http://sakeritalia.it/

25 agosto 2017

Le minoranze manipolate rappresentano un pericolo importante per i paesi democratici

The Saker

Traduzione di Marco Bordoni, Sascha Picciotto, Barg, Fabio_San

 

Prima di tutto, una breve avvertenza o, dovrei dire, un chiarimento. Quando parlo di minoranze, come farò nel seguito, lo faccio da persona che appartiene ad una lunga lista di minoranze. Sono nato in una famiglia di rifugiati russi. Questo, per l’appunto, mi rende esponente di una minoranza (piuttosto esigua). In seguito, ho vissuto gran parte della mia vita nella Svizzera francofona, il che mi rendeva (di nuovo) parte di una minoranza. Ancora: sono un Cristiano Ortodosso. Si tratta di nuovo di una minoranza nel cosiddetto mondo “Cristiano” (in realtà un mondo post-cristiano, naturalmente). Oltre tutto, sono un Cristiano Ortodosso tradizionalista, una piccola minoranza all’interno di un “mondo ortodosso” molto più grande. In questo contesto, sono un russo in una Chiesa a maggioranza greca. Ho vissuto cinque anni anche a Washington DC, che era abitata circa al 70% da neri e, al contempo, apertamente e spesso rudemente ostile ai bianchi (non ho mai pensato a me stesso come ad un “colore”, ma di certo mi sono sentito tale in quei 5 anni). Ed ora sono un “straniero legale” che vive negli USA. In ogni caso, nonostante sia un “bianco” (che categoria senza senso!) suppongo che difficilmente ciò mi renda un tipico WASP [in italiano]. Così, sono abituato ad “essere una minoranza” (e mi piace abbastanza, aggiungerei). Ho pensato che questo possa essere un utile chiarimento prima di invischiarmi nei seguenti psicoreati.

Domanda: perché la politica estera degli Stati Uniti sostiene sempre le varie minoranze? È per una sorta di gentilezza? O per un senso di equità? Potrebbe venire da un profondo senso di colpa per aver commesso l’unico “pan-genocidio” della storia umana (il genocidio di tutti i gruppi etnici di un intero continente)? O forse da un profondo senso di colpa per lo schiavismo? La politica estera degli Stati Uniti è davvero ispirata dalle meravigliose parole della Dichiarazione di Indipendenza “consideriamo auto evidenti queste verità, che tutti gli uomini sono creati uguali”?

Difficile.

Ritengo che la verità autentica sia totalmente diversa. La mia tesi è molto semplice: “la ragione per cui gli Stati Uniti sostengono sempre le minoranze all’estero per sovvertire gli stati ed usano le minoranze interne per reprimere la maggioranza della popolazione statunitense è che le minoranze sono molto facili da manipolare, e perché le minoranze non costituiscono una minaccia per i veri padroni dell’Impero AngloSionista.” E’ tutto qui.

Credo che le minoranze spesso, ma non sempre, agiscano e percepiscano le cose in maniera molto diversa da quanto facciano i gruppi maggioritari. Questo è ciò che ho notato:

Per prima cosa esaminiamo le minoranze dentro agli USA:

1.   Sono tipicamente molto più consce della loro identità/condizione minoritaria di quanto non lo sia la maggioranza. Voglio dire che se vi è una maggioranza con il colore della pelle A e una minoranza con il colore della pelle B, la minoranza sarà molto più fortemente cosciente del suo colore della pelle.

2.   Sono tipicamente molto più motivati ed attivi della maggioranza. Ciò è probabilmente dovuto alla loro percezione, più acuta, del fatto di essere una minoranza.

3.   Si preoccupano solo di politiche mono-tematiche: il tema unico è, ovviamente, la loro condizione di minoranza.

4. Visto che le minoranze sono spesso insoddisfatte della loro condizione di minoranza, nutrono altrettanto spesso risentimento nei confronti della maggioranza.

5.   Visto che le minoranze sono per lo più preoccupate delle problematiche connesse alla loro condizione di minoranze, raramente fanno attenzione al “quadro d’insieme” e questo, di conseguenza, comporta che l’agenda politica delle minoranze tipicamente non minaccia i poteri costituiti.

6.   Le minoranze nutrono spesso un complesso di inferiorità profondamente radicato verso le maggioranze, teoricamente premiate da maggior successo.

7.   Le minoranze spesso cercano di identificare altre minoranze con le quali allearsi contro la maggioranza.

 

A questa lista di caratteristiche ne aggiungerò una, che appartiene unicamente alle minoranze straniere, quelle fuori dagli Stati Uniti: visto che non hanno prospettive di prevalere contro la maggioranza (o ne hanno assai poche), queste minoranze sono molto disposte ad allearsi con l’Impero AngloSionista e questo, di rimando, li rende dipendenti da esso, spesso per la loro stessa sopravvivenza fisica.

Quelle sopra esposte sono, naturalmente, schematizzazioni molto generali. Non tutte le minoranze presentano queste caratteristiche, e molte ne presentano solo poche. Ma a prescindere del grado al quale ogni singola minoranza si attaglia alla lista di caratteristiche, ciò che è ovvio è che le minoranze sono estremamente facili da manipolare, e che non rappresentano una minaccia credibile (ad ampio spettro) per l’Impero.

Il Partito Democratico degli Stati Uniti è l’esempio perfetto di un partito che si fonda ampiamente sulla manipolazione delle minoranze per massimizzare il suo potere. Mentre il Partito Repubblicano è per lo più il partito degli elettori bianchi, anglosassoni, cristiani e benestanti, i Democratici cercano di offrire i propri servigi a neri, donne, progressisti, omosessuali, immigrati, pensionati, e a tutti quelli che sentono di non avere una giusta porzione della proverbiale torta. Inutile dirlo, in realtà c’è un solo partito negli USA, potete chiamarlo Partito Unico, Republicratici o Demoblicani, ma in realtà entrambe le correnti del Partito della Grande Finanza mirano agli stessi, identici, obiettivi. Ciò che cerco qui non è qualche ipotetica differenza reale, ma il modo in cui i partiti presentano sé stessi. È l’azione combinata di questi due partiti fondamentalmente identici che garantisce lo status quo nella politica USA, quello che mi piace riassumere con “sempre più dello stesso, solo peggio”.

Vorrei menzionare un importante corollario della mia tesi secondo cui le minoranze tipicamente sono più zelanti delle maggioranze. Se accettiamo che le minoranze siano più attive della maggioranza della popolazione, possiamo immediatamente apprezzare come la loro influenza sulla società sia spesso non proporzionale alla “consistenza” numerica demografica. Ciò non ha nulla a che fare con il fatto che queste minoranze siano più intelligenti o creative, e tutto a che fare con la loro disposizione a spendere molto più tempo ed energie in vista del conseguimento dei loro obiettivi rispetto a quanto faccia la maggior parte della gente.

E dunque abbiamo piccoli gruppi facili da manipolare, la cui agenda non minaccia l’1% (in realtà, molti meno!), a cui piace coalizzarsi con altre, simili, minoranze, contro la maggioranza. Vi fa già paura? C’è di peggio.

Le “democrazie” occidentali sono per lo più democrazie solo di nome. Nella maggior parte non vale il principio “un uomo un voto” ma solo “un dollaro un voto”, il che significa che decidono i grandi capitali, non “la gente”. Quelli che detengono il potere reale hanno immense risorse finanziarie che utilizzano cinicamente per accrescere il potere, già totalmente sproporzionato, delle varie minoranze. Ora, questo mette davvero paura:

Piccoli gruppi, facili da manipolare, molto zelanti, le cui priorità non minacciano la plutocrazia al potere, che si coalizzano volentieri con altre minoranze simili contro la maggioranza, e la cui influenza è ampiamente accresciuta da immense disponibilità finanziarie investite dalla plutocrazia. Vi basta come minaccia al vero potere del popolo, agli ideali della democrazia?

La spaventosa verità è che la miscela di minoranze e grandi quantità di denaro può facilmente dirottare un paese presumibilmente “democratico e sottomettere la maggioranza della sua popolazione alla regola dei “pochi sopra i più numerosi”.

Una volta che guardiamo in faccia la realtà dobbiamo anche renderci conto di un fatto menzionato molto raramente: mentre ci insegnano che le democrazie dovrebbero mantenere il diritto delle minoranze, è vero il contrario: le vere democrazie dovrebbero battersi per proteggere la maggioranza contro l’abuso di potere da parte delle minoranze!

Lo so, ho commesso una lunga lista di crimini mentali!

Risponderò con una singola frase a coloro che potrebbero essere arrabbiati con me: per favore nominatemi un singolo paese occidentale dove il punto di vista della maggioranza della sua popolazione è realmente rappresentato nelle politiche dei loro governi. E se fallissero nel propormi un buon esempio, allora dovrò chiedere loro: se chiaramente la maggioranza non è al potere, allora chi lo è?

Sostengo che le élite plutocratiche che governano l’Occidente ci hanno ingannato in un modo molto semplice: sono riusciti a concentrare la nostra attenzione su molti casi storici dove le minoranze erano oppresse dalla maggioranza, ma hanno completamente offuscato i casi numerosi dove le minoranze hanno oppresso la maggioranza.

Parlando di oppressione: le minoranze sono molto più inclini della maggioranza a trarre benefici e utilizzare quindi la violenza, semplicemente perché la loro visione del mondo spesso è incentrata su profondi risentimenti repressi. Per dirla diversamente, le minoranze sono molto più inclini a vendicarsi per i torti passati (che siano veri o immaginari) rispetto alla maggioranza che solitamente non pensa nemmeno a categorie di minoranza contro maggioranza.

Non che le maggioranze siano sempre benigne e gentili nei confronti delle minoranze, affatto; gli essere umani sono simili pressoché ovunque, ma poiché sono meno guidati, meno offesi e a mio avviso anche meno consapevoli del loro status di “maggioranza”, sono meno inclini ad agire su tali categorie.

Le minoranze straniere giocano un ruolo cruciale nella politica estera degli Stati Uniti. Da tempi immemorabili i potenti sono consapevoli della regola del “divide et impera”, qui non c’è niente di nuovo. Ma gli Stati Uniti sono divenuti il leader incontrastato nell’arte dell’impiego delle minoranze nazionali per creare conflitto e rovesciare un regime disobbediente. La guerra anglo-sionista contro la nazione serba è un esempio calzante di come questo venga realizzato: gli Stati Uniti hanno sostenuto qualsiasi minoranza contro i serbi, anche gruppi classificati da loro stessi come terroristi, per mettere i serbi in cattiva luce. E, nonostante si trattasse di slavi ortodossi e alleati tradizionali della Russia, quale fu il vero crimine commesso dai serbi? Essere la maggioranza ovviamente! I serbi non avevano alcun bisogno degli anglo-sionisti per prevalere contro le varie minoranze etniche e religiose, croati e musulmani, con cui convivevano. Ciò rese i serbi inutili all’Impero.

Tuttavia, ora che gli Stati Uniti hanno creato la finzione di un Kosovo indipendente, gli albanesi del Kosovo hanno eretto a Pristina una statua dedicata a Bill Clinton e, molto più rilevante, hanno permesso all’Impero di costruire Camp Bondsteel, un’enorme base nel mezzo del loro odioso staterello, direttamente sul territorio della popolazione serba che fu etnicamente sterminata durante la guerra del Kosovo. Proprio il meglio da parte dei costruttori statunitensi di democrazia…

Lo stesso si può dire per la Russia (e l’Unione Sovietica), a proposito della quale gli USA sono arrivati persino a sostenere il diritto all’autodeterminazione per inesistenti “nazioni prigioniere” come gli “Idel-Ural” e la “Cossakia” [in inglese]. Mi spingerei ad affermare anche che l’Impero ha creato svariate nazioni dal nulla (che diavolo è un “bielorusso”?).

Sono pienamente cosciente che, nel tipico spettatore televisivo occidentale, ogni discussione sulle minoranze si esplica immediatamente in visioni di falci e martelli, camini di forni crematori fumanti, lavori forzati, linciaggi di piazza, eccetera. Questo è condizionamento primitivo elementare. Eventi minuziosamente costruiti come le recenti rivolte di Charlottesville non fanno che rafforzare questo tipo di condizionamento di massa. Questa è una scelta deliberata e, aggiungerei, molto efficace. Come risultato, ogni critica di una minoranza, anche quelle soltanto percepite, fa scattare immediatamente proteste indignate e sbandieramenti frenetici della propria virtù (non io! guardate quanto sono buono!)

Ovviamente, la manipolazione delle minoranze è solo una delle tattiche usate dalla plutocrazia regnante. Un altro dei loro trucchi preferiti è quello di creare conflitti dal nulla, o ingigantire ridicolmente la visibilità di un argomento secondario (esempio: i matrimoni omosessuali). La regola principale rimane la stessa: creare tensioni, conflitti, caos, sovvertire l’ordine costituito (non necessariamente in quest’ordine), e in pratica far combattere i servi tra di loro mentre noi governiamo.

In Svizzera, un’espressione molto usata per descrivere “il popolo” è “il sovrano”. È una descrizione molto accurata dello status del popolo in una vera democrazia: è “sovrano” nel senso che nessuno ha potere su di esso. In questo senso, la questione negli Stati Uniti gira intorno alla sovranità: allo stato attuale, il vero sovrano degli USA sono le multinazionali, lo Stato Profondo, i Neocon, la plutocrazia, i finanzieri, la lobby israeliana – e via dicendo; chiunque ECCETTO il popolo.

In questo sistema oppressivo, le minoranze giocano un ruolo cruciale, anche se ne sono totalmente ignare e anche se, alla fine della fiera, non ne traggono beneficio. La loro percezione della mancanza di risultati raggiunti non attenua in alcun modo il ruolo che giocano nelle pseudo-democrazie occidentali.

Come affrontiamo questa minaccia?

Penso che la soluzione sia nelle stesse minoranze: hanno bisogno di conoscere le tecniche usate per manipolarle, devono convincersi che il loro status minoritario non li pone realmente in opposizione alla maggioranza e che, sia le minoranze che le maggioranze, hanno un interesse comune nell’opporsi contro chi cerca di dominarle. Cercando di rimanere fedele alla mia reputazione di “Putin fanboy”, credo che la Russia di Putin stia facendo esattamente la cosa giusta, dando alle numerose minoranze russe un ruolo nel futuro dello Stato, e convincendole che i loro interessi coincidono con l’interesse collettivo: essere minoranza non vuol dire essere in opposizione con la maggioranza. È giusto che le minoranze siano pienamente integrate nel tessuto sociale, e questo accade raramente nel mondo reale. Non è di sicuro ciò che si osserva oggi in Europa e negli USA.

Lo scrittore francese Alain Soral ha proposto un motto, credo molto brillante, per affrontare questa situazione in Francia. Lui ha chiamato il suo movimento “Uguaglianza e Riconciliazione” e, finora, questo è l’unico movimento politico in Francia che non voglia favorire un gruppo a scapito di un altro. Tutti gli altri vogliono opprimere il “ceppo francese” (i nativi, la maggioranza bianca e cattolico-romana) a favore del “ramo francese” (immigrati, cittadini naturalizzati, minoranze), oppure vogliono opprimere il “ramo francese” a favore del “ceppo francese”. Non c’è bisogno di dire che gli unici ad avvantaggiarsi della situazione sono gli appartenenti alla élite sionista al potere (rappresentati al meglio dall’infame CRIF [in inglese] che, al confronto, rende lo statunitense AIPAC onorevole e debole). Per quanto riguarda Soral, lui è vilipeso dai media ufficiali francesi con non meno astio dei media sionisti statunitensi nei confronti di Trump.

 

Eppure, uguaglianza e riconciliazione sono due cose che le maggioranze devono assolutamente offrire alle minoranze, se le vogliono difendere dal diventare preda della tecniche manipolatorie usate dalle forze che vogliono ridurre tutti in schiavi obbedienti e all’oscuro di tutto. Le maggioranze, quelle che si illudono di poter risolvere semplicemente il “problema della minoranza” espellendola o facendola sparire in qualche modo, si stanno solo prendendo in giro. Risolvere “semplicemente” il “problema della minoranza” reprimendola, non fa altro che spingerla nel caldo abbraccio dei grandi manipolatori, il che le rende un arma potente contro la maggioranza. Questo è il grosso pericolo di movimenti come Alt-Right [in italiano] o il Fronte Nazionale in Francia, le loro azioni servono solo a “trasformare in arma” la minoranza. Intendiamoci, ciò non vuole assolutamente dire che le preoccupazioni e le rimostranze di questi movimenti siano senza nessun merito, sono soltanto le loro (pseudo) soluzioni ad essere pericolose.

 

C’è un solo modo per disinnescare il potenziale esplosivo delle minoranze: Educarle e spiegar loro che sono manipolate. Educare quelli che entrano nei movimenti anti-minoranza che anche loro sono manipolati. Offrire alle minoranze un futuro basato sull’uguaglianza e la riconciliazione. Puntare i riflettori su quelli che attizzano le fiamme del conflitto e cercano di mettere maggioranza e minoranze una contro l’altra.

 

Alla fin fine, questo è un problema di identità. Mentre tutti noi abbiamo tipicamente diverse identità coesistenti dentro di noi (diciamo, tedesco, pensionato, laureato, femmina, buddista, vegetariano, esiliato, residente in Brasile, eccetera, al contrario della sola identità di “bianco”), nelle minoranze manipolate tale identità (colore della pelle, religione, eccetera) diventa sovradimensionata e si impone su tutte le altre. Ripristinando un sano bilancio identitario dentro le sue varie minoranze e coltivando quelle identità che la maggior parte dei residenti hanno in comune, una società può controbattere agli effetti tossici di quelli che aspirano al conflitto, al caos e alla confusione. In verità, quest’ultimi sono i nostri veri nemici e meriterebbero di esser trattati come tali.

 

*****

 

top