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31 luglio 2017
Elezioni di sangue per la costituente. Haley, ‘maduro vuole la dittatura’
di Enrico Oliari
Elezioni di sangue in Venezuela, dove da ieri sono almeno 6 i morti per gli scontri seguiti alle proteste contro il voto per l’Assemblea Costituente. L’ultimo è stato un uomo di 43 anni rimasto ucciso in una carica della polizia, ma da aprile, quando ha preso il via la protesta contro il presidente Nicolas Maduro, sono 120 le vittime degli scontri che si sono verificati in tutto il paese.
Fin dalle elezioni del 2015 Maduro non gode più della maggioranza del parlamento, istituzione che ha tentato di esautorare accentrando su di sé i poteri attraverso una sentenza del Tribunale supremo, iniziativa poi annullata a seguito delle proteste internazionali.
Con la riforma costituzionale Maduro conta quindi di aumentare i propri poteri e di continuare a governare, nonostante nel paese si susseguano forti le proteste e sia in corso una forte repressione che ha portato all’arresto dei principali leader dell’opposizione.
Incredibilmente il presidente del Consiglio elettorale nazionale, Tibisay Lucena, ha annunciato con toni entusiastici che “Il tasso di partecipazione è straordinario, con il 41,53% degli elettori del Venezuela che ha votato, pari a 8.089.320 votanti”, cioè molto meno della metà degli aventi diritto, anche perché l’opposizione aveva chiesto di boicottare il voto e scendere in piazza nonostante il divieto imposto dal governo.
Ad essere contro Maduro non ci sono tuttavia solo le opposizioni, poiché la situazione economica nel paese è diventata esasperante, c’è ormai penuria di generi alimentari e di medicinali, il mercato nero ha prezzi inaccessibili e capita spesso che i negozi di generi alimentari e i mezzi che li riforniscano vengano presi d’assalto. La corrente elettrica è razionata da mesi, gli uffici pubblici funzionano a singhiozzo, mentre l’infrazione galoppa al 700%, ma secondo esperti del Fmi potrebbe arrivare entro la fine dell’anno al 1.600%.
Con Maduro c’è l’esercito e il suo peso politico, che lo scorso 17 aprile ha fatto avere al presidente il proprio sostegno “incondizionato”.
I tentativi di mediazione dell’Osa (Organizzazione degli Stati americani) come pure del Vaticano sono falliti, e la decisione di convocare le elezioni per la Costituente, di fatto per esautorare il parlamento, hanno chiuso anche la disponibilità dell’opposizione al dialogo, per cui la situazione potrebbe precipitare drasticamente da un momento all’altro e sfociare nella guerra civile.
L’ambasciatore americano all’Onu, Nikki Haley, ha dichiarato oggi che “Le fasulle elezioni di Maduro sono un altro passo verso la dittatura. Non accetteremo un governo illegale. Il popolo venezuelano e la democrazia prevarranno”.