Originale: Richardfalk.com http://znetitaly.altervista.org/ 10 dicembre 2016
Onorare Henry Kissinger a Oslo di Richard Falk Traduzione di Maria Chiara Starace
Il 10 e 11 dicembre verrà dato il via al Forum per il Premio Nobel per la Pace, dove ci saranno Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski che affronteranno il tema: “Gli Stati Uniti e la pace mondiale dopo l’elezione presidenziale.” Il Forum è destinato a diventare un evento annuale strettamente legato alle celebrazioni che fanno da contorno al Premio Nobel per la Pace. Come molti ricorderanno, a Kissinger, insieme a Le Duc Tho,* fu assegnato il Premio Nobel per la Pace nel 1973, forse il premio più controverso nella lunga storia di questo riconoscimento ambitissimo. Il premio nel 1973 fu dato ai due uomini che negoziarono l’accordo di pace che finalmente concluse la guerra in Vietnam. Mentre i negoziati erano nella loro fase più decisiva, il governo statunitense introdusse la famigerata operazione terroristica denominata “Bombardamento di Natale” (si svolse dal 18 al 29 dicembre 1972, n.d.t.) per aumentare la sua influenza diplomatica su Hanoi, che serviva a rassicurare anche i suoi corrotti alleati a Saigon che Washington non li stava abbandonando. Le Duc Tho, va detto a suo merito, citando questo turpe scenario, rifiutò il premio, mentre Kissinger lo accettò, anche se non fu presente alla cerimonia. Quello che è difficile da capire è l’idea degli organizzatori del Forum per il Premio Nobel per la Pace, che li ha portati a invitare personaggi politici e intellettuali orientati alla guerra, così infami come Kissinger e Brzezinski. Naturalmente, i sorveglianti del Nobel non sono soli. Tra le molte deprimenti caratteristiche della recente campagna presidenziale americana, c’è stata la notizia angosciante che sia Hillary Clinton che Donald Trump avevano reso omaggio a Kissinger pubblicizzando visite informative di politica estera con questo ultra-traballante pilastro dell’establishment di Washington, ma né la Clinton né Trump aspirano agli ideali di pace mondiale che si suppone animino il Premio Nobel per la Pace. Il coinvolgimento di Kissinger, diretto o indiretto, con la criminalità di governi stranieri che crudelmente reprimono le loro stesse popolazioni, è stato ampiamente documentato, esposto in una versione non tecnica, da Christopher Hitchens in The Trial of Henry Kissinger [Il processo di Henry Kissinger], (Verso, 2001), e in una versione più legale, nei documenti desecretati del governo. Questo documento stabilisce un forte argomento per l’indagine e una probabile azione penale per una lunga lista di crimini internazionali, che comprendono specialmente dei crimini contro l’umanità. Una ONG fondata e guidata dall’intellettuale pacifista di fama mondiale, Fredrik Heffermehl, denominata Osservatorio per il Premio Nobel per la Pace, ha esortato il Direttore delle azioni penali pubbliche in Norvegia, a intraprendere un’azione adeguata con la prospettiva di ritenere Kissinger penalmente responsabile. Che la legge norvegese permetta ai suoi tribunali di procedere in un caso come questo, dipende dal fatto che la giurisdizione universale sia considerata disponibile ad affrontare i presunti crimini di Kissinger (commessi al di fuori della Norvegia). A causa dei vincoli che sono attorno all’attività della Corte Penale Internazionale, specialmente quando si occupa della criminalità degli stati occidentali, è particolarmente importante che i tribunali nazionali operino come agenti dell’applicazione della legge della comunità mondiale e che pongano fine all’immunità goduta da coloro che così frequentemente e palesemente hanno violato la legge penale internazionale. Alla luce dell’adozione dei Principi di Norimberga, da parte dell’Assemblea Generale, sembra che ci sia un adeguato fondamento nella consueta legge internazionale che i tribunali nazionali accettino questa responsabilità di alzare il livello dell’obbligo di rispondere (delle colpe) nella società internazionale. La presenza fisica di Kissinger in Norvegia offre un’opportunità che, se vivessimo in un mondo in cui la norma giuridica globale prevalesse, non andrebbe perduta. Purtroppo, siamo consapevoli che nella configurazione globale che fornisce il contesto per i suoi crimini, è la geopolitica invece che dà il tono, ed è altamente improbabile che Kissinger sarà formalmente arrestato quando visiterà la Norvegia, anche se certamente ci saranno dimostrazioni popolari. Questa tensione tra il rifiuto governativo di aderire alla norma giuridica globale e le iniziative della società di imporre l’obbligo di rispondere, delle colpe, spiegano la diffusione pervasiva di due pesi e due misure riguardo all’attuazione della legge criminale internazionale; obbligo di rispondere delle colpe per i deboli, impunità per i forti. Ciò che è ugualmente angosciante è l’insensibilità orwelliana delle autorità del Nobel all’inopportunità di trattare Kissinger come se fosse una fonte altamente affidabile di orientamento e di saggezza rispetto alla pace mondiale. Kissinger ha elogiato i peggiori eccessi dei dittatori, specialmente in America Latina, e ha appoggiato le linee più immorali di geopolitica in tutta la sua lunga carriera. Non ha fatto neanche finta di essere interessato a promuovere un mondo più pacifico, e ha considerato le Nazioni Unite con cinica indifferenza, a meno che non potesse essere impiegato a promuovere gli obiettivi geopolitici degli Stati Uniti. In effetti, Kissinger nei suoi scritti ha spesso sostenuto che coloro che perseguono la pace in quanto valore o obiettivo, sono quelli che è estremamente probabile causeranno la guerra. Mentre era Segretario di Stato, Kissinger ammette anche di essere stato irritato dai suoi assistenti che sollecitavano maggiore attenzione alla rilevanza della legge internazionale e della moralità. Anche praticamente, Kissinger non è certo una guida utile. Come guerrafondaio, ha generalmente appoggiato la lunga lista di interventi americani falliti, compreso il Vietnam. Ciò che è inspiegabile riguardo al “marchio” di Kissinger, è che i suoi ripetuti errori di giudizio non hanno macchiato la sua reputazione, né le sue sgradevoli posizioni morali hanno abbassato il pubblico rispetto per lui. In un articolo di recente apparso su The New Yorker, (20 agosto 2016), Jon Lee Anderson usa materiali desecretati per mostrare in che modo Kissinger lodò i governanti argentini per avere liberato il loro paese dal terrorismo nel corso della spregevole ‘sporca guerra’, non facendo caso all’affidamento che facevano sulle vili tattiche di tortura e di ‘sparizioni’, usate sistematicamente contro attivisti non violenti e i progressisti. E’ il commento più triste rispetto all’approccio ordinario alla pace, alla giustizia e alla sicurezza, che Kissinger debba essere scelto per avere onori o come fonte di orientamento a un evento in Norvegia, un paese con una delle più solide reputazioni per l’internazionalismo con un orientamento morale. Tale impressione è rafforzata dal patrocinio per il Nobel. Porta l’immaginazione fino al punto di rottura quando ci si è resi conto che le persone in Norvegia alle quali è stato affidato il compito di mettere in pratica i desideri di Alfred Nobel, dovrebbero ora aggiungere la loro approvazione influente a questa concezione ostinatamente distorta di pace mondiale.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/honoring-henry-kissinger-at-oslo/ |