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L’ambasciatore egiziano in Italia: "Il volume di affari italiani in Egitto è di 5 miliardi di euro" di Marco Barone
Quando si pensa a Cleopatra nella mente partono le immagini di film che hanno fatto la storia, di una regina bella, sensuale, ma anche avida e profondamente crudele. E l'entrata di Cleopatra a Roma venerata come una divinità rimarrà nell'immaginario collettivo come quel simbolo che unisce l'Italia all'Egitto. E mai simbolo più sacro e profano nello stesso tempo di questo doloroso secolo poteva esserci per meglio rappresentare, raffigurare i rapporti tra Italia ed Egitto.
E Cleopatra entra a Roma è una delle immagini che caratterizzeranno il filmato realizzato per onorare l'Ospedale italiano Umberto I al Cairo presentato allo scoccare del ventunesimo mese dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni che verrà proprio trasferito in quel plesso ospedaliero.
Video: https://youtu.be/bf-wRi-XT-0
Un filmato che ha lo scopo di celebrare il 150/o anniversario della nascita del suo fondatore, Empedocle Gaglio. Le parole d'ordine saranno sempre amore, filantropia, fratellanza. Si racconterà la storia di Empedocle "di un italiano che s’innamorò dell’Egitto, vi lavorò, vi morì e venne sepolto" che "lasciò il suo Paese per venire in Egitto". Che ha operato per il bene dell'Egitto.
E quell'ospedale non è una cosa da niente. E' l'orgoglio della comunità italiana. Che porta il nome di un re, Umberto I, che soprattutto in Sicilia viene vissuto con nostalgia, tanti sono i circoli, le vie, le piazze dedicate al re Mitraglia che verrà ucciso per mano di Gaetano Bresci. Ospedale articolato in 11 divisioni, con altrettanti padiglioni, in cui operano 750 dipendenti e sono disponibili 400 letti.
Ospedale orgoglio e cuore vitale delle relazioni tra Italia ed Egitto. Tanto che come verrà riconosciuto dall'ambasciatore egiziano che si è insediato a Roma è stato il pronipote della famiglia Bendetti, considerata come "amica dell'Egitto", ad aver avuto un ruolo fondamentale nei rapporti tra Italia ed Egitto, durante quell'anno e mezzo di "sospensione".
L'ambasciatore dirà che è stato Eugenio Benedetti "a rendere possibile di mantenere i rapporti tra Italia ed Egitto quando gli ambasciatori non c’erano". Non si parlerà mai della vicenda di Giulio, ma il riferimento è ovviamente a quanto accaduto tra il 25 gennaio 2016 e 3 febbraio 2016 ed alla conseguenza del ritiro dell'ambasciatore.
Lo stesso Benedetti dirà che ora c'è il nuovo ambasciatore egiziano a Roma, "è quello giusto", "che ci voleva dopo un' anno mezzo di interruzione di rapporti, di dolore, perché abbiamo sofferto tutti, è arrivato il nuovo ambasciatore per creare un nuovo periodo di collaborazione tra i nostri Paesi per ricostruire quell'amicizia che non si era mai interrotta ma addormentata".
Ed ora si è risvegliata quella relazione "che dura da oltre 2000 anni", come è stato evidenziato. Una relazione che comunque non si è mai fermata, ma il ritiro dell'ambasciatore era un gesto di pressione politica importantissimo, che è stato vissuto con grande imbarazzo e fastidio non solo in Egitto ma anche da una parte del potere e capitale economico italiano.
Come ha sottolineato l'ambasciatore egiziano, "ho avuto incontri con ministri degli affari, esteri, degli interni e della difesa" ribadendo che "l’Egitto è un partner indispensabile per l’Italia. l’Italia è il terzo partner commerciale dell’Egitto a livello mondiale, il secondo in Europa per un volume di affari di 5 miliardi di euro".
E non sarà un caso che la prima visita del nuovo ambasciatore italiano avverrà proprio in quell'ospedale, cosa che verrà evidenziata nel filmato celebrativo.
Ciò a confermare come il ritorno dell'ambasciatore in Egitto è stato un gesto di resa effettivo, politicamente devastante, moralmente inaccettabile, eticamente di compromesso al ribasso. Perché la verità, la dignità, la giustizia, sono di valore inestimabile. Non trattabili. Perchè è Roma ad essersi inchinata a Cleopatra. Perché i cinque miliardi di euro di interessi economici devono meritare la giusta legittimazione politica ed istituzionale. Perché non è l'Italia ad essere fondamentale per l'Egitto, ma è l'Egitto ad essere fondamentale per l'Italia.
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