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9 luglio 2017
G20. Commercio, migranti e clima: un fiasco totale
di Enrico Oliari
L’unica cosa concreta uscita dal G20 di Amburgo è la tregua nella Siria sud-occidentale scaturita dall’incontro del presidente russo Vladimir Putin con il collega statunitense Donald Trump e entrata in vigore oggi a mezzogiorno.
Per il reso è la musica di sempre, frasi roboanti, pacche sulle spalle e foto famiglia, ma sui temi essenziali è mancata la voce unanime. A cominciare dal clima, il cui accordo finale ha visto la firma di tutti meno gli Stati Uniti, per cui gli accordi di Parigi del 2015 (Cop21) sono “irreversibili” tranne che per Washington, che però “si impegnerà per lavorare insieme ad altri paesi nell’aiutarli ad avere accesso e usare le energie fossili in modo più pulito ed efficiente”.
La più dure nei commenti è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel, per la quale l’atteggiamento degli Usa è da condannare, ed in futuro ne sarà preclusa la marcia indietro, cioè l’adesione. E’ infatti un grosso punto interrogativo quell’”aiutarli ad avere accesso e usare le energie fossili in modo più pulito ed efficiente”, perché in soldoni significa continuare con il carbone e il petrolio a scapito delle politiche per le energie rinnovabili.
Un altro tema che non ha trovato la condivisione di tutti è quello del libero commercio, per cui ancora gli Stati Uniti hanno alzato le barricate. In particolare sull’acciaio, che i cinesi esportano a prezzi ultra-concorrenziali: il protezionismo è uno dei fattori chiave della politica di Donald Trump, il quale però non vorrebbe incontrare per le esportazioni statunitensi barriere. Già si parla però dell’intenzione dell’amministrazione statunitense di imporre dazi sull’acciaio del 20 – 25%, cosa che potrebbe innescare una guerra economica globale dalle conseguenze imprevedibili, anche perché per la legge della simmetria gli altri paesi farebbero altrettanto. “Sapremo come reagire”, ha sentenziato il premier italiano Paolo Gentiloni.
E poi c’è il tema delle migrazioni, per cui l’Ue, per bocca del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, voleva portare all’Onu la richiesta di introdurre sanzioni contro i trafficanti di esseri umani, ovvero blocco dei beni e divieto di espatrio. Qui a mettersi di traverso sono state la Russia di Vladimir Putin e la Cina, entrambi paesi con diritto di veto al Consiglio di sicurezza, per cui la cosa è saltata. Gentiloni ha fatto notare che “Siamo tutti consapevoli della differenza giuridica tra rifugiati e migranti economici. Ma questi sono oltre l’85 per cento degli arrivi e quindi gestire e contenere i flussi è e sarà sempre più una sfida europea e globale”. Più verosimilmente vi sono potenze economiche a cui va bene che in Europa si debbano spendere risorse ed energie per un’emergenza che non sembra mai finire.
E così il documento finale parla genericamente di un impegno “al contrasto del traffico di migranti e del traffico di esseri umani”, senza dire ne’ come ne’ quando.