http://nexusedizioni.it 25/08/2017
Morbillo tra epidemie mediatiche e falsa “scienza”
Come vi avevamo annunciato, ecco l'articolo del Dott. Domenico Mastrangelo e dell'Avv. Roberto Mastalia dedicato al morbillo, pubblicato su PuntoZero 6 (che potete trovare in edicola o nel nostro shop), di cui vi proponiamo un ampio estratto: buona lettura!
Il potere della “scienza” “Tradizionalmente, il potere della Scienza Medica si è basato sulla paura della malattia e, in particolare, sulla paura della malattia infettiva” - Peter Duesberg
Iniziare con una citazione dello scienziato “dissidente” più famoso del mondo, potrebbe non giovare all’economia di questo articolo, ma Duesberg è e rimane, per quanto se ne possa dire, il più grande virologo vivente! Il primo, in assoluto, a caratterizzare la struttura delle proteine dei retrovirus e lo scienziato sul quale Robert (Bob) Gallo, poi divenuto il guru dell’AIDS, nonostante un numero impressionante di imprese piuttosto discutibili poste in opera in questo campo, tutte ben descritte in un “best seller” internazionale, così si esprimeva: “In ogni caso, tu sei uno scienziato straordinario; un uomo che rende la vita più interessante e piacevole a molti di noi ed è una vera fortuna essere tuo amico!” La citazione di Duesberg e della sua idea di come la Scienza Medica eserciti il proprio potere sulle “masse” (di questi tempi, si potrebbe meglio parlare di “greggi”!) ignare e spaventate, sembra molto appropriata, per un momento storico nel quale, ad un sostanziale calo delle vaccinazioni, dovuto alla sfiducia e alla diffidenza della gente nei confronti dei produttori di vaccini, la politica (o una parte di essa) e la “scienza medica” hanno ritenuto di dover rispondere fomentando terrore e confusione! La Scienza Medica non esercita “poteri”; o almeno non dovrebbe! Caso mai è la politica che la “usa” a questo scopo, per governare, appunto, le “greggi”! E qui entriamo nel cuore del problema.
La storia recente della faida tra “pro-vax” e “anti-vax”, pure semplificazioni mediatiche per distinguere tra coloro che sono favorevoli, su tutta la linea, alle vaccinazioni (in special modo quelle pediatriche) e coloro che, al contrario, chiedono cautela e maggior chiarezza, in termini di efficacia e sicurezza, è un caso molto tipico, se non emblematico, di come la “scienza” possa essere malamente manipolata dalla politica, per tutelare interessi economici forti e particolari: in questo caso, quelli dell’industria dei farmaci e dei vaccini. Preoccupata dal calo sostanziale delle vaccinazioni e dal conseguente importante calo nei profitti, l’industria dei farmaci e dei vaccini ha immediatamente reagito ponendo in essere un’azione coordinata di pressione (“lobbismo”, in termini più moderni) sulla politica e sui media, affinché trasmettesse alla gente, forte e chiaro, il messaggio: “le infezioni sono di nuovo in aumento perché alcuni genitori irresponsabili non vogliono più vaccinare i propri figli”!
Le epidemie “mediatiche” La prima malattia infettiva “usata” per spaventare la gente, è stata la meningite e gli effetti di questa allarmante campagna mediatica, volta ad “incentivare” le vaccinazioni (riportando i profitti dell’industria alla normalità!), si sono visti immediatamente. Il 5 gennaio di quest’anno, “Epicentro”, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (fonte istituzionale, che i più dovrebbero ritenere affidabile), afferma: “In questi giorni, molti servizi vaccinali delle Asl sono in difficoltà per le richieste pressanti da parte dei cittadini che vorrebbero fissare un appuntamento ravvicinato per la vaccinazione contro il meningococco. Obiettivo: la sicurezza di sé stessi e dei propri cari.” La gente si è spaventata e la domanda di vaccini è tornata a salire!
Obiettivo raggiunto!Senonché, sempre dallo stesso sito dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si apprende che la minacciata epidemia di meningite era, nei fatti, un’epidemia esclusivamente “mediatica”, ovvero inventata e senza alcun riscontro nella realtà! Non a caso, in uno stile parzialmente romanzato e abbastanza insolito, per una fonte istituzionale, il commentatore del sito così continua: “Cosa succede? È veramente un’emergenza? Cosa è cambiato? Cosa dobbiamo temere? La risposta è più semplice di quanto molti possano pensare: si tratta solamente di una “epidemia mediatica”, in cui il patogeno, che si sta moltiplicando a dismisura, contagiando giornali e lettori, è semplicemente la notizia giornalistica.” (!)
Morbillo: la nuova “emergenza” Tutto finito? Certo che no! La drastica riduzione nei profitti dell’industria di farmaci e vaccini, legata alla riduzione globale del numero delle vaccinazioni, non può essere risolta dal ritorno alla normalità del consumo di un solo vaccino! È necessario insistere, magari soffiando sul fuoco dei sensi di colpa dei genitori che decidono di non vaccinare! … scoppia, così, il caso del morbillo!
Forse, quando la domanda del vaccino contro il morbillo (un “trivalente” che contiene anche i virus della parotite e della rosolia, da cui la sigla MPR) sarà tornata a crescere, scopriremo che anche l’allarme morbillo è solo una trovata dei media, opportunamente “condizionati” da lobbisti di professione, e che, di conseguenza, un’“emergenza morbillo” non è mai esistita. Ma quando qualcuno, finalmente, lo ammetterà, le vendite del vaccino MPR saranno tornate a salire, così come i profitti dell’industria! … Obiettivo raggiunto!
Ma esiste davvero un’“emergenza morbillo”? Il portale dell’ISS parla, senza mezzi termini, di “epidemia in corso” e dunque, non ci resta che fidarci! Ma i dati statistici, specialmente quando sono complessi e articolati, come nel caso delle singole realtà regionali, vanno analizzati e interpretati correttamente. Vediamo, dunque questi dati.
L’analisi, aggiornata al 20 giugno 2017, riferisce (Fig. 1) un totale di 3.074 casi a partire dall’inizio dell’anno, l’89% dei quali (2.735 casi, circa) non era vaccinato. Il 7% (circa 215 pazienti), aveva fatto una sola dose di vaccino. Il dato “mancante” ha la sua importanza: 89% (non vaccinati) + 7% (con una sola vaccinazione) = 96%. Manca, dunque, all’appello, quel 4% di casi (circa 122 soggetti), dei quali nulla si dice, ma che, nei fatti, si sono ammalati di morbillo, pur avendo effettuato tutte le vaccinazioni del caso! … e la domanda sorge spontanea: “come può mai accadere, viste le garanzie di efficacia e copertura date da governo e istituzioni, che soggetti che hanno fatto il vaccino si ammalino proprio della malattia che il vaccino dovrebbe prevenire?”
… Senza dimenticare che il morbillo, quando tutti eravamo più giovani, era considerato una delle cosiddette “malattie esantematiche infantili” … dove, per “infantili” si intende che colpiscono principalmente i bambini e, solo in casi sporadici, adolescenti e giovani adulti. La statistica nazionale sull’età dei pazienti colpiti dalla nuova epidemia di morbillo lascia esterrefatti e perplessi al tempo stesso, dato che la stragrande maggioranza degli individui affetti, ha un’età compresa tra i 15 e i 39 anni! Il caso Italiano sembra sia sempre stato l’eccezione Europea, se come rileva uno studio abbastanza recente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), anche nel 2014 l’Italia vantava il record del 59% di casi diagnosticati oltre i 20 anni di età! Ma allora il morbillo è o non è una malattia esantematica infantile?
L’efficacia del vaccino contro il morbillo A parte il grosso dubbio sull’età alla diagnosi, appena illustrato, l’ISS sembra molto deciso: si tratta di “epidemia di morbillo” … e vogliamo dare fiducia ad un’istituzione che, tra l’altro, con molta disinvoltura, ammette che sulla meningite siamo stati tutti presi per i fondelli (a proposito, chi ha seminato il terrore della meningite non dovrebbe essere processato per procurato allarme?).
Accettiamo di buon grado l’idea che ci sia una nuova epidemia, anche perché la Scienza, a questo proposito, parla chiaro: “Sebbene le infezioni da virus del morbillo naturale (“wild-type”) si siano ridotte di più del 90%, in Europa, il morbillo non è stato ancora eliminato ed è perfino riemerso, con ripetute epidemie, nei Paesi più sviluppati nei quali sono operativi programmi di vaccinazione che funzionano da anni”.
Accettiamo, altresì, di buon grado l’idea che l’immunizzazione mediante vaccino trivalente (MPR) sia l’unico rimedio per sconfiggere l’epidemia. Ma, essendo obbligati a somministrare il vaccino ai nostri bambini perché altro rimedio non c’è, possiamo pretendere che il vaccino li protegga efficacemente dalla malattia e che la sua somministrazione non comporti danni di alcun genere e tipo alla loro salute e alla loro integrità fisica?
Per rispondere a questa sacrosanta richiesta, più dei proclami o degli spot pubblicitari governativi e mediatici sui vaccini, possono gli strumenti che la Scienza ci mette a disposizione. In particolare, per sapere con sufficiente certezza se un farmaco o un vaccino sono veramente efficaci, la strada da seguire è quella della sperimentazione clinica controllata (“randomizzata” e “in doppio cieco”) contro placebo: questo è il cosiddetto “gold standard” (la regola d’oro), stabilito, peraltro, dall’industria farmaceutica, a proprio uso e consumo. Cosa significa? Molto semplice. Se voglio capire quanto veramente il vaccino del morbillo sia in grado di prevenire la malattia, devo prendere un numero abbastanza elevato di bambini (centinaia di migliaia, se possibile, ma più sono, meglio è!) e suddividerli in due gruppi: al primo somministro il vaccino vero e proprio, mentre al secondo somministro una sostanza inerte (non un farmaco, dunque, ma, appunto, un “placebo”), dalla quale non mi aspetto alcun effetto.
Passato un tempo che riterrò opportuno, andrò a confrontare il numero dei bambini che si sono ammalati nel gruppo trattato con vaccino, con quello dei bambini che si sono ammalati nel gruppo trattato con placebo. In questo modo (e solo in questo modo!) potrò veramente sapere se il mio vaccino è efficace e, nel caso in cui non trovassi differenze nell’incidenza della malattia, tra i due gruppi, dovrei necessariamente concludere che il vaccino non è efficace. Orbene, studi di questo tipo, sul vaccino del morbillo (come su qualsiasi altro vaccino) non sono mai stati fatti! … e non saranno mai fatti perché viene ritenuto “non etico” somministrare ad un bambino una sostanza farmacologicamente inattiva al posto di un vaccino, che, per definizione, viene ritenuto efficace!
Ovviamente, se do per scontata a priori l’efficacia di un qualsiasi vaccino, non sarò mai in grado di capire se quel vaccino funziona veramente (anche se questo non è certo un problema di “big pharma” che, casomai, è interessata solo a vendere quel vaccino e trarne adeguato profitto!). D’altra parte, chi volesse farsi scudo di questa eticità “di facciata”, dovrebbe anche sapere che, del tutto recentemente, un “panel” di esperti del WHO ha definito situazioni nelle quali studiare l’efficacia di un vaccino contro placebo è sicuramente possibile ed eticamente plausibile, oltreché, “ça va sans dire”, scientificamente auspicabile.
Nel mondo reale, tuttavia, mancando studi che accettino l’idea che il placebo può essere usato anche nelle indagini sui vaccini, nessuno degli studi pubblicati fino ad ora può, al di là della pura e semplice accettazione del “dogma” dell’efficacia a priori, dirci se e quanto un certo vaccino sia veramente efficace!
Efficacia e sicurezza del vaccino MPR, secondo la Scienza Nel 1994, dunque in piena campagna vaccinale contro il morbillo, Gustafson e coll. pubblicano sul New England Journal of Medicine (forse la più quotata rivista di medicina al mondo!) un articolo dal titolo molto intrigante e dimostrativo: “Epidemia di morbillo in una popolazione scolastica pienamente immunizzata”.
Il titolo è assolutamente descrittivo e ci riporta a quei 122 casi dell’epidemia nazionale che, seppure immunizzati con le due dosi classiche di vaccino, hanno ugualmente contratto la malattia. Gli Autori così concludono: “… epidemie di morbillo si possono verificare, nelle scuole secondarie, anche quando più del 99% degli studenti sono stati vaccinati e più del 95% sono immuni”!
Quattro anni dopo, in un articolo pubblicato dall’American Journal of Epidemiology, Autori finlandesi ci rivelano (anche loro in maniera molto chiara!) che: “Anche elevati livelli di copertura vaccinale, non sono stati in grado di prevenire epidemie di morbillo diffuse per via aerea … Una protezione totale contro il morbillo, può non essere raggiunta, neanche tra i rivaccinati, quando i bambini devono confrontarsi con un’esposizione intensa al virus del morbillo”.
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