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26 luglio 2016

Clinton-Trump. Come si fa a distinguere tra peste e colera?
di Giorgio Cremaschi

Bernie Sanders ha raccolto un valanga di no e anche fischi quando ha proposto ai suoi sostenitori di votare Hillary Clinton pur di battere Donald Trump. Non credo che sia perché tra di loro ci siano simpatie per il miliardario reazionario. Ma perché la candidata ufficiale del partito democratico rappresenta la pura continuità dell’establishment contro cui, i seguaci del senatore del Vermont si sono mobilitati. Clinton è per la Nato, per il TTIP, per la globalizzazione e le delocalizzazioni che hanno devastato l’industria americana. Trump promette di tassare i prodotti che le grandi imprese americane, tutte, costruiscono all’estero per risparmiare sul costo del lavoro e vuole mettere in discussione il WTO. Clinton promette nuovi interventi americani, nuove guerre per esportare democrazia, mentre Trump vuole che gli Stati uniti siano più isolazionisti e si occupino dei problemi di casa loro. Certo poi Trump sparge veleni e minacce xenofobe e sessiste ed in ogni caso è poco credibile come NoGlobal, ma come si fa a sostenere la candidata di Wall Street , delle multinazionali, della grande finanza? Come si fa a votare assieme Bloomberg? La situazione politica degli Stati Uniti somiglia sempre di più a quella della vecchia Europa. Che per altro da decenni fa il possibile per copiare il modello politico degli USA. Il risultato è che la sinistra ufficiale è diventata la paladina di un sistema sempre più ingiusto e in mano ai ricchi, mentre la destra reazionaria finisce per occupare lo spazio vuoto in mezzo alle popolazioni impoverite. Bernie Sanders aveva rotto questo gioco e portato di nuovo in campo la ragione sociale dimenticata della sinistra: l’anticapitalismo. Sanders sarebbe stato l’avversario più difficile per Trump, quello capace di smascherarne il finto interesse per le condizioni del popolo. Ma il partito democratico preferisce perdere con Clinton che vincere con un senatore che parla di socialismo. E ha fatto letteralmente, come ha svelato WikiLeaks, carte false per farlo perdere di fronte alla candidata del Palazzo. Alla fine le elezioni presidenziali USA sono diventate l’alternativa tra la peste ed il colera, come dice in Francia chi ha lottato contro la Loi Travail e non voterà mai più per Hollande senza per questo scegliere Le Pen. Con queste altrenative la politica democratica non esiste più, questo dicono le elezioni negli Stati Uniti come molte di quelle che si annunciano in Europa. E infatti sempre meno persone vanno a votare su entrambe le sponde dell’Atlantico.

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