Originale in portoghese: Resolução apresentada num comité da ONU EUA e Ucrânia recusam condenar neonazismo http://www.avante.pt/pt/2243/internacional/143050/ http://www.avante.pt/ http://www.marx21.it/ http://www.lantidiplomatico.it 06/12/2016
All'Onu gli Stati Uniti si oppongono alla risoluzione contro il nazi-fascismo
Il 13 novembre, nel silenzio dell'apparato mediatico dominante occidentale, la terza commissione dell'ONU, competente in materia di diritti umani, ha approvato, nonostante l'opposizione degli Stati Uniti, un documento presentato dalla Federazione Russa, in cui si esprime il fermo rifiuto di ogni forma di esaltazione del nazismo e del razzismo, in qualsiasi forma si manifestino. Sull'importante decisione, che sarà sottoposta all'approvazione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, “Avante!”, settimanale del Partito Comunista Portoghese ha pubblicato un suo commento, che proponiamo ai nostri lettori.
La risoluzione che Mosca ha presentato ripetutamente alla terza commissione dell'ONU a partire dal 2006, e che quest'anno è stata sottoscritta da altri 55 paesi in qualità di co-autori, sarà votata entro la fine dell'anno nell'Assemblea Generale dell'organizzazione. Nella votazione svoltasi il 13 novembre, 131 paesi si sono espressi a favore e altri 48, la stragrande maggioranza dei quali europei, si sono astenuti.
USA, Ucraina e [isole] Palau hanno respinto il documento intitolato “Combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e delle altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e l'intolleranza che ne è associata”.
La rappresentanza statunitense ha giustificato le proprie obiezioni con la presunta “natura politica della risoluzione” e con il fatto che essa presumibilmente esige limposizione di “limiti inaccettabili alla fondamentale libertà di espressione”. Con l'argomento che gli Stati Uniti “condannano senza riserve tutte le forme di intolleranza etnica e religiosa, la diplomatica Stefanie Amadeo ha ritenuto anche che la risoluzione sia contraria “ai principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo” per quanto riguarda non solo la libertà di espressione ma anche la libertà di associazione e di riunione pacifica.
In sintesi, Washington e Kiev sostengono che coloro che hanno come obiettivo decretare una cultura ufficiale e collettiva di intolleranza e odio, discriminazione e persino di pratiche criminali di liquidazione degli esseri umani in base a pretese differenze fisiche e di origine sociale e nazionale – affrontando e minacciando così il concetto comunemente accettato di libertà –, devono essere liberi di promuoverlo e praticarlo in nome ...della propria libertà.
La Russia, primo promotore della risoluzione, ha definito distruttiva la posizione statunitense e ucraina, ma ha sottolineato che il comportamento dei due paesi non rappresenta una sorpresa: “Kiev ha trasformato il nazionalismo radicale in ideologia di Stato, glorificando i partecipanti ad operazioni punitive responsabili della morte di decine di migliaia di cittadini ucraini, polacchi, russi e di altri paesi durante la Seconda Guerra Mondiale”, e gli Stati Uniti “insistono nell'appoggiare il regime criminale di Kiev e le sue false accuse contro la Russia”, ha sottolineato Mosca. |