Fonte: Italicum https://www.ariannaeditrice.it/ 04/11/2017
Populismo, secessionismo e democrazia globale di Luigi Tedeschi
L'Europa non può certo risolvere la crisi catalana.
Le responsabilità storiche e politiche dell'Europa Trattasi di un processo storico iniziato nell' '89 con il crollo del muro di Berlino e la fine dell'URSS. Il mutato contesto geopolitico mondiale determinò anche una diversa evoluzione del processo di unificazione europea. Si rivelò ben presto utopica l'idea di una Europa unita come stato federale sovranazionale. L'Europa avrebbe certo determinato il tramonto degli stati nazionali, con la nascita di nuove patrie nazionali già interne agli stati e/o di nuove unioni di stati transnazionali europei che avrebbero mutato le configurazioni territoriali rispetto agli stati nazionali esistenti. Ma al declino della sovranità nazionale degli stati avrebbe fatto riscontro la nascita di una patria più grande: l'Europa.
In effetti, dopo la fine dell'URSS e della cortina di ferro che aveva sancito la divisione dell'Europa in due aree di influenza egemonica distinte e contrapposte, corrispondenti al bipolarismo russo - americano scaturito dalla guerra fredda, si riconfigurò una Europa frammentata in tanti piccoli stati. Si riproposero quindi le vecchie conflittualità etico - nazionali generatesi con il crollo degli imperi centrali ed il successivo Trattato di Versailles che pose fine alla prima guerra mondiale. Così come l'unificazione tedesca si era rivelata una incorporazione di fatto della DDR nella RFT, allo stesso modo l'Europa dell'est, già frammentata un tanti stati, fu incorporata nella Nato: il sorgere di una sovranità europea unitaria si rivelò impensabile. Da tale contesto geopolitico è invece sorta una Europa dominata all'interno economicamente dalla Germania e all'esterno soggetta al dominio politico - militare degli USA.
La dissoluzione degli stati e le piccole patrie dell'egoismo localista L'Europa della UE non ha mai avuto un ruolo unificante, semmai ha largamente contribuito alla disunione interna ed estera degli stati. La UE infatti è una unione economico - finanziaria che ha prodotto competizione selvaggia ed estrema conflittualità tra gli stati, non è stata né ha mai preteso di essere una nuova patria. La devoluzione della sovranità economica e monetaria alla UE, ha poi determinato il progressivo dissolvimento della sovranità e dell'indipendenza politica degli stati nazionali. L'imposizione da parte della UE di parametri finanziari devastanti per i bilanci pubblici e di politiche di austerità agli stati membri, ha comportato la distruzione progressiva dello stato sociale e la proletarizzazione dei ceti medi. La UE ha prodotto diseguaglianze crescenti tra gli stati così come tra i popoli e i cittadini.
Una UE dominata da oligarchie tecnocratico - finanziarie ha compresso i diritti sociali dei popoli e le libertà democratiche negli stati. La struttura neoliberista assunta dalla UE, ha determinato una competizione conflittuale tra stati dominanti e stati dominati che, da esterna è divenuta anche interna, favorendo la frammentazione degli stati in regionalismi antagonisti e del tessuto sociale, dilaniato la competizione selvaggia tra i poteri economici lobbistici, a danno delle masse proletarizzate condannate alla lotta quotidiana per la sopravvivenza.
Il secessionismo strisciante e diffuso in Europa, di cui la Catalogna è solo l'espressione più eclatante, è un fenomeno generato dalla stessa UE. Infatti, alla destrutturazione degli stati ha fatto riscontro la nascita di macroregioni costituitesi sulla base del livello di sviluppo economico e delle posizioni dominanti assunte dai poteri regionali autonomi. Si sono affermate in Europa una miriade di piccole patrie come la Catalogna, le Fiandre, la Scozia, la Padania e molte altre, che hanno prodotto un nuovo nazionalismo fondato sull'interesse egoistico locale, sia individuale che collettivo.
Ma a questo punto occorre anche far appello alla memoria storica recente e alle tragiche esperienze scaturite dalle istanze autonomiste - secessioniste. I sanguinosi conflitti etnici che dissolsero la Jugoslavia ebbero inizio con il rifiuto di devolvere le quote delle proprie risorse da parte di Slovenia e Croazia allo stato centrale jugoslavo, cui fecero seguito le dichiarazioni unilaterali di indipendenza, peraltro sostenute dall'Occidente.
Il declino della coscienza storica degli stati nazionali L'Europa della UE è dunque sorta sulla delegittimazione degli stati, sulla negazione della eredità storica novecentesca. L'unità europea fu progettata sin dalle sue origini nel secondo dopoguerra, con l'intento di pacificare il continente europeo storicamente dilaniato dai conflitti tra stati, religioni, ideologie. Nella realtà storica contemporanea l'avvento del cosmopolitismo pacifista dell'ideologia liberal sta determinando la dissoluzione degli stati. Gli stati nazionali, sono stati ideologicamente criminalizzati, in quanto ritenuti responsabili dei crimini del '900 quali l'olocausto, il colonialismo, il totalitarismo.
L'avvento del capitalismo globale ha comportato la decomposizione progressiva degli stati, attraverso un processo di erosione interna, attuato mediante la distruzione dei valori identitari dei popoli, delle specificità nazionali e l'autonomismo secessionista ne rappresenta un adeguato strumento. Alla coscienza storica delle comunità nazionali, vengono sostituiti sistemi di aggregazione sociale e territoriale basati sull'economicismo globalista. Su base economico - finanziaria vengono distinte le aree territoriali economicamente omogenee e funzionali al dominio delle oligarchie finanziarie europee.
Democrazia degli stati e democrazia globale Populismo e secessionismo sono due fenomeni prodotti, o per lo meno accentuati, dalla crisi che ha investito l'Europa nel 2008. Ma se il populismo incarna la protesta sorta dal basso, cioè dei popoli impoveriti quella secessionista è una rivolta dei popoli ricchi: nasce dalla non condivisione dei costi sociali derivanti dalla crisi. Se il dogmatismo ideologico liberista considera la globalizzazione irreversibile, parimenti irreversibili sono allora populismo e secessionismo.
La protesta populista in Europa non si identifica con quella secessionista. Il populismo è espressione del dissenso dei popoli si considerano espropriati dei propri diritti e della propria identità. Il populismo è quindi sovranista e sostenitore dell'eguaglianza e dell'unità del popolo che si riconosce nello stato nazionale, quale necessaria entità territoriale antagonista al processo di globalizzazione neoliberista.
Il secessionismo invece afferma identità localistiche portatrici di valori divisivi, conflittuali, disegualitari ed egoistici, che rappresentano assai frequentemente la riviviscenza di antichi pregiudizi discriminatori di natura etnico - linguistica regionale, ormai consegnati al passato.
Il secessionismo è uno degli effetti della trasformazione strutturale che ha investito la società occidentale negli ultimi decenni. La società neoliberista è per sua natura individualista. Il sistema politico liberal democratico dominante afferma il primato degli interessi individuali su quelli comunitari e pertanto postula una libertà individuale del tutto disgiunta ed indipendente dalla comunità stato. La piccola patria secessionista costituisce infatti il modello esemplare di una istituzione che non si identifica col bene comune ma con la somma degli interessi individuali. Infatti, l'indipendentismo catalano ha preteso di legittimare la propria secessione dalla Spagna con un referendum di autodeterminazione unilaterale della Catalogna stessa. Ma nessuna costituzione statuale può prevedere e legittimare la dissoluzione dello stato stesso, mediante l'autodeterminazione regionale. La sovranità e l'integrità dello stato sono valori enunciati dalle costituzioni che non possono essere messi ai voti, pena la fine dello stato stesso. Una democrazia concepita oltre e/o senza lo stato, è invece coerente con le premesse ideologiche del modello neoliberista globale. Tale democrazia conduce necessariamente alla governance oligarchica in quanto può solo legittimare il dominio delle classi dominanti nella società.
Ci ha pensato comunque il leader indipendentista Puigdemont a risolvere la crisi catalana con la sua "eroica" fuga in Belgio. In Spagna è stato dunque ripristinato lo stato di diritto e la sovranità nazionale. Tuttavia trattasi, come in tutta l'Europa di sovranità dimezzata dalla governance della UE, nel contesto di una società dissestata e decadente, in quanto progressivamente erosa da conflittualità interne ed esterne, che hanno minato nel secolo XXI° il primato dello stato sugli interessi particolari e locali, del pubblico sul privato, della comunità sull'individuo.
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