http://www.repubblica.it
20 gennaio 2016

La quarta rivoluzione industriale passa da Davos

Il tema del World Economic Forum che comincia oggi a Davos è "La quarta rivoluzione industriale", che non è tema da poco viste le implicazioni già previste, tra le quali la perdita di 5 milioni di posti di lavoro di qui al 2020 e un ulteriore aumento delle disuguaglianze, già esplose negli ultimi 25 anni grazie agli effetti non gestiti di globalizzazione e innovazione tecnologia. La sfida questa volta sarà di provare a gestirla questa rivoluzione, visto che ormai dei suoi meccanismi e del suo impatto comincia ad esserci, nelle classi dirigenti globali, una diffusa consapevolezza.

Le date delle rivoluzioni industriali, che hanno trasformato nel bene e nel male la vita di grandissima parte degli esseri umani, sono fino a questo momento tre: 1784, la macchina a vapore, ovvero la nascita dell'industria e delle macchine; 1870, l'elettricità, la divisione del lavoro, le produzioni di massa; 1969, il decollo prima lento poi velocissimo dell'elettronica, della tecnologia dell'informazione, delle produzioni automatizzate. La quarta data non c'è ancora, ma forse potremmo esserci già dentro, e segnerà il mondo con l'intelligenza artificiale, le stampanti tridimensionali, i mezzi senza pilota, la ricostruzione dei tessuti umani, la genetica. Le caratteristiche che quest'ultima rivoluzione eredita da quella precedente sono due, la velocità, che però si farà esponenziale, e la pervasività, che non lascerà fuori nulla. C'è di che temere, molto, e c'è di che sperare: qualcuno di essere tra i vincitori nelle trasformazioni che ogni rivoluzione determina, i più di non rimanere travolti dalle rovine che ogni rivoluzione lascia. Intanto di qui al 2020, cioè tra oggi e domani, in 5 milioni – stimano i primi calcoli - ci lasceranno il posto di lavoro.

Rilevanti saranno anche gli effetti sui governi e sulle democrazie, chiamate ad una capacità e rapidità di reazione per le quali non sono state costruite e alle quali questi ultimi 25 anni di mutamenti vorticosi non le hanno ancora abituate.


http://motherboard.vice.com/it
15 April 2015

La quarta rivoluzione industriale è alle porte
http://motherboard.vice.com/it/read/la-quarta-rivoluzione-industriale


http://www.elettronicanews.it
26 marzo 2014

La quarta rivoluzione industriale
di Graham Maggs

Mouser

Un ambiente di produzione molto più flessibile, con minore controllo centrale e più intelligenza integrata localmente nelle apparecchiature per ottimizzare l’efficienza della lavorazione è l’obiettivo di Industry 4.0.

Nei prossimi anni si sentirà molto parlare di ‘Industry 4.0’. Chi vive in Germania probabilmente conoscerà già l’espressione ‘Industrie 4.0,’ divenuta di uso comune in occasione della Fiera di Hannover. Successivamente, un gruppo di lavoro dedicato a Industry 4.0 che comprendeva figure di rilievo delle aziende più importanti, presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per l’implementazione di Industry 4.0. E allora, cos’è Industry 4.0 e cosa significa? E qual è la correlazione con Internet delle cose, un altro tema caldo forse più noto a chi vive fuori dalla Germania?

La quarta rivoluzione industriale
Industry 4.0 propone una quarta rivoluzione industriale. La prima (Industry 1.0) è giunta in seguito allo sfruttamento della potenza di acqua e vapore per meccanizzare la produzione. La seconda, introdotta da Henry Ford e da altri, ha dato il via alla produzione di massa attraverso l’uso dell’elettricità. Industry 3.0 è conosciuta più in generale come la rivoluzione digitale o era digitale che aumenta i livelli di automazione avvalendosi di sistemi elettronici e dell’IT. Una veloce corsa attraverso 250 anni (più o meno) di storia industriale, e arriviamo a Industry 4.0. Che ci si trovi o meno sull’orlo di un’altra rivoluzione, certo è che si stanno verificando cambiamenti significativi. Industrie 4.0 è un progetto specifico nell’ambito del programma di strategia hi-tech del governo tedesco, che promuove l’informatizzazione delle industrie tradizionali come quella manifatturiera e ha come obiettivo la fabbrica intelligente, o Smart Factory, caratterizzata da capacità di adattamento, efficienza ed ergonomia, oltre alla creazione di partnership in ecosistemi aziendali e processi di valore.
Industry 4.0 sembra quindi essere un’etichetta come un’altra per gli sviluppi nella fabbricazione e nella produzione che derivano da sviluppi tecnologici quali i sistemi di cyber fisica e Internet delle cose.

Produzione ottimizzata
James Truchard, Ceo di National Instruments, ha fornito per primo una definizione dei sistemi di cyber-fisica nel 2006, basata su una rappresentazione virtuale di un processo di fabbricazione in ambiente software. Industry 4.0 prevede sistemi di fabbricazione di cyber-fisica dove prodotti intelligenti utilizzano sensori per fornire istruzioni di lavorazione alle apparecchiature di produzione automatizzata. Per dirla in termini più semplici, in un prossimo futuro, le fabbriche controlleranno e ottimizzeranno i processi produttivi in gran parte da sole. Per raggiungere questo obiettivo, saranno necessari nuovi strumenti intelligenti e nuovo software per la strutturazione dei flussi di dati e la stragrande maggioranza delle macchine – così come i materiali e le merci con componenti lavorati – saranno dotate di processori miniaturizzati, unità di memoria, sensori e trasmettitori incorporati. Tutti questi sviluppi consentiranno a prodotti e macchine di comunicare tra loro e scambiare comandi in modalità wireless, direttamente o tramite Internet delle cose (Internet of Things). Il risultato, si spera, sarà un ambiente di produzione molto più flessibile, con minore controllo centrale e più intelligenza integrati localmente nelle apparecchiature per ottimizzare l’efficienza della lavorazione.
Questa è la situazione attuale e la speranza per il futuro di Industry 4.0 e al momento si tratta più di un concetto di alto livello che di una realtà. Tuttavia, l’8 aprile 2013 presso la Fiera di Hannover è stata presentata la relazione finale del gruppo di lavoro Industrie 4.0, quindi possiamo dire che questo concetto si fa sempre più concreto. E anche questa, come qualsiasi rivoluzione, raggruppa molti concetti che oggi esistono e sono ben compresi.

Il ruolo della sensoristica
Già adesso cresce costantemente il numero di sensori che vengono incorporati in ogni processo di produzione. I dati grezzi acquisiti forniscono il feedback che consente il monitoraggio in tempo reale e la regolazione di diversi processi, aumentando l’efficienza. Per implementare un controllo così preciso, i sistemi di verifica industriale devono diventare più complessi e accurati – ed essere più ampiamente distribuiti a livello di officina di produzione. I sistemi di controllo localizzato comunicheranno tramite reti mesh wireless, consentendo di configurare i processi sul posto in tempo reale. I rigidi regimi di controllo tradizionali centralizzati non consentono questa flessibilità. Si possono considerare un paio di altri fattori. In primo luogo, poiché probabilmente è difficile, se non impossibile, prevedere tutti i cambiamenti nell’ambiente di lavoro di cui dovranno tenere conto i sistemi di controllo, l’uso della logica programmabile diventerà più diffuso. In secondo luogo, i dispositivi embedded intelligenti e interconnessi saranno onnipresenti, quindi la programmazione sarà un elemento di cui tener conto. Un aspetto interessante relativo a Industry 4.0 – e a sostegno dell’opinione secondo cui questa iniziativa si trasformerà da un concetto di alto livello in una realtà lavorativa in un tempo relativamente breve – è che potrebbe essere implementata con le tecnologie che abbiamo a disposizione già oggi. Sensori di tutti i tipi sono disponibili in pronta consegna. I moduli di rilevamento Rfid e Gps sono normalmente utilizzati in molti settori. I nostri telefoni intelligenti utilizzano un numero esponenzialmente crescente di app per l’accesso a Internet e funzioni di informazione, monitoraggio, attivazione. Si possono utilizzare le informazioni raccolte mentre un prodotto si sposta attraverso la fabbrica in modo intelligente per evitare carenze o sovraproduzione.

In cerca di standardizzazione
Per rendere Industry 4.0 facile da implementare, devono convergere ancora molti fattori. Attualmente, per esempio, non esiste alcun accordo su quale tecnologia standard verrà utilizzata per trasmettere i segnali necessari ad abilitare il cloud di Internet delle cose. Se utilizziamo le stesse frequenze di Internet standard, si rischia di esaurire la larghezza di banda. Tuttavia, molte delle informazioni che sarebbero necessarie per mantenere le macchine in contatto tra loro sono dei semplici, piccoli blocchi di dati – le macchine non posterebbero su Internet 200 foto! Così forse possiamo optare per meccanismi più semplici. Se non c’è standardizzazione, il mercato può diventare frazionato e antieconomico. Soprattutto, però, le aziende manifatturiere devono accogliere il concetto di Industry 4.0. L’impegno di Mouser consiste nel fornire ai progettisti le tecnologie e i prodotti di nuova generazione per realizzare progetti innovativi; così, chi desidera implementare Industry 4.0, troverà ampie risorse, tra cui note applicative e articoli, sul sito web di Mouser.

top