http://www.lintellettualedissidente.it/ 17 febbraio 2014
Gustavo Rol di Francesco Chiarizia
Di lui hanno parlato scienziati, cattedratici, scrittori e artisti, e da parte di tutti è sempre stato un coro unanime di meraviglia.
“Io, morente, offro la vita a coloro che già erano, come me, prossimi a scomparire nel nulla. Su cento milioni di uomini ce n’è uno solo che saprà tramandare la ragione che non è segreta della Creazione.”
Solo la mente non ha limiti e non conosce confini. Questo in poche parole è quanto ci tramanda una delle personalità più misteriose ma allo stesso tempo affascinanti del XX secolo: quella di Gustavo Augusto Rol. Sensitivo, veggente, persona riservata e sincera, uomo incredibile, fuori dal tempo, apparentemente dotato di poteri,viveva una vita riservata, sempre alla ricerca della pura conoscenza, di lui nel 1942 si interessò perfino il Duce in persona che lo invitò a Villa Torlonia dove precognizò la sconfitta nella guerra. Perfino Pio XII volle incontrarlo. Anche Hitler lo voleva conoscere, e inviò i suoi a cercarlo con l’ordine di condurlo a Berlino. Per ben tre volte gli uomini del Duce lo nascondono e lo sottrassero alle SS. Charles De Gaulle dichiarava di sentirsi poco sicuro con Rol in giro, capace com’era di sondare nei meandri delle menti altrui e di scoprire così anche i più delicati segreti di stato. Negli anni ’50 incontrò la regina Elisabetta II a Londra, che, a quanto pare, desiderava mettersi in contatto con lo spirito del padre, Re Giorgio VI, morto nel 1952. Di questo periodo è anche l’incontro con Padre Pio, del quale Rol era molto devoto. Nel 1964 incontrò ad Antibes l’Imperatore d’Etiopia, Hailé Selassié, al quale predisse la sua morte ad opera del suo popolo (fatto che si verificherà nel 1975). Anche in America si interessano a lui. Walt Disney volle incontrarlo e John Fitgerald Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia da presidente, viene appositamente a Torino per incontrare Rol. Nel 1981 il presidente Reagan gli inviò un telegramma di ringraziamento per aver contribuito con il suo aiuto “metafisico” alla liberazione del generale americano James Lee Dozier. Ma qual’era il pensiero di Rol? Nella sua visione, Rol sosteneva che l’uomo, e solo l’uomo, fosse in possesso di una dualità animistica: infatti oltre all’anima l’uomo avrebbe avuto anche uno «spirito intelligente». L’anima, una volta lasciato il corpo, sarebbe ritornata a Dio, mentre il cosiddetto «spirito intelligente» si sarebbe distinto invece nel continuare ad essere presente sulla terra, anche dopo la morte. Lo spirito che pervadeva l’uomo sarebbe stato quindi «intelligente», nel senso di essere provvisto di coscienza e di capacità creative, differenziandosi dallo spirito di tutte le altre «cose». La stessa presenza di uno spirito in ogni cosa è la prova che secondo Rol, Dio esiste, anzi che ognuno è parte Dio e di conseguenza ogni componente del reale non ha ragione se non in Dio stesso: un pensiero che di primo sguardo potremmo quasi definire come autentico panteismo. Affermava di poter entrare in contatto con «spiriti intelligenti», e che essi partecipassero ai suoi esperimenti, durante i quali egli entrava in contatto con loro, agendo «con spontaneità, quasi sotto l’impulso di un superiore ordine ignoto». Di lui hanno parlato scienziati, cattedratici, scrittori e artisti, e da parte di tutti è sempre stato un coro unanime di meraviglia. Partendo dal fatto che la dottrina si tramanda in silenzio e non tramite il silenzio, va detto che Rol è stato senza alcuna discussione, uno degli esseri umani più dotati di quelle facoltà che scavalcano con i loro effetti le consuete barriere del mondo fisico, psichico e spirituale, fino ad attingere ad una molteplicità di percezioni e manifestazioni paranormale che lo pongono in una particolare dimensione, una dimensione sovraumana dalla quale egli, nella sua essenza che è anche fatta delle cose proprie dell’uomo puro e semplice, ricavava motivi di amarezza e solitudine. |