Fonte: Barbadillo

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04/06/2017

 

Meglio sovranisti che dissolti nell’Ue

Chris Tomlinson intervista Alain de Benoist

 

De Benoist è da tempo un critico feroce della globalizzazione e della migrazione di massa. Considera l’immigrazione un fattore significativo nell’aumento della presenze dell’Islam radicale in Francia. Ritiene che si sia una via di mezzo tra quella che lo storico e il sociologo Jean-Louis Harouel ha definito la “religione dei diritti umani”, secondo cui non esiste alcun problema per l’immigrazione e la posizione opposta di xenofobi e razzisti.

“Penso che l’immigrazione sia normale entro certi limiti. C’è un momento in cui però è troppa, troppo veloce, troppo diversa”, ha detto De Benoist. Ha aggiunto che l’immigrazione di massa ha trasformato luoghi come i sobborghi di Parigi in “aree in cui la polizia non può andare” e ha osservato che “la maggior parte delle persone in carcere sono di provenienza straniera”. Come Harouel, ha affermato che il modo migliore per fermare la migrazione di massa è ridurre la spesa sociale e “controllare i confini per quanto possibile”.  Ha poi criticato con forza i globalisti quando affermano di essere “cittadini del mondo” con questa riflessione: “Non puoi essere un cittadino del mondo, perché questa definizione non significa niente”. “Penso sia triste che viaggiando nel mondo si vedano sempre gli stessi edifici, le stesse canzoni, gli stessi film”, ha specificato in merito alla progressiva “perdita di diversità”. Il sistema scolastico, ha aggiunto De Benoist, è parte del problema quando si parla della mancanza di integrazione degli immigrati. “La scuola è completamente distrutta, più o meno”, ha commentato. “Finché il sistema scolastico fa parte del problema, non può diventare parte della soluzione”, ha puntualizzato. E questi pensieri sono in antitesi rispetto alle tesi sull’educazione francese di Gilles Kepel, che ha dichiarato di ritenere l’istruzione una parte critica nella creazione dell’identità francese.

Il parere del filosofo sull’Unione europea? Non si oppone all’idea di un’Europa più unita, ma ritiene che le élite in carica siano “distanti” dal popolo. Ha criticato il fatto che l’Unione europea sia fondata esclusivamente sull’economia e non sul potere politico e ha dichiarato che è “paralizzata” con “nessun denaro” e sempre più debole e fragile. “La tentazione per molti paesi è di chiudersi su di sé”, sul modello del primo ministro ungherese Viktor Orbán. “Capisco questa reazione. È meglio essere così, sovranisti, che dissolti” nell’UE, ha chiosato.

Sul presidente francese appena eletto, Emmanuel Macron, De Benoist ha dichiarato: “Penso che Macron sia l’erede tipico di Tony Blair”. Ha descritto il nuovo presidente come “Blair francese con un tocco di Bill Clinton e Justin Trudeau”. De Benoist ha anche parlato del presidente americano Donald J. Trump dicendo che c’è una chiara distinzione tra quello che ha definito “il fenomeno di Trump” e il presidente stesso. Il “fenomeno di Trump”, ha affermato, è stato il risultato di una “spinta dal basso contro l’istituzione” e ha aggiunto: “La “persona”  Donald Trump, è ancora per me, un mistero”. Alla domanda su quali siano le più grandi sfide che la Francia deve affrontare nel prossimo decennio, De Benoist ha risposto: “L’intera classe politica deve andare via. Vedremo nuovi movimenti e nuovi tipi di azioni politiche. Il partito politico classico è già obsoleto”. “Siamo in una crisi profonda che è ovunque, finanziaria, economica, politica, ideologica, spirituale e così via. Siamo in uno stato di transizione. C’è il mondo che sappiamo che sta lentamente scomparendo e un nuovo mondo che sta arrivando, ma non conosciamo la forma “, ha concluso. (da Breitbart, traduzione di G.B.)

 

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