Fonte: Sputnik Mundo

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Ago 13, 2017

 

Il “Maidan Ucraino” che gli USA stanno promuovendo in Venezuela

Traduzione e sintesi di Luciano Lago

 

Attualmente in Venezuela si sta sviluppando uno scenario promosso dagli USA molto simile a quello dell’Euromaidan – una serie di proteste che alla fine del 2013 si produssero a Kiev e che sfociarono nel cambio di potere-, scrive l’analista russo, Víktor Marajovski, per Sputnik.

Le proteste di piazza sono presto degenerate in scontri sanguinosi. Secondo Marajovski, il presidente venezolano Maduro, appoggiato da circa la metà dei cittadini appartenenti alle fasce popolari del paese, sta contrastando l’opposizione rappresentata nella sua maggioranza dalla elite e dalla classe media.

Il Venezuela la gallina dalle uova d’oro per gli USA.

 

Negli USA si sta offrendo appoggio mediatico ai denominati “manifestanti democratici” e ufficialmente questi rifiutano le accuse relazionate con l’ingerenza diretta di Washington negli affari interni del paese latinoamericano.

I rapporti dal Venezuela producono la sensazione di un “deja vu'”perchè ci sono dozzine di coincidenze con l’Euromaidan. Ci sono manifestanti con caschi e con violini che vanno contro gli scudi della polizia. Vi sono attivisti armati con sbarre di ferro. Incluso si è visto un manifestante nudo che sembrava il gemello di quello che era apparso sulla piazza di Kiev nel 2014, scrive l’analista.

A giudizio dell’analista, i manifestanti mascherati, le barricate nelle strade e decine di vittime, così come il pugno chiuso- un simbolo che è apparso nelle manifestazioni di decine di paesi (“rivoluzioni colorate”) – sono tutti elementi che fanno rassomigliare tutto quello che avviene in Venezuela con lo scenario che si è vissuto in Ucraina.

“In relazione a questo sorge una domanda abbastanza logica: sono queste coincidenze sporadiche o è un caso che è strettamente collegato con la conosciuta linea strategica delle sobillazioni targate Dipartimento di Stato USA? Questo si domanda l’analista.

 

Simbologia comune nelle “rivoluzioni colorate”

Questo allineamento è un insieme di norme che sono in relazione con l’organizzazione e l’accompagnamento mediatico che abitualmente viene associato con le “rivoluzioni colorate”.

Per quanto il Dipartimento di Stato degli USA e le organizzazioni affiliate respingono l’esistenza di questo allineamento, esiste una chiara somiglianza tra i metodi e le tattiche della guerriglia di piazza che sono state utilizzate dai manifestanti nei differenti paesi e nel modo in cui i grandi media occidentali forniscono in maniera deviata le proteste.

“Quindi è interessante notare come le bottiglie molotov e perfino le armature compaiono nelle mani dei manifestanti”, sottolinea Marajovsku. Inoltre l’autore sottolinea che non importa se esista o no un allineamento di queste situazioni sulla carta. La cosa importante è che è stata di fatto creata una scuola internazionale di tattiche di sobillazione alla Maidan.

Questa scuola di formazione già dispone dei suoi propri teorici, uno dei quali è l’ex ambasciatore degli USA in Russia, Michel Mc Faul ed alcuni adepti come como Mijaíl Saakashvili, la cui odissea in Europa dell’Est ha preso caratteristiche da manuale.

Nel corso degli ultimi due o tre decenni è stata creata una intera cultura delle “rivoluzioni colorate” con le sue proprie peculiarità, divisioni, associazioni internazionali che le appogggiano, gruppi professionali, (…) e persino festival, scrive l’analista.

Allo stesso modo l’analista mette in rilievo che le proteste sono soltanto la parte visibile della pressione che viene esercitata sui Governi dal basso. Tuttavia, esiste una seconda parte della pressione che si è soliti esercitare dall’alto.

 

Le proteste attuali in Venezuela si realizzano in modo similare a quelle che si svilupparono in Ucraina.

“Quando manifestanti mascherati con catene e bastoni attaccano la polizia, mentre che tutte le ambasciate inviano segnali all’elite per ricordare dove i suoi rappresentanti hanno le loro case, dove sono i loro figli ed il loro denaro, e perchè questa elite deve scegliere la via giusta da percorrere”.

Secondo l’autore, una Maidan funziona soltanto quando uno Stato si trova ad essere estrememente dipendente dall’estero.

“Se la elite di uno Stato non dipende da Istituzioni straniere, qualsiasi tentativo alla Maidan si risolve soltanto in uno scorazzamento di agitatori in piazza che di solito si esaurisce in un paio di giornate..(…) Senza che sia importante dove si produce questo scorazzamento di agitatori di piazza, è un segnale che i soci stranieri hanno deciso di mettere alla prova la sovranità del paese”, conclude l’analista.

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