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23/05/2017
E' in questo momento, dopo Manchester, che bisogna rileggere l'editoriale di Friedman sul NYT
di Federico Pieraccini
E' in questi momento, dopo il terribile attentato in Inghilterra, che bisogna ricordare l'editoriale di Thomas L. Friedman scritto sul New York Times poco meno di 1 mese fa.
In relazione al conflitto Siriano, daesh e alla strategia americana da perseguire in Siria, Friedman è arrivato a scrivere quanto segue e il NYT l'ha addirittura pubblicato come editoriale in prima pagina:
"(..) Cos'altro potremmo fare? Potremmo semplicemente smettere di combattere l'ISIS a livello territoriale in Siria e farlo diventare un problema interamente sulle spalle di Iran, Russia, Hezbollah e Assad.
(..) Perché il nostro obiettivo, adesso, dovrebbe essere quello di sconfiggere lo Stato islamico in Siria? E' davvero nel nostro interesse concentrarsi adesso esclusivamente sulla sconfitta dell'ISIS in Siria?
(..)L'ISIS in questo momento è la più grande minaccia per l'Iran, Hezbollah, Russia e le milizie iraniane pro-sciite - perché l'ISIS è un gruppo terroristico sunnita che giocava sporco come l'Iran e la Russia. Trump dovrebbe voler sconfiggere l'ISIS in Iraq. Ma in Siria? Non gratuitamente, non adesso."
Questo è l'occidente: incoraggia il terrorismo in paesi stranieri per fini (geo)politici e quando i terroristi colpiscono in Europa o negli Stati Uniti, i governi ne approfittano per limitare libertà e diritti degli stessi cittadini vittime degli attacchi.
Siamo all'interno di un gigantesco frullatore mediatico che allontana la comprensioni di eventi, come Manchester, dal grande pubblico al fine di offuscare e manipolare le coscienze.
Per sopravvivere nella giungla mediatica in cui ci troviamo, mista ad una guerra ibrida di quarta generazione, è fondamentale non fidarsi di media mainstream, politici e autoproclamati esperti: usare la propria testa, ricercare notizie da fonti diversificate e mettere in dubbio tutto.
Se il New York Times arriva a pubblicare un editoriale in cui incoraggia di non combattere daesh in Siria, siamo di fronte ad una situazione in cui i media sono armi di propaganda, ovvero #FakeNews.
Agite e ragionate di conseguenza. E' fondamentale.