Fonte: https://www.counterpunch.org

http://znetitaly.altervista.org/

15 giugno 2017

 

Il giorno più importante degli scorsi 10.000 anni

di Quincy Saul

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Riflessioni ed echi dalle montagne del Sudest messicano

 

Stavano in piedi incantati e applaudivamo tranquillamente mentre le donne Zapatiste mentre ci passavano davanti lentamente. Alte tra 1,20m e 1,50, erano delle gigantesse. I loro piccoli passi hanno scosso la terra fino al suo centro. Lo percepivamo?

Venivano per mantenere  una promessa. Nell’ottobre dell’anno scorso, arrivò una dichiarazione al quinto raduno del Congresso Nazionale Indigeno:

“Possa la Terra tremare fino al suo centro!.. ci dichiariamo in assemblea permanente… per nominare un Consiglio Indigeno di Governo, la cui volontà sarà manifestata da una donna indigena… Confermiamo che la nostra lotta non è per il potere, che non cerchiamo. Invitiamo, piuttosto, tutti i popoli originari e la città civile a organizzarsi per mettere fine a questa distruzione e per rafforzare la nostra opposizione e le nostra ribellione.”

Nei mesi seguiti a questa dichiarazione, i membri del Congresso Nazionale Indigeno hanno portato a termine una massiccia consultazione di base in tutto il Messico e anche oltre. Nel gennaio di quest’anno hanno espresso il loro verdetto:

“E la Terra ha Tremato!.. E’ ora di passare all’offensiva…E’ ora che la dignità governi questo paese e questo mondo…abbiamo intenzione di scuotere la coscienza dell’intera nazione; intendiamo che l’indignazione, la resistenza e la ribellione siano presenti come opzione per le elezioni del 2018. Siamo d’accordo a nominar Consiglio Indigeno di governo, con uomini e donne rappresentanti di ciascuno dei popoli, delle tribù e delle nazioni che costituiscono il Congresso Nazionale Indigeno. Questo consiglio si propone di governare questo paese.”

E quindi eravamo tutti là, all’Università della Terra, fuori San Cristobal de Las Casas, in una valle tra le montagne del Sudest messicano, per osservare la nascita di un nuovo governo. Eravamo là come partecipanti-osservatori – una posizione che può sembrare paradossale per coloro che hanno perduto le presentazioni sulla teoria dei quanti alla conferenza Zapatista sulla scienza dell’anno scorso* – con la responsabilità di dare testimonianza  e di farla conoscere in patria. Per tre giorni alla fine di Maggio, delegati e rappresentanti dallo Yucatan alla Baja California, si sono riuniti e hanno formato il Consiglio Indigeno di Governo. Si sono registrate oltre 50 lingue. Il Consiglio comprende 71 membri, la maggioranza dei quali sono donne. Nella cerimonia di chiusura, a nome dei loro antenati e delle generazioni future, hanno prestato un giuramento di dare la loro vita a una ribellione dignitosa e alla difesa della Madre Terra.  Il Messico rinascente ha fatto ancora una volta la storia del mondo.

Il primo giorno del Congresso abbiamo osservato i rappresentanti e i delegati di molte nazioni indigene che per ore hanno aspettato, sotto il sole, di entrare nell’edificio in cui si svolgeva la cerimonia di apertura. Non ci sono state spinte e urla: non è stato necessario nessun microfono per dare le comunicazioni. C’era una sovranità in quella

calma, più potente e fragorosa del più abbagliante spettacolo dei media. Le persone non erano lì per mettersi in mostra,  ma per continuare una lotta iniziata molto molto tempo fa. Ecco come inizia il mondo: non con le arringhe, ma con i sussurri.

Sembrava di osservare la storia al contrario che si svelava davanti ai nostri occhi L’origine della famiglia, della proprietà e dello stato trovavano ognuna la loro negazione dialettica in tempo reale: al di là del nucleo famigliare, sbocciava la comunità di tutte le nostre relazioni: la proprietà privata veniva rifiutata e l’appartenenza comune alla Madre Terra veniva ripristinata; a presiedere lo stato nazione è entrato in carica un Consiglio di Governo, definito non dai confini, ma da una campagna universale per la vita. Dato c’erano delegati non soltanto del Messico, ma del Guatemala, Stati Uniti e Canada, è stato un congresso continentale.   Il Destino Manifesto*  e la Dottina di Monroe sono state completamente cambiate –

come dice la canzone zapatista,  “perché questo è già cominciato e nessuno può fermarlo.”

Il mondo è immerso in una penosa leadership maschile. Non soltanto Trump, ma Temer, Temer, Macri, Modi, Erdogan, Peña Nieto, Putin, Zuma che sono i tori morenti che calciano nel modo più forte; i sintomi macabri  del collasso di una civiltà patriarcale. La cura per questa malattia e l’antitesi di questa leadership  hanno assunto l’incarico davanti ai nostri occhi. La portavoce del Consiglio Indigeno di Governo, che comparirà sulla scheda  nelle elezioni del prossimo anno in Messico, è una madre e una guaritrice tradizionale, che  ha partecipato al Congresso Nazionale Indigeno sin dall’inizio e che non ha mai lavorato con il governo  messicano. Il suo nome è María de Jesús Patricio Martínez – nota anche come Marichuy.

Anche il Subcomandante Galeano – in precedenza noto come Marcos – era lì, con la pipa in mano e la tranquillità negli occhi. Il Capitano Nemo del 21° secolo che ha fatto una guerra di parole e di mondi da un nautilus (un mollusco) del 21° secolo, le cui spirali invitano e allo stesso tempo implorano. Non ha detto una parole, e  comunque non si trattava di lui.  La magia di della faccia coperta dalla maschera è quello che rivela. Qualcuno diventa chiunque e tutti. Quegli occhi che si increspano quando sorride diventano finestre per un’anima universale. La voce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale è stata rapida e tranquilla. Le loro prime parole sono state: “Vogliamo giustizia per Ayotzinapa.” *Poi una ragazza con la maschera ha parlato a nome della generazione successiva, nata e cresciuta in autonomia: “Non ho paura.”

Questi sono stati dei momenti straordinari in cui l’espandersi della consapevolezza e la comunione dei nuovi rapporti sociali, si accelera. Ci sono stati momenti che non potevano e che non dovrebbero essere catturati. (Tutte le macchine fotografiche sono state spente mentre una cerimonia e un’offerta compivano l’unità dell’aquila e del condor…). Si deve parlare e riparlare di altri momenti. Altrove potrete leggere dettagli precisi e la ‘cronaca’. Ciò che segue non sono una traduzioni meccaniche, ma interpretazioni significative.

*Non sono attribuite agli individui perché non si tratta di individualità. Il mio proposito in questa sede trascende il resoconto: ripetere semplicemente a pappagallo le parole esatte, significherebbe eludere l’essenza di ciò che è avvenuto ( e che sta ancora avvenendo).

*In questa occasione storica invieremo il nostro messaggio urgente alla nazione e a tutti coloro nel mondo che possono sentirci. Siamo qui per confermare e continuare ciò che abbiamo iniziato. Non si tratta soltanto del Messico e del Nord America,  ma  l’Isola della Tartaruga di Abya Yala e della decolonizzazione della Madre Terra a livello planetario. La lotta contro la rinegoziazione del NAFTA (North American Free Trade Agreement – Accordo nordamericano per il libero scambio) – che fa parte della lotta degli ultimi 525 anni di colonizzazione sta per avere una svolta nella nostra direzione. Stiamo scrivendo un nuovo capitolo della storia – non c’era stato un Consiglio Indigeno di governo prima della conquista. Questo è il giorno più importante negli ultimi 10.000 anni.

*Nelle società originarie, le donne hanno sempre avuto i ruoli e le responsabilità più importanti. Nella modernità capitalista siamo diventate delle decorazioni. Abbiamo desiderato che una donna indigena ci rappresentasse. Festeggiamo l’esplosione che

Questo provocherà. C’è una tradizione Nahua in cui una nonna in punto di morte, con il suo ultimo respiro parla a sua nipote: “Vedrai il nostro giorno e lo vivrai.” Questo sta accadendo qui.

*A cominciare da oggi, questo è il nostro governo. Non è una soluzione magica al sistema politico, ma un invito ad auto-organizzarsi. Questa non è una campagna elettorale, ma una campagna per la vita e la ricostruzione del nostro paese che viene ora ridotto a brandelli. Questo ci dà un’immensa motivazione a trascendere l’estinzione che viene compiuta in nome della legge. Siamo qui per adempiere al nostro mandato divino di mantenere l’equilibrio con tutte le specie sul nostro pianeta.

*Dichiariamo solennemente la nostra dedizione a recuperare la verità dei nostri antenati. Siamo capaci non soltanto di lotta e di organizzazione ma di realizzare sogni impossibili. Promettiamo di formare un nuovo governo indigeno del Messico, di proteggere e difendere con la nostra vita e il nostro corpo, noi stessi, le nostra abitudini, le nostre lingue e di riferire le parole della nostra gente senza inganno, per non cadere nella tentazione della ricerca del voto, con coraggio e soprattutto con amore, per dedicarci alla libertà, alla democrazia, alla giustizia, e ai sette principi dell’EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.  [1]

*C’è un’assoluta certezza che le cose peggioreranno per tutti. Non aspetteremo questa guerra e morte inevitabile che il capitalismo sta causando e causerà. In mezzo a questa ripugnanza  ci chiedono di votare. Vogliamo dignità e indignazione in queste elezioni del 2018, vogliamo sconfiggere i politici la cui esaltazione è costruita sulle nostre morti. Soltanto nella resistenza e nella ribellione possiamo ottenere l’unione. Dobbiamo rendere più appuntita  la freccia che sarà scagliata per tutti noi, in modo che possa colpire  il nostro vero nemico. Siamo tutti indigeni. Per un paese olistico, ripristinato, mai più un Messico senza di noi.

*Laggiù, nel silenzio, dove nessuno guarda o ascolta, sta succedendo qualcosa di grosso, qualcosa di molto diverso che in alto. Riusciamo già a vedere l’orizzonte. Cominceremo questo e vediamo che cosa succede. Se lo faremo, i nostri figli ci ringrazieranno perché avranno acqua, alberi e vento… Se non lo faremo, ci dovranno dire: “Avete avuto paura! Avete pensato soltanto a voi stessi, non ci avete provato con forza sufficiente.” Ecco perché oggi stiamo facendo questo passo.

La vasta maggioranza delle persone in questo emisfero non ha  ancora udito le parole urgenti del loro nuovo governo e della sua portavoce. Dobbiamo amplificarle  e amplificare noi stessi, dobbiamo incantare queste persone  e incantare noi stessi; dobbiamo arrivare insieme al momento in cui promettiamo, come 71 membri del Consiglio Indigeno di Governo, con coraggio e amore, di andare all’offensiva, di trovarci con tutti gli altri su una strada di ribellione dignitosa, verso un nuovo mondo il cui orizzonte riusciamo già a vedere.

Popolo dell’Emisfero Occidentale: questo è anche il vostro governo! Finalmente la grande Isola della Tartaruga di Abya Yala ha la leadership che stava aspettando. Il  Consiglio Indigeno di Governo è un  fulcro  in una rete dell’emisfero di autorganizzazione che chiama le persone in tutti i luoghi, invitandoci a organizzarci:

“invitiamo i popoli originari di questo paese, “i collettivi che aderiscono “alla Sesta Dichiarazione della Jungla Lacandona, che definisce i principi della solidarietà internazionale con il Movimento Zapatista del Popoli Indigeno nello stato del Chiapas, in Messico”. (tradotto da: Chiapas Support Committee, https://chiapas-support.org/),

i lavoratori, le coalizioni e i comitati che lottano in campagna e nelle città, gli studenti, gli intellettuali, gli artisti e gli scienziati, gli elementi della società civile che non sono organizzati, e anche le persone dal cuore generoso che vogliono andare all’offensiva… Invitiamo tutti a organizzarsi con noi per fermare questa guerra, per non aver paura di costruire noi stessi e di seminare i nostri semi sulle rovine lasciate dal capitalismo. Questo ci chiedono l’umanità e la madre terra. E’ l’ora della dignità ribelle…Non dubitate, tenteremo di fare  ogni cosa, perché sappiamo che questa può essere l’ultima occasione che abbiamo come popoli originari e come società messicana, di cambiare pacificamente e radicalmente le nostre forme di governo, facendo della dignità l’epicentro di un nuovo mondo.”

Per decenni gli Zapatisti ci hanno aiutato. Ci dicono che i murales dipinti dalle delegazioni internazionali sui muri degli edifici nei municipi autonomi, sono come le dita delle nostre mani che si toccano appena. Ancora una volta, gli Zapatisti tendono le braccia a tutto il mondo tramite la portavoce di un Consiglio Indigeno di Governo, la cui giurisdizione cosmica abbraccia l’emisfero. Non dobbiamo lasciarli sospesi. Il nostro abbraccio sarà un nuovo mondo.

 

Note

[1] (In nessun ordine particolare): Convincere e non conquistare/Rappresentare e non soppiantare/Proporre e non imporre/Restare al di sotto e non essere superiore/Creare e non distruggere/Servire e non servire se stessi/Obbedire e non comandare.

*https://ilmanifesto.it/la-scienza-a-scuola-di-zapatismo/

* https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Ayotzinapa

https://it.wikipedia.org/wiki/Destino_manifesto

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://www.counterpunch.org/2017/06/14/the-most-important-day-in-the-last-10000-years/

Originale: non indicato

 

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