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26.03.2017

 

L’Unione europea ha tradito l’Europa

di Tatiana Santi

 

I 27 leader europei hanno firmato in Campidoglio la fatidica Dichiarazione congiunta per rilanciare l’Unione europea, che per il 60°anniversario dei Trattati di Roma si è presentata più divisa che mai. Che cosa c’è da festeggiare?

 

In una Roma blindata i capi di Stato e di governo dell'Ue alla fin fine hanno firmato il documento su un'Europa a più velocità, frutto di divisioni e polemiche, soprattutto da parte della Polonia. Il 25 marzo la capitale italiana è stata teatro di massicce manifestazioni in favore e contro l'Unione europea.

Ancora prima di dibattere sulla crisi dell'euro, sulla mancanza di una strategia politica comune in seno all'Unione e sul dramma dell'immigrazione, è fondamentale domandarsi che cosa sia stata e cosa sia oggi l'Europa.

Il 25 marzo all'Auditorium Angelicum di Roma si è tenuto il convegno "Italia sovrana in Europa" promosso da Fratelli d'Italia, dove si è discusso di identità, spirito e valori europei, concetti che vanno ben al di là dell'Unione europea. All'evento hanno partecipato numerosi relatori fra cui Giulio Tremonti, già ministro dell'economia, il filosofo Diego Fusaro, lo storico dell'arte Vittorio Sgarbi, il giornalista e reporter di guerra Gian Micalessin.

 

Il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha così introdotto il convegno:

"Oggi faremo un dibattito sui contenuti. Sfatiamo una fake news: dicono che noi siamo antieuropeisti, in realtà è falso. I nemici dell'Europa sono gli usurai, i faccendieri e i banchieri. Bisogna reimpossessarsi del termine Europa, riportarla ad essere qualcosa di grande. Vorrei dire alla Merkel che lei non è l'Europa. L'Europa esiste da prima dell'Ue e esisterà dopo. Oggi parleremo dell'Europa dimenticata e di quello che potrebbe essere. Parleremo di un'Europa delle nazioni".

 

Meloni ha presentato a una sala gremita il manifesto per un'Europa dei popoli e una confederazione di nazioni libere e sovrane. L'euro, come ha sottolineato la leader di Fratelli d'Italia, è una moneta fallita ed è necessario poter gestire questo processo per non dover poi subirlo con drammatiche conseguenze. Basta immigrazione incontrollata, stop globalizzazione senza limiti, no al processo di islamizzazione forzato, difesa del Made in Italy e "prima gli italiani", sono questi i punti fondamentali del manifesto presentato al pubblico. Parola d'ordine: sovranità.

 

"L'Europa ha abdicato la sua sovranità. Bisogna riprendere in mano il concetto di Europa attraverso i libri, le cattedrali, la storia, la vita dei popoli e non attraverso i corridoi di Bruxelles. L'Europa è fede e civiltà cristiana, va ritrovato il punto di origine", ha sottolineato nel suo discorso il giornalista Marcello Veneziani.

 

Il tema della cristianità da fil rouge ha risuonato durante tutto il convegno nei discorsi dei relatori che si sono succeduti. "Se non c'è cristianità non c'è Europa", lo storico dell'arte Vittorio Sgarbi ha concluso con queste parole il suo discorso nel quale non ha usato mezzi termini: "Non si possono festeggiare 60 anni di aborto. Oggi per il vertice dei leader europei a Roma tengono chiusi i negozi e i musei. È una vergogna!".

 

La nota firma de Il Giornale, il reporter di guerra Gian Micalessin ha posto l'accento sugli errori dell'Europa in materia di politica estera e di lotta al terrorismo. Il giornalista ha sottolineato inoltre il silenzio dell'Europa sulle persecuzioni dei Cristiani in Medioriente. L'Europa, secondo Micalessin, invece che prestare attenzione alla minaccia dell'ISIS e ai proclami di al-Baghdadi, a partire dal 2014 ha preferito schierare truppe ai confini con la Russia. "L'Europa è stata al servizio degli Stati Uniti. Il disfacimento dell'Europa è ben chiaro. Nei nostri confini non riusciamo a contrastare l'islam radicale. Il sogno europeo si è trasformato in un incubo del caos".

 

A margine del convegno Sputnik Italia ha scambiato un paio di battute con il reporter di guerra Gian Micalessin.

— Oggi si festeggiano i 60 anni dei Trattati di Roma. Quali sono a tuo avviso gli errori principali dell'Unione europea?

 

— In politica estera è quello di schierarsi dalla parte di chi ha voluto la morte di Gheddafi creando un buco nero da cui arrivano gran parte dei profughi con i quali non sappiamo cosa fare oggi. L'errore della Siria, dove abbiamo appoggiato i tagliagole e i terroristi che oggi operano anche all'interno dell'Europa. Un errore è stata la rottura con la Russia nel 2014, abbiamo perduto il nostro miglior alleato contro il terrorismo. Sono sbagli capitali che hanno provocato la crisi dell'Europa.

 

— Avendo fatto della Russia un nemico, quali sono i rischi che corre l'Unione europea?

 

— Non è soltanto un rischio, è anche la perdita di un'opportunità. Penso che la Russia sia il nostro principale partner economico, ma anche quello politico, quello più vicino a noi come tradizioni. Non abbiamo perso un nemico, abbiamo perso un amico.      

 

— I leader europei hanno firmato la dichiarazione per lanciare un'Unione a più velocità. Secondo te può essere una soluzione perché l'Europa esca da questa profonda crisi politica?

 

— È solo un palliativo, è come l'aspirina data ad un malato di tumore. L'Europa deve cambiare le sue fondamenta, deve cambiare le sue regole. L'Europa di oggi non funziona più. Prima, seconda o terza velocità, l'Europa continuerà ad andare indietro, invece che avanti.

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