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lunedì 25 settembre 2017
9 cose sulla vittoria di Merkel in Germania
Avrà un quarto mandato consecutivo da cancelliera, ma con una nuova variegata coalizione; i socialisti sono andati molto male mentre l’estrema destra ha sfondato
Angela Merkel ha vinto le elezioni politiche di ieri in Germania e ha quindi ottenuto il suo quarto mandato consecutivo da cancelliere, ma la vittoria del suo partito moderato – l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) – è stata più contenuta del previsto, con un risultato tra i peggiori degli ultimi 60 anni. Il Partito Socialdemocratico (SPD), che aveva candidato Martin Schulz, ha perso decine di seggi in Parlamento e probabilmente non farà parte di una nuova coalizione di governo con la CDU, come era stato nella scorsa legislatura. Alternativa per la Germania (AfD), il partito di estrema destra xenofobo ed euroscettico, ha ottenuto un grande successo, diventando il terzo partito per numero di seggi nel nuovo Parlamento. A Berlino, Francoforte e Colonia decine di dimostranti si sono raccolti fuori dalle sedi dell’AfD per manifestare contro il partito, mostrando cartelli con messaggi di solidarietà nei confronti dei rifugiati.
I risultati
2. La vittoria di Merkel
Parlando ai suoi sostenitori a Berlino dopo la diffusione dei risultati, Angela Merkel ha ringraziato gli elettori e ha ammesso di avere sperato “in un risultato migliore”. Ha detto che durante il nuovo mandato farà il necessario per capire “le preoccupazioni, le ansie e le paure” degli elettori che hanno scelto di votare AfD, in modo da poterli riportare in futuro nell’elettorato della CDU e dell’Unione Cristiano-Sociale di Baviera (CSU), il partito “fratello” bavarese. Per molti osservatori il risultato elettorale per Merkel è stato comunque al di sotto delle aspettative, se non pessimo, e condizionerà le politiche del prossimo governo e le possibilità di formare una coalizione stabile.
3. La coalizione
Molti membri dell’SPD hanno già detto di essere contrari alla formazione di un nuovo governo in coalizione con la CDU, soprattutto perché non vogliono più accettare compromessi con i leader più conservatori del partito di Angela Merkel. Il prossimo governo potrebbe essere quindi formato da una coalizione più eterogenea che comprenda i Verdi e il Partito Democratico Libero, centrista e di orientamento liberale, che ha ottenuto un buon risultato elettorale e l’ingresso in Parlamento con 78 seggi. Una coalizione di questo tipo potrebbe rivelarsi meno stabile, considerati i diversi interessi dei partiti. Merkel nei prossimi giorni terrà colloqui e incontri per decidere come procedere: ha comunque dalla sua parte il fatto che al momento a nessun partito interessa tornare presto a votare.
4. Il successo dell’AfD
La notizia più ripresa dai media tedeschi e in giro per il mondo è lo storico risultato ottenuto dall’AfD, che in poco tempo è riuscito a diventare il terzo partito della Germania. È la prima volta dal Secondo dopoguerra che un partito di estrema destra ottiene seggi all’interno del Parlamento. L’AfD ha condotto una campagna elettorale molto dura nei confronti di Merkel e delle sue politiche, soprattutto sui temi dell’immigrazione e le scelte del governo uscente di accogliere centinaia di migliaia di rifugiati provenienti dalla Siria e da altri paesi a maggioranza musulmana. L’AfD chiede la chiusura di moschee e minareti, definisce la cultura islamica incompatibile con quella tedesca e molti suoi membri negano o ridimensionano le responsabilità storiche del nazismo. L’AfD nelle passate elezioni locali aveva ottenuto buoni successi nella Germania occidentale, e questa volta ha rafforzato i suoi successi anche a est, dove in proporzione il numero di nuovi immigrati è più basso rispetto al resto del paese. Il leader del partito, Alexander Gauland, ha ringraziato gli elettori a Berlino dicendo: “Cambieremo questo paese. Daremo la caccia ad Angela Merkel e a chiunque altro, e ci riprenderemo questo paese”.
5. La CSU nel mezzo
L’Unione Cristiano-Sociale di Baviera (CSU) negli ultimi anni ha avuto un rapporto molto combattuto con la CDU di Angela Merkel, contestando più o meno esplicitamente diverse politiche del governo, comprese quelle legate all’immigrazione. Il suo leader, Horst Seehofer, potrebbe essere tentato di spostare ulteriormente a destra l’orientamento della CSU, con l’obiettivo di recuperare parte dei voti persi e confluiti verso l’AfD. E il cambiamento potrebbe essere repentino, considerato che in Baviera ci saranno le elezioni statali nel 2018. Per Merkel potrebbe essere un’ulteriore complicazione nel tenere insieme la nuova coalizione.
6. La nuova sconfitta dell’SDP
Nonostante avesse un candidato nuovo e con una buona reputazione come Martin Schulz, il Partito Socialdemocratico ha perso ulteriori consensi ed è uno dei più grandi sconfitti di queste elezioni. Il risultato non è così sorprendente se si pensa a come andarono le cose nel 2009 (23 per cento) e nel 2013 (25,7 per cento, un piccolo rimbalzo positivo). I governi di coalizione hanno nuociuto al partito, percepito da molti elettori come un semplice partner di minoranza di Merkel, incapace di produrre proprie politiche e di fare nuove proposte sulla falsa riga dei risultati ottenuti un tempo dai governi a maggioranza SPD. Questo è uno dei motivi che potrebbe spingere il partito a non partecipare a una nuova coalizione – oltre a non voler lasciare l’opposizione alla sola estrema destra – così come non è ancora chiaro se sarà mantenuta o meno la leadership di Schulz.
7. La crisi dei grandi partiti
Da queste elezioni CDU e SPD escono ulteriormente indeboliti, e secondo alcuni osservatori non lo sono mai stati così tanto negli ultimi 60 anni. Da grandi blocchi che rappresentavano la quasi totalità dell’elettorato, stanno diventando sempre più piccoli, mentre il sistema politico si frammenta. La grande coalizione – con cui CDU e SPD hanno governato insieme per 8 degli ultimi 12 anni – ha probabilmente contribuito a questo andamento e ha favorito partiti di opposizione, spesso dura e intransigente come quella dell’AfD, che ora ottengono successi un tempo insperati alle elezioni.
8. Il ritorno dell’FDP
Il Partito Democratico Libero torna in Parlamento con 78 seggi dopo il disastro elettorale del 2013, quando non riuscì a fare eleggere nemmeno un rappresentante. All’epoca l’FDP aveva pagato duramente l’avere fatto parte di una coalizione di governo con la CDU, iniziata nel 2009. Ora l’FDP ha la possibilità di tornare a far parte del governo, ma secondo gli analisti potrebbe assumere posizioni più intransigenti per evitare di essere completamente schiacciato dalla CDU, come avvenne alla sua ultima esperienza governativa. Questo potrebbe aggiungere nuove instabilità alla coalizione che Merkel intende costruire.
9. Giamaica in Germania
Salvo nuovi accordi con l’SPD, è probabile che alla fine in Germania si crei quindi la cosiddetta “coalizione Giamaica”, chiamata così perché i colori dei partiti che la compongono ricordano quelli della bandiera giamaicana: il nero di CDU/CSU, il giallo dell’FDP e il verde dei Verdi. Tenerla insieme sarà un compito difficile per Merkel, considerato che i contrasti sono numerosi a partire da quelli ambientali. I Verdi, per esempio, propongono di spegnere 20 centrali a carbone in tutto il paese, mentre l’FDP è contrario. È invece esclusa qualsiasi possibilità di coinvolgere l’AfD, dal quale tutti gli altri partiti hanno preso le distanze. Secondo gli analisti, la presenza dell’AfD in Parlamento potrebbe essere comunque positiva, da un lato come valvola di sfogo per tenere sotto controllo gli estremismi, dall’altro come forza politica su cui i partiti tradizionali potranno fare leva per dimostrare la loro superiorità e l’utilità di politiche più concilianti.