Originale: Counterpunch 4 novembre 2016
I segreti dell’elezione statunitense: Julian Assange parla con John Pilger Traduzione di Maria Chiara Starace
Questa intervista è stata filmata all’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove Assange è rifugiato politico, e trasmessa il 5 novembre 2016
John Pilger: Quale è il significato dell’intervento dell’FBI in questi ultimi giorni della campagna elettorale americana , nel caso contro Hillary Clinton? Julian Assange: Se si guarda alla storia dell’FBI , questa è diventata effettivamente la polizia politica dell’America. L’FBI lo ha dimostrato facendo in modo che l’ex capo della CIA [il Generale David Petraeus] si dimettesse per le informazioni segrete fornite alla sua amante. Quasi nessuno è intoccabile. L’FBI cerca continuamente di dimostrare che nessuno può opporsi a noi. Hillary Clinton, invece, si è opposta molto apertamente all’indagine dell’FBI , quindi al suo internodi questa c’è irritazione perché Hillary l’ha fatta apparire debole. Abbiamo pubblicato circa 33.000 mail della Clinton quando era Segretario di Stato che provengono da una serie di oltre 60.000 mail [di cui] la Clinton ha tenuto circa la metà – 30.000 – per se stessa, e noi ne abbiamo pubblicate circa la metà. Ci sono poi le mail di Podesta che abbiamo pubblicato poco a poco. [John] Podesta è il presidente della campagna elettorale della Clinton, e c’è quindi un filo che corre in tutte queste email; ci sono tanti pay-for-play (paga per partecipare) come lo chiamano, che danno l’accesso in cambio di denaro, a stati, individui, grosse aziende. [Queste email sono] collegate all’insabbiamento delle mail della Clinton quando era Segretario di Stato, e questo ha portato a un ambiente dove aumenta la pressione dell’FBI. John Pilger: Nella campagna della Clinton è stato detto che la Russia è dietro a tutto questo, che la Russia ha manipolato la campagna elettorale ed è la fonte di WikiLeaks e delle sue mail. Julian Assange: Il “campo” della Clinton è stato in grado di proiettare quel genere di isterismo tipico del neo-maccartismo, cioè che la Russia è responsabile di ogni cosa. Hillary Clinton ha dichiarato più volte, falsamente, che 17 agenzie statunitensi di intelligence avevano valutato che la Russia era la fonte delle nostre pubblicazioni. Questo è falso: possiamo dire che il governo russo non è la fonte. WikiLeaks ha pubblicato per 10 anni, durante i quali abbiam pubblicato 10 milioni di documenti, varie migliaia di pubblicazioni individuali, varie migliaia di fonti diverse, e non abbiamo mai sbagliato. John Pilger: Le email che provano l’accesso al denaro e il modo in cui la stessa Hillary Clinton traeva vantaggio da questo e come ne stia beneficiando dal punto di vista politico, sono piuttosto straordinarie. Penso a quando al rappresentante del Qatar furono concessi 5 minuti con Bill Clinton per avere un assegno di un milione di dollari. Julian Assange: E 12 milioni dal Marocco… John Pilger: 12 milioni dal Marocco, certo. Julian Assange: Perché Hillary Clinton partecipasse a un ricevimento. John Pilger: In base ai termini della politica estera degli Stati Uniti, è qui che le email sono più eloquenti, dove dimostrano il collegamento diretto tra Hillary Clinton e le basi del jihadismo, dell’ISIL in Medio Oriente. Ci puoi dire in che modo le email dimostrano che coloro che si ipotizzava combattessero i jihadisti dell’ISIL siano in realtà coloro che hanno contribuito a crearlo. Julian Assange: C’è una mail di Hillary Clinton del 2014, non molto tempo dopo che aveva lasciato il Dipartimento di Stato, all’organizzatore della sua campagna elettorale, John Podesta, in cui si dichiara che l’ISIL è finanziata dai governi dell’Arabia Saudita e del Qatar. Questa è la mail più significativa dell’intera raccolta, e forse perché il denaro saudita e del Qatar è sparso su tutta la Fondazione Clinton. Anche il governo degli Stati Uniti è d’accordo che alcune figure saudite hanno sostenuto l’ISIL o ISIS, ma l’espediente è sempre stato: va bene, si tratta soltanto di alcuni” principi canaglia” che usano la loro quota di petrolio per fare ciò che vogliono, ma in realtà il governo disapprova. Quelle email, però, ci dicono: no, sono i governi dell’Arabia Saudita e del Qatar che hanno finanziato l’ISIS John Pilger: I sauditi, i qatarioti, i marocchini, i bahraini, in particolare i sauditi e i qatarioti, davano tutto questo denaro alla Fondazione Clinton, mentre Hillary Clinton era Segretario di Stato e il Dipartimento di Stato approvava massicce vendite di armi, in particolare all’Arabia Saudita. Julian Assange: Con Hillary Clinton, l’ accordo per il la più ingente vendita di armi del mondo mai avvenuta, fu fatto con l’Arabia Saudita, per un valore di 80 miliardi di dollari. Infatti, durante il suo mandato di Segretario di Stato, il totale di esportazioni delle armi dagli Stati Uniti, in termini di valore del dollaro, era raddoppiato. John Pilger: Naturalmente, la conseguenza di questo è che il famigerato gruppo terrorista denominato ISIL o ISIS è stato creato in gran parte proprio con il denaro delle persone che sovvenzionano la Fondazione Clinton. Julian Assange: Sì. John Pilger: E’ straordinario. Julian Assange: In realtà mi dispiace molto per Hillary Clinton come persona perché vedo qualcuno divorato dalla sua ambizione, tormentata letteralmente al punto di ammalarsi; sviene come conseguenza della reazione alle sue ambizioni. Hillary rappresenta un’intera rete di persone e di rapporti con particolari stati. La domanda è: come Hillary Clinton si adatta a questa rete più ampia? Hillary è una centralina degli ingranaggio. Ci sono un sacco di diverse leve che operano, dalle grosse banche come la Goldman Sachs e gli elementi più importanti di Wall Street, all’Intelligence, alle persone del Dipartimento di Stato e ai sauditi. Hillary è la centralina che collega tra loro tutti questi ingranaggi diversi. E’ la rappresentazione di tutto questo, e ‘tutto questo’ è, più o meno di quello che è al potere negli Stati Uniti. E’ ciò che chiamiamo l’establishment oppure il consenso di Washington, D.C. Una delle più significative mail di Podesta che abbiamo diffuso parla del modo in cui fu formato il governo di Obama e come metà di questo era stato fondamentalmente nominato da un rappresentante della City Bank. E’ davvero sorprendente. John Pilger: Ma la City Bank non ha fornito una lista…? Julian Assange: Sì. John Pilger: … che è risultata essere la maggior parte del governo Obama. Julian Assange: Sì. John Pilger: Quindi Wall Street decide il governo del Presidente degli Stati Uniti? Julian Assange: Se allora avessi seguito la campagna di Obama da vicino, avresti visto che si era avvicinata molto agli interessi del settore bancario. Julian Assange: Penso quindi che non puoi capire correttamente la politica estera di Hillary Clinton senza capire l’Arabia Saudita; i rapporti con quella nazione sono molto profondi. John Pilger: Perché Hillary era così chiaramente entusiasta della distruzione della Libia? Puoi parlarci un poco proprio di quello che le email hanno rivelato a noi, a te, che cosa è avvenuto là, perché la Libia è una fonte di tanta parte del caos che c’è ora in Siria: l’ISIL, il jihadismo e così via; era stata quasi l’invasione di Hillary Clinton. Che cosa ci dicono le emali al riguardo? Julian Assange: La guerra della Libia, più che di qualsiasi altro, è stata la guerra di Hillary Clinton. Barack Obama all’inizio era contrario. Chi è stata la persona che la sosteneva? Hillary Clinton. E’ documentato dappertutto nelle sue email. Aveva assegnato il suo assistente preferito, Sidney Blumenthal, a questo problema; ci sono più di 1.700 email delle 33.000 email di Hilary da noi pubblicate, soltanto sulla Libia. Non è perché la Libia ha il petrolio a buon mercato. Percepiva la rimozione di Gheddafi e il rovesciamento dello stato libico, come qualcosa che avrebbe usato nel periodo precedente all’elezione generale per la presidenza. E così, alla fine del 2011, c’è un documento che si chiama Libia Tick Tock che era stata prodotto per Hillary Clinton e che è la descrizione cronologica di come lei fosse il personaggio centrale nella distruzione dello stato libico che ebbe come conseguenza circa 40.000 morti all’interno della Libia; i jihadisti vi hanno preso parte, l’ISIS vi ha preso parte, provocando in Europa la crisi dei rifugiati e degli immigrati. Non soltanto c’è stata gente in fuga dalla Siria, la destabilizzazione di altri paesi africani come conseguenza dei flussi di armi, ma lo stato libico stesso non è stato più in grado di controllare il movimento di gente attraverso il suo paese. La Libia è di fronte al Mediterraneo ed era stata in effetti il tappo della bottiglia dell’Africa. Quindi anche tutti i problemi, quelli economici e la guerra civile in Africa. In precedenza le persone che fuggivano da questi problemi non finivano per arrivare in Europa perché la Libia sorvegliava il Mediterraneo. All’epoca questo fu detto esplicitamente, nel 2011, da Gheddafi: “Che cosa pensano di fare questi europei, cercando di bombardare e distruggere lo stato libico? Ci saranno fiumane di migranti dall’Africa e di jihadisti che arriveranno in Europa”, e questo è esattamente quanto è accaduto. John Pilger: Ci sono rimostranze da parte della gente che dice: “Che cosa sta facendo WikiLeaks? Sta cercando di mettere Trump alla Casa Bianca? Julian Assange: La mia risposta è che a Obama non si dovrebbe permettere di vincere. Perché lo dico? Perché ha avuto ogni establishment fuori gioco. Trump non ha un establishment, forse soltanto con l’eccezione degli Evangelici, se vogliamo chiamarlo un establishment, ma le banche, le agenzie di intelligence, le compagnie di armi.. il denaro straniero… sono tutti uniti dietro Hillary Clinton, e anche i media, i proprietari dei media e anche gli stessi giornalisti. John Pilger: C’è l’accusa che WikiLeaks è in combutta con i russi. Alcuni dicono: “Ebbene, perché WikiLeaks non indaga sulle email sulla Russia e non le pubblica? Julian Assange: Abbiamo pubblicato circa 800.000 documenti di vari tipi che sono collegati alla Russia, la maggior parte dei quali sono critici rispetto a quel paese. Inoltre, molti libri sono usciti da quanto pubblicato da noi sulla Russia e anche questi sono critici. I nostri documenti [sulla Russia] che hanno continuato a essere utilizzati in molti processi: cause di rifugiati che fuggono da qualche genere di persecuzione dichiarata, in Russia, per sostenere le quali usano i nostri documenti. John Pilger: lei personalmente ha un’opinione sull’elezione negli Stati Uniti? Ha una preferenza: Clinton o Trump? Julian Assange: Parliamo di Donald Trump. Che cosa rappresenta nelle mente degli americani e nella mente degli europei? Rappresenta l’immondizia bianca americana che [Hillary Clinton] ha chiamato ‘deplorevole e irrecuperabile’. Significa, dal un punto di vista di un establishment e da una prospettiva di persone istruite, cosmopolite, cittadine, che persone come quelle sono come i contadini e non si può mai trattare con loro. Infatti Trump così chiaramente – per mezzo delle sue parole, azioni e del tipo di persone che vanno ai suoi comizi – rappresenta persone che non sono della classe media né della classe medio alta, istruita, c’è il timore che di sembrare in qualche modo collegati con loro, una paura di tipo sociale che abbassa lo status di chiunque possa essere accusato di sostenere in qualche modo Trump, compresa qualsiasi critica di Hillary Clinton. Se considerate il modo in cui la classe media ottiene il suo potere sociale, questo è assolutamente comprensibile. John Pilger: Mi piacerebbe parlare dell’Ecuador, il piccolo paese che le ha dato ricovero e [asilo politico] in questa ambasciata a Londra. Ora l’Ecuador ha staccato la connessione Internet da dove stiamo facendo questa intervista, qui all’ambasciata, per l’ovvio motivo che sono preoccupati di sembrare che intervengano nella campagna elettorale americana. Ci può dire perché hanno agirebbero così, e le sue opinioni sull’appoggio che le dà l’Ecuador? Julian Assange: Andiamo indietro di 4 anni quando feci domanda di asilo all’Ecuador in questa ambasciata, la causa di estradizione dagli Stati Uniti, e il risultato fu che dopo un mese, la mia domanda di asilo fu accettata. Da allora l’ambasciata è stata circondata dalla polizia: un’operazione di polizia molto costosa per la quale il governo britannico ammette di aver speso più di 12,6 milioni di sterline. Lo hanno ammesso oltre un anno fa. Ora c’è la polizia segreta e ci sono telecamere di sorveglianza di vari tipi, di modo che c’è stato un conflitto piuttosto serio proprio qui, nel cuore di Londra, tra l’Ecuador, un paese di 16 milioni di abitanti, il Regno Unito e gli americani che da una parte hanno aiutato. Quindi l’Ecuador ha fatto un’azione coraggiosa e basata su principi onorevoli. Ora abbiamo la campagna per l’elezione negli Stati Uniti, le lezioni in Ecuador ci sarà nel febbraio del prossimo anno, e c’è la Casa Bianca che sente il calore politico conseguenza delle informazioni veritiere che abbiamo pubblicato. WikiLeaks non pubblica da una zona di giurisdizione dell’Ecuador, dall’ambasciata o nel territorio dell’Ecuador; pubblichiamo dalla Francia, dalla Germania, dall’Olanda e da molti altri paesi, di modo che il tentato su WikiLeaks avviene per il mio status di rifugiato e questo è realmente intollerabile. Significa che stano cercando di arrivare a un’organizzazione editoriale, alla quale cercano di impedire pubblicare informazioni vere riguardo all’elezione che siano di intenso interesse per gli americani e altri. John Pilger: Ci dica che cosa accadrebbe se uscisse da questa ambasciata. Julian Assange: Sarei immediatamente arrestato dalla polizia britannica e sarei poi estradato immediatamente negli Stati Uniti o in Svezia. In Svezia non sono accusato, sono già stato in precedenza assolto [dal Procuratore Generale di Stoccolma, Eva Finne]. Non eravamo esattamente sicuri di che cosa sarebbe accaduto lì, ma poi abbiamo saputo che il governo svedese si è rifiutato di dire che non mi estraderà negli Stati Uniti; sappiamo che hanno estradato il 100% delle persone che gli Stati Uniti hanno richiesto, almeno fin dal 2000. E quindi, negli scorsi 15 anni, ogni singola persona che gli Stati Uniti hanno tentato di estradare dalla Svezia è stata estradata, e si rifiutano di fornire una garanzia [non accadrà]. John Pilger: Spesso le persone mi chiedono come resiste al suo isolamento qui. Julian Assange: Guardi, una delle migliori caratteristiche degli esseri umani è che sono adattabili; una delle peggiori caratteristiche degli esseri umani è che sono adattabili: Si adattano agli abusi e cominciano a tollerarli, si adattano a essere coinvolti in violenze, si adattano alle avversità e continuano a farlo. Quindi, nella mia situazione, francamente, sono un poco istituzionalizzato; questa ambasciata rappresenta il mondo.. è visivamente il mondo [per me]. John Pilger: E’ il mondo senza luce del sole, non è vero? Julian Assange: E’ il mondo senza luce del sole, ma non l’ho vista da così tanto tempo che non me la ricordo. John Pilger: Certo. Julian Assange: E quindi, certo, ci si adatta. L’unica cosa irritante è che anche i miei figli si adattano. Si adattano a stare senza loro padre. E’ un adattamento molto difficile che loro non hanno chiesto. John Pilger: Si preoccupa per loro? Julian Assange: Sì, mi preoccupo per loro, mi preoccupo per la loro mamma. John Pilger: Delle persone direbbero: ‘Perché non la fai finita ed esci semplicemente dalla porta e ti fai estradare in Svezia? Julian Assange: L’ONU (Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite per l’estradizione arbitraria] ha esaminato in tutta questa situazione. Hanno passato 18 mesi in una controversia formale, conflittuale. Si tratta quindi di me e dell’ONU contro la Svezia e il Regno Unito. Chi ha ragione? L’ONU è arrivata alla conclusione che vengo detenuto illegalmente in maniera arbitraria, privato della mia libertà, e che quello che è accaduto non è accaduto nell’ambito delle leggi alle quali il Regno Unito e la Svezia devono obbedire. E’ un abuso illegale. E’ l’ONU che chiede formalmente: “Che cosa sta succedendo qui? Quale è la vostra spiegazione legale di questo? [Assange] dice che dovreste riconoscere il suo asilo politico.” Ed ecco la Svezia che risponde alla Nazioni Unite per dire: “No, non riconosceremo [la decisione dell’ONU], e lasciano quindi aperta la loro capacità di estradarmi. Trovo soltanto assolutamente incredibile che la narrazione su questi fatti non sia presentata pubblicamente sulla stampa, perché non sta bene alla narrazione dell’establishment occidentale che: certo l’Occidente ha dei prigionieri politici, è una realtà, non sono soltanto io, c’è anche un mucchio di altre persone. L’Occidente ha i prigionieri politici. Naturalmente, nessuno stato accetta di dover definire le persone che imprigiona o che arresta per ragioni politiche: prigionieri politici. Non li chiamano prigionieri politici in Cina, non li chiamano prigionieri politici in Azerbaijan e non li chiamano prigionieri politici negli Stati Uniti, nel Regno Unito, on Svezia; è assolutamente intollerabile avere questo tipo di percezione di sé. Julian Assange: Abbiamo una causa, la causa della Svezia dove non sono stato mai accusato di reato, dove sono stato già assolto (dal pubblico ministero di Stoccolma) e dove sono stato dichiarato innocente, in cui la donna stessa ha detto che la polizia si era inventata tutto, in cui le Nazioni Unite hanno detto formalmente che l’intera faccenda è illegale, in cui anche lo Stato dell’Ecuador ha indagato e ha scoperto che avrebbero dovuto darmi asilo. Questi sono i fatti, ma quale è la retorica? John Pilger: Sì, è diverso. Julian Assange: La retorica fa finta, costantemente, che sono stato accusato di un reato, non dicendo mai che sono stato in precedenza scagionato, non dicendo mai che la donna stessa afferma dice che la polizia ha inventato tutto. [La retorica] sta cercando di evitare [la verità che] l’ONU ha formalmente scoperto che l’intera faccenda è illegale, non menzionando neanche che l’Ecuador ha fatto un giudizio formale tramite il suo processo formale, e ha scoperto che sono soggetto alla persecuzione da parte degli Stati Uniti.
Per sostenere Julian Assange andate sul sito: https://justice4assange.com/donate.html www.johnpilger.com Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: http://www.counterpunch.org/2016/11/04/the-secrets-of-the-us-election-julian-assange-talks-to-john-pilger/ |