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venerdì 9 giugno 2017 

 

Un «terremoto» che ha sconquassato l'isola

 

Equilibri politici alterati, possibile nuovo voto entro l'anno e negoziato con Bruxelles che parte in salita

 

La Brexit diventerà più difficile

Per il Regno Unito i negoziati per divorziare dall'Unione Europea diventeranno molto più complicati, secondo Tony Travers, professore della London School of Economics. Le trattative si apriranno formalmente il 19 giugno e le scadenze saranno ravvicinate ed ardue. May aveva ricevuto il mandato dal precedente parlamento per una "hard" Brexit sull'addio al mercato unico e alla libertà di movimento delle persone. Ma adesso questa strategia è indebolita. Quelle voci, sia nel campo dei conservatori che dei laburisti favorevoli a una "soft" Brexit, si faranno sentire di più. "Sara difficile governare e si potrebbe andare addirittura a nuove elezioni entro l'anno", dice Wyn Grant dell'University di Warwick.

 

May indebolita

Dopo aver portato il Paese alla prova di un terzo voto in appena due anni ed aver perso la sua ardita scommessa al termine di una campagna molto criticata, sul futuro di May si addensano molte nubi. "È stato un errore autoinflitto, una ferita autoinflitta derivante da un atteggiamento presuntuoso di chi dà per scontato l'appoggio degli elettori", spiega Brian Klaas, della London School of Economics. E già in tanti prevedono un effetto "spagnolo": possibile, come nel caso di Madrid, un nuovo voto entro la fine dell'anno.

 

Corbyn trionfante

Il leader laburista era stato deriso da May e indicato dalla premier come una catastrofe per guidare i negoziati sulla Brexit. Ma con un'ottima campagna basata su politiche radicali, Corbyn ha spiazzato i suoi critici e riportato a nuova fortuna il Labour. "Jeremy Corbyn è riuscito a mobilitare la sua base. Non solo è riuscito ad entusiasmare i giovani ma ha riportato alle urne gente che altrimenti non avrebbe votato", dice Tim Bale della Queen Mary.

 

Nazionalisti scozzesi al palo

La prospettiva di un secondo referendum sull'indipendenza dal Regno Unito sembra allontanarsi. La consistente perdita di seggi del partito di Nicola Sturgeon, lo Scottish National Party (SNP), assieme alla sconfitta personale di Alex Salmond, "è un duro colpo" alle speranze di un secondo referendum, commenta il Financial Times. Sturgeon ha detto alla Bbc di "aver bisogno di un pò di tempo per riflettere".

 

Ukip spazzato via

Dopo l'addio di Nigel Farage, il partito euroscettico Ukip, testa d'ariete nella campagna per la Brexit dello scorso anno, è caduto nell'oblio, passando dall'11% del 2015 al 2%, e potrebbe perdere addirittura l'unico seggio che aveva nel vecchio Parlamento.

 

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