Tratto da  Storie e notizie n.1441

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3 marzo 2017

 

I muri spiegati ai bambini

di Alessandro Ghebreigziabiher

 

C’era una volta un pianeta. Un piccolo pianeta, grande come un terreno. Un terreno abbastanza vasto da vicino e quasi invisibile a occhio nudo, a meno di un telescopio eccezionale e gratuito, detto fantasia. Sul terreno del pianeta piccolo vivevano due creature.

Due alieni, diremmo noi. Due amici, dicevano loro tempo prima, quando entrambi avevano una casa e un giardino da coltivare, animali da allevare e acqua con cui rinfrescare le labbra e la vita stessa. I due vivevano l’uno accanto all’altro e avresti fatto fatica a capire dove finisse la fortuna del primo e iniziasse quella del secondo. Tuttavia, come spesso accade, la buona sorte si dimostrò meno generosa e, soprattutto, meno equa. Cosicché, la dea bendata voltò le spalle a uno dei due. Di conseguenza, mentre la porzione di terra del primo rimase florida e fruttuosa, l’altra si rivelò arida e morente. Lo sfortunato decise di chiedere aiuto all’amico e quest’ultimo non si tirò indietro e offrì il proprio sostegno. Gli propose di lavorare per lui e in cambio si impegnò a fornirgli ciò di cui aveva bisogno.

Finché…

Che siano banditi i finché di questo mondo, perché arrivo il giorno in cui l’alieno baciato dalla sorte divenne così avvezzo ad avere qualcun altro a lavorare al suo posto che cominciò a temere il giorno in cui le cose sarebbero cambiate a suo sfavore.

Così, decise di costruire accanto alla casa un ampio magazzino e iniziò a diminuire il compenso per l’amico, per poi riempire il primo di tutto quel che avanzava per sé. Diminuisci un giorno e diminuisci l’altro, l’amico sventurato cominciò a patire la fame e a protestare, all’inizio timidamente. Diminuisci l’indomani e diminuisci il giorno dopo ancora, il poveretto prese a reagire con veemenza. Allora l’alieno avvantaggiato dal destino si spaventò e al contempo si arrabbiò, perché non capiva le ragioni dell’altro, ritenendolo un ingrato. Durante la notte che seguì all’accesa lite non riuscì a chiudere occhio e pensando al magazzino ormai pieno decise di mettere la parola fine ai rapporti con l’ormai ex amico. Difatti, il giorno dopo, quest’ultimo trovò tra la sua terra e quella dell’altro un muro altissimo. Ci rimase assai male e deluso e sconfortato sollevò il capo verso il cielo testimone della loro vita insieme. Subito dopo, si lanciò immediatamente sul muro e tentò di scavalcarlo, gridando a squarciagola il nome del vecchio compagno. Niente da fare, la parete era eccessivamente elevata e troppo spessa. Solo un’eco sbiadita raggiungeva le orecchie dell’altro, seduto a tavola, mentre mangiava a quattro palmenti il suo cibo. L’alieno sfortunato non si arrese e si dannò per raggiungere perlomeno la cima del muro, per farsi udire dall’altro. Alla fine ci riuscì, ma ormai era troppo tardi.

E malgrado il suo tentativo di avvertirlo, fu così che l’alieno fortunato, la sua casa e il suo prezioso magazzino vennero schiacciati da un gigantesco meteorite…

 

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