giovedì 27 aprile 2017 megachip.globalist.it
I francesi si autoaffondano di Thierry Meyssan Traduzione di Matzu Yagi
I francesi non percepiscono più i riferimenti e si aggrappano a linee rosse che non esistono più. Tuttavia, i fatti sono chiari e alcune evoluzioni prevedibili.
Stiamo assistendo a una storica inversione di rotta in Francia, dove lo spettro politico vecchio sta deflagrando in tanti pezzi, mentre appare una nuova frattura. Tenuto conto dell'intensa propaganda mediatica che si è recentemente abbattuta sul paese, i francesi non percepiscono più i riferimenti essenziali e si aggrappano a linee rosse che non esistono più. Tuttavia, i fatti sono chiari e alcune evoluzioni sono prevedibili.
Dopo una campagna elettorale molto agitata, i francesi hanno scelto Emmanuel Macron e Marine Le Pen per il secondo turno delle elezioni presidenziali.
Già ora, quasi tutti i candidati perdenti, ad eccezione di Jean-Luc Mélenchon - e non è un caso - hanno fatto appello ai loro seguaci affinché sostengano Macron, che dunque dovrebbe essere facilmente eletto.
I due grandi partiti storici che hanno governato la Francia dall'inizio della Quinta Repubblica - i Repubblicani (ex gollisti) e il Partito Socialista (ex Jauresiani) - sono stati battuti. Un nuovo arrivato, En Marche!, sale al primo posto sul podio, davanti al Front National.
C'è un candidato del fascismo? Non è la prima volta che questo tipo di scissione si presenta nella storia della Francia: - da un lato, un fautore di un'alleanza con quella che sembra essere la più grande potenza del momento (gli Stati Uniti) e, dall'altro, un movimento in cerca dell'indipendenza nazionale; da una parte, la totalità della classe dirigente, senza eccezioni osservabili, e dall'altra un partito che mette insieme una miriade di pezzi, composto massicciamente da proletari, due terzi dei quali provengono dalla destra e un terzo dalla sinistra.
Evidentemente, il prossimo presidente francese sarà dunque Macron; un uomo della Banca Rothschild & Cie, ora sostenuto dalla totalità dei dirigenti delle imprese del CAC40 (il principale indice di borsa francese, ndt).
Tuttavia, senza offesa per i nostri pregiudizi, l'unanimità delle potenze del denaro è la caratteristica fondamentale dei partiti fascisti.
Questa unanimità del Grande Capitale è sempre accompagnata da un'unità nazionale che cancella le differenze. Per diventare uguali, occorre diventare identici. Questo è quanto ha iniziato il presidente Hollande con la legge del «Matrimonio per tutti», nel 2012-13. Presentata come se fosse intesa a stabilire l'uguaglianza tra i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, ha stabilito di fatto che i bisogni delle coppie con figli sono uguali a quelli delle coppie gay. Eppure c'erano altre soluzioni più intelligenti. L'opposizione a questa legge ha portato a una serie di manifestazioni molto importanti, ma purtroppo non sono riuscite a fornire altre proposte, e talvolta si mescolavano con slogan omofobi.
Analogamente, l'attentato contro Charlie-Hebdo fu commemorato al canto di «Je suis Charlie!», e quei cittadini che dichiararono di non essere «Charlie» vennero perseguiti dal sistema giudiziario.
È un peccato che il popolo francese non reagisca né davanti all'unanimità del Grande Capitale, né contro le ingiunzioni volte a far ricorrere agli stessi negozi giuridici e a professare gli stessi slogan. Al contrario, insistono nel considerare come «fascista» l'attuale Front National, senza alcun altro argomento che il suo lontano passato.
Si può resistere a un candidato fascista? Nella maggior parte dei casi, i francesi pensano che Emmanuel Macron sarà un presidente alla maniera di Sarkozy e di Hollande, un uomo che continuerà la loro politica. Si aspettano pertanto di vedere il loro paese declinare sempre di più. Accettano questa maledizione, pensando che in questo modo eviteranno la minaccia dell'estrema destra.
Molti di loro ricordano che alla sua creazione, il Front National riuniva i perdenti della Seconda guerra mondiale e i perdenti della politica socialista della colonizzazione dell'Algeria. Si sono concentrati sulle figure di pochi uomini che hanno collaborato con l'Occupante nazista, senza vedere che il Front National di oggi non ha assolutamente niente in comune con quelle persone. Essi persistono nel ritenere responsabile della tragedia algerina il sottotenente Jean-Marie Le Pen (padre di Marine) e a esonerare dalle loro responsabilità i leader socialisti del tempo, in particolare il loro terribile ministro dell'interno, François Mitterrand.
Nessuno si ricorda che nel 1940 fu un ministro fascista, il generale Charles De Gaulle, a rifiutare l'armistizio vergognoso con la Germania nazista. Quest'uomo, erede ufficiale del maresciallo Philippe Petain (che era il padrino di sua figlia), si lanciò da solo nella Resistenza. Lottando contro la sua educazione e i suoi pregiudizi, radunò lentamente intorno a sé, contro i desideri del suo ex mentore, i francesi di tutti gli orientamenti per difendere la Repubblica. Vi si aggiunse una personalità di sinistra, Jean Moulin, che, qualche anno prima, aveva sequestrato segretamente del denaro dal ministro della Marina e trafficato armi per sostenere i repubblicani spagnoli contro i fascisti.
Nessuno si ricorda che un collega di De Gaulle, Robert Schuman, appose la sua firma sull'armistizio della vergogna, e poi, pochi anni dopo, fondò la Comunità economica europea (l'attuale Unione europea): un'organizzazione sovranazionale basata sul Modello nazista del «Nuovo Ordine Europeo», contro l'Unione Sovietica e oggi contro la Russia.
Il modello Obama-Clinton Emmanuel Macron ha ricevuto il forte sostegno dell'ex-presidente statunitense Barack Obama e ha riunito una squadra per la politica estera composta dai principali diplomatici neoconservatori. Non fa mistero di sostenere la politica esterna del Partito democratico statunitense.
Barack Obama, anche se ha presentato la sua politica estera con una retorica diametralmente opposta a quella del suo predecessore, il repubblicano George W. Bush, in pratica ha ricalcato i suoi passi in tutti i punti. I due uomini hanno condotto in successione lo stesso piano per la distruzione delle società del Medio Oriente allargato: un piano che ha già causato più di 3 milioni di morti. Emmanuel Macron sostiene questa politica, anche se non sappiamo se intende giustificarla parlando di «democratizzazione» o di «rivoluzione spontanea».
Se Hillary Clinton fosse stata battuta in occasione delle elezioni americane, Emmanuel Macron doveva essere eletto in Francia.
Niente dimostra che Marine Le Pen sarà in grado di giocare il ruolo di Charles De Gaulle, ma tre cose sono certe: - Così come nel 1940 i britannici, soffocando il loro disgusto, accolsero De Gaulle a Londra, oggi i russi potrebbero sostenere Le Pen. - Proprio come nel 1939, solo alcuni comunisti sfidarono gli ordini del loro partito e aderirono alla Resistenza, ci saranno solo alcuni dei militanti di Jean-Luc Mélenchon che intraprenderanno questo passo. Ma a partire dall'attacco nazista all'URSS, fu l'intero partito comunista a sostenere De Gaulle e costituire la maggioranza della Resistenza. Non c'è dubbio che negli anni a venire, Mélenchon combatterà fianco a fianco con Le Pen. - Emmanuel Macron non capirà mai le persone che resistono alla dominazione della loro patria. Quindi non capirà i popoli del Medio Oriente Allargato che lottano per la loro indipendenza reale attorno a Hezbollah, alla Repubblica araba siriana e alla Repubblica islamica d'Iran.
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