Originale: Counterpunch http://znetitaly.altervista.org/ 30 giugno 2017
Le morti in Amazzonia: aumento delle uccisioni di indigeni mentre si aggrava la crisi politica del Brasile di Joe Sandler Clarke e Sam Cowie Traduzione di Maria Chiara Starace
C’è stato un notevole aumento del numero di indigeni e di attivisti ambientalisti uccisi per contese territoriali in Brasile, mentre gli esperti di diritti umani avvertono di un pericoloso umore politico nella nazione.
La nuova ricerca, condivisa con l’Energydesk di Greenpece dalla ONG brasiliana per i diritti umani, denominata Comissão Pastoral da Terra (CPT) – Commissione Pastorale della Terra, dimostra che sono state uccise 37 persone nei primi sei mesi dell’anno in conflitti per la disputa di terreni in Brasile, 8 di più che nello stesso periodo del 2016. I dati arrivano mentre il governo di destra del Presidente Temer, ha tagliato di molto i finanziamenti per l’agenzia dei diritti indigeni del paese, la Funai. La CPT che ha raccolto dati sulla violenza rurale fin dal 1985, ha trovato che il numero di persone uccise in queste dispute, è previsto che superi le cifre dell’anno scorso, quando morirono 61 persone. Alla fine di aprile, la violenza contro la popolazione indigena in Brasile ha avuto i titoli in prima pagina sui giornali internazionali, quando 13 membri della comunità Gamela nel stato del Maranhão, sono stati attaccati dagli agricoltori che brandivano i machete in una brutale disputa per la terra. Un paio di settimane prima, 9 persone sono state pugnalate o uccise con armi da fuoco in una disputa territoriale nello stato del Mato Grosso, in Amazzonia. Jeane Bellini, coordinatrice nazionale della CPT ha detto ad Energydesk che negli anni recenti c’è stato un incremento significativo del numero di persone che sono state uccise in conflitti per terreni rurali. La Bellini crede che l’attuale subbuglio politico in Brasile – la Presidente Dilma Rousseff è stata deposta l’anno scorso mentre il Presidente in carica, Michel Temer, è coinvolto in uno scandalo di corruzione, abbia contribuito ad alimentare la violenza: “La violenza nelle zone rurali si è accelerata sotto il Presidente Temer. In realtà non si tratta soltanto del governo. Direi che l’instabilità politica creata da tutte quelle persone irresponsabili nel Congresso, e anche da Temer e dal suo governo, si sono sommate.Voglio dire che stanno facendo delle cose che sono completamente contro le necessità e i diritti della gente.” Ridotta l’agenzia per i diritti indigeni Victoria Tauli-Corpuz, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i diritti dei popoli indigeni ha detto a Energydesk che esiste una stretta correlazione tra le mosse del governo per ridurre di l’agenzia e l’aumento della violenza. Ha spiegato: “C’è un aumento della violenza perché gli uffici della Funai a livello statale non sono più attivi. La Funai è l’unica agenzia governativa in cui hanno fiducia le popolazioni indigene che guardano al Funai per essere protetti. Ora non c’è nessuno che cerca di proteggerli.” La Tauli-Corpuz ha visitato il Brasile alla fine dello scorso anno e ha trovato che le agenzie governative non sono in grado di funzionare. In dicembre ha detto all’Energydesk che aveva visitato gli uffici regionali del Funai che non avevano personale: “Siamo andati all’ufficio di Bahia e non c’era nessuno. Ci sono stati enormi tagli e sono continuati fin da quando sono tornata dal mio viaggio. Ho la sensazione che la situazione nel paese si stia deteriorando.” Mesi dopo, la Tauli Corpuz ha detto che le raccomandazioni che aveva fatto ai funzionari brasiliani non erano state considerate. In maggio, un comitato congressuale guidato da una potente lobby di agricoltori, si è mosso per sostituire l’agenzia dei diritti indigeni con un organismo controllato dal ministro della giustizia – una mossa che i propagandisti credono che potrebbe avere conseguenze terribili. Impunità Secondo la Bellini, va data la colpa anche a una cultura dell’impunità attorno alle uccisioni nelle campagne del Brasile per il peggioramento della situazione. La CPT afferma che delle 1.800 uccisioni che l’associazione ha registrato fin dal 1985, soltanto 112 sono finite in tribunale e molto poche sono finite con una condanna. Ha detto: “ Data tutta la instabilità politica che c’è dall’anno scorso in Brasile, coloro che hanno intenzione di accumulare terreni, in qualsiasi modo possibile, hanno trovato un’occasione di accelerare il processo e a quanto pare si sentono molto convinti dell’impunità.” Come replica a questa notizia, Amnesty International Brasile – che usa i dati della CPT nel suo lavoro, ci ha inviato la seguente dichiarazione: “ “Amnesty International crede che, alla luce del recente attacco alla Gamela comunità di Gamela nello stato del Maranhão (nella parte nord-orientale del Brasile, ndt), sia assolutamente essenziale che il governo brasiliano rilasci una dichiarazione forte di impegnarsi a sostenere gli impegni costituzionali di demarcare e consegnare le terre ancestrali dei Popoli Indigeni. “L’agenzia Funai deve essere rafforzata, rendendo disponibili le risorse finanziarie necessarie e si dovrebbero esaminare le nomine all’agenzia, alo scopo di assicurarsi che coloro che hanno cariche direttive nell’agenzia, abbiano la necessaria indipendenza politica di fare il loro lavoro. “Il governo brasiliano deve garantire la sicurezza ai difensori dei diritti umani e deve annullare qualsiasi iniziativa che criminalizzi o limiti il loro lavoro.” Nella foto: un momento della dimostrazione del 28 aprile 2017del movimento indigeno, a Praça dos Ipês, Brasília. Vi hanno partecipato oltre 4.000 rappresentanti di 200 popoli indigeni di tutte le regioni del paese. Joe Sandler-Clarke è un giornalista di base nel Regno Unito specialista in notizie investigative e di interesse pubblico. I suoi scritti sono stati pubblicati su The Guardian, The Independent, The Sunday Times,VICE e altri: attualmente lavora con Greenpeace del Regno Unito. Sam Cowie èun giornalista freelance journalist di base a San Paolo del Brasile.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org
|