, il cosiddetto califfato dell’ISIS è illegittimo. Un autentico Califfato sunnita si istituisce attraverso il consenso e l’approvazione palesi (al-mushshuw’ara al jamaah) di tutta la comunità Islamica con una sottoscrizione pubblica di alleanza (bay-ah). L’ISIS ha unilateralmente proclamato “califfo” Al-Baghdadi, definendolo Khalifah-ul-Muslimin” (Califfo di tutti i Musulmani) con modalità clandestine e segrete: la Ummah non ha quindi partecipato alla sua elezione, non l’ha scelto come califfo né ha sottoscritto un atto di alleanza! 6.) L’ISIS è riuscito solamente a reclutare combattenti in Europa per combattere in Iraq e nel Levante, ma non ha avuto uguale successo tra i Sunniti di questo territorio. Inoltre, non ha ottenuto il sostegno degli ecclesiastici curdi e del mondo arabo sunnita, che, anzi, lo hanno dichiarato estraneo alla fede musulmana (cfr.: www.breitbart.com/national-security/2014/07/03/sunni-mufti-isis-and-affiliates-have-killed-over-300-sunni-imams-and-preachers/). Infatti, le milizie dell’ISIS sono composte per lo più da australiani, britannici, americani, belgi, francesi, tedeschi e ceceni, in gran parte arrivati dall’Europa; quindi, molti iracheni e siriani lo vedono come una forza estranea che si impone con la violenza sui territori arabi, per mezzo di armi e munizioni sofisticate che provengono dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna o dal continente europeo.
Se l’ISIS non è il braccio armato sunnita, per conto di chi agisce? Al soldo di chi sta portando scompiglio in Medio Oriente? Come mai il governo degli Stati Uniti e gli alleati della NATO non riescono a contrastare con forza l’ISIS in Iraq, in Siria e nel resto del Levante? L’ISIS è una mostro creato degli Stati Uniti! Il suo Califfato non ha mai avuto niente a che vedere con un Califfato Islamico. Viceversa, è un “Califfato made in USA” che non ha alcuna autorità sulla comunità musulmana nel mondo. È ormai un fatto noto che la CIA abbia offerto il suo sostegno ai cosiddetti gruppi jihadisti, dai Talebani in Afghanistan e Pakistan, a Jemaa Islamiyya e Al-Qaeda in Medio Oriente, fino a Boko Haram in Nigeria. È per questo motivo che gli Stati Uniti non combatteranno mai seriamente i mostri che essi stessi hanno creato. Sono gli USA i registi invisibili dei gruppi di terrorismo internazionale, che quindi possono commettere impunemente atroci crimini contro l’umanità. Sono nati e si sostengono grazie ai dollari americani: i fili sono tirati in modo abile e sottile dalla mano egemonica e invisibile statunitense! La NATO agisce in combutta con gli agenti CIA che addestrano, armano, finanziano ed equipaggiano migliaia di combattenti ISIS provenienti dall’Europa per rovesciare la Siria laica e socialista nell’ambito del disegno a firma CIA che prende il nome di “Primavere Arabe”, che non sono altro che un’operazione ideologica di copertura per la conquista del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, dei pozzi di petrolio e dei gasdotti, nell’ottica di una visione imperialista (Sul gasdotto transafghano vd. Michel Chossudovsky, “La guerra al terrorismo dell’America”, cap. 5, pp. 65-91). Pertanto, chi sta sostenendo le milizie dell’ISIS, chi le sta armando e finanziando? Per quale motivo si macchia di atti tanto deprecabili? Se davvero i suoi membri fossero veri combattenti islamici, dediti alla lotta per i diritti dell’Islam e dei Musulmani, perché bombarderebbero moschee dell’Islam sunnita, templi musulmani sufiti e luoghi di culto dei Musulmani sciiti o dei loro correligionari? È una strategia tesa a creare nuovi focolai di guerra in Medio Oriente per alimentare i profitti dell’industria delle armi Statunitense? Sono questi gli interrogativi posti dalle nostre modeste considerazioni.
Il Professor Henry Francis B. Espiritu è Professore Associato di Filosofia e Studi sull’Asia dell’Università delle Filippine, Cebu City. Le rue ricerche si concentrano sugli Studi Islamici, in particolare sulla giurisprudenza Sunnita (Hanafi) His research interests also include Islamic Studies; ha pubblicato opere su Al-Ghazali e il Sufismo turco. Il suo indirizzo e-mail è espirituhenryfrancis@yahoo.com. |
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