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sabato 3 giugno 2017

 

Pepe Mujica in Cile: “Non bisogna eleggere quelli a cui piacciono troppo i soldi”

Traduzione di Matilde Mirabella

 

José Mujica, ex-Presidente dell’Uruguay, è giunto in Cile dietro invito della OIT (Organizzazione Internazionale del Lavoto, ndt) per condividere riflessioni e analisi sulla società attuale, mettendo enfasi sul fatto che l’ansia da denaro deve stare lontana da coloro che aspirano al potere.

 

José Mujica, ex-Presidente dell’Uruguay, è giunto in Cile dietro invito della OIT (Organizzazione Internazionale del Lavoto, ndt) per condividere riflessioni e analisi sulla società attuale, mettendo enfasi sul fatto che l’ansia da denaro deve stare lontana da coloro che aspirano al potere.

In questa occasione, destinata a valutare il futuro lavorativo del continente, ha condiviso alcune delle sue opinioni politiche indicando che “non bisogna eleggere quelli a cui piacciono troppo i soldi, bensì coloro che sentono gli avanzamenti sociali come propri, che credono nella politica come funzione di carattere collettivo”.

Come possono i lavoratori e le loro organizzazioni affrontare le nuove sfide del mondo e costruire il futuro del lavoro che vogliamo?, è stata una delle domande a cui ha risposto dicendo: “nell’ambito lavorativo il mondo in futuro vivrà, credo, un cataclisma. Le cifre pubblicate incutono terrore: generare 600 milioni di posti di lavoro, con l’espansione della robotica, non è cosa da poco”.

Poi ha aggiunto che “ci saranno lotte, mi sembra inevitabile, lotte globali per il reddito di base. Alla fine lo stesso capitalismo dovrà risponderne, perchè i robot possono sostituire il lavoro degli uomini, ma non comprano, così se non ti danno lavoro dovranno darti di che vivere, per consumare”.

“Ieri una signora mi raccontava che impiega tre ore per andare da casa sua al lavoro e tre per tornare; fermati un po’, è una condanna, è da pazzi”.

“Come posso prendermela con la gente, che non ha tempo per la politica, nè per altre cose, se deve vivere per lavorare e comprare, alla base c’è una battaglia culturale (…), l’indiviuo non ha colpa, la colpa è della civilizzazione”.

“Le megalopoli non possono essere altro che società per far ammalare la gente, l’essere umano antropologicamente ha una misura (…), possiamo registrare 30,40 affetti (…), le città del rinascimento sono piccole, quelle che hanno dato origine al sistema anche”.

“Ci tocca vivere con i valori sottosopra, nella cultura della pubblicità”.

“La vita umana vuole sempre trionfare, benchè non abbiamo molto chiaro cosa sia trionfare. Per molti è essere ricchi, avere soldi”.

“Non colpevolizziamo la gente che vuole comprare molte cose. Non ti resta tempo per essere felice, per essere libero; prima di tutto dobbiamo essere giganteschi consumatori, e bisogna consumare di più, altrimenti la ruota del criceto si ferma”.

“C’è una felicità possibile in questo mondo”, ha affermato Mujica, argomentando che se non puoi cambiare il mondo, puoi cambiare la tua condotta nel mondo, “essere felice non costa tanto, non ingannarti”.

“Avere un mondo un po’ più gradevole è l’unica cosa che vale la pena, il resto nell’universo è minuscolo”.

 

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