Comitato per la difesa della Costituzione di Arezzo

SENZA ODIO, SENZA VIOLENZA, SENZA PAURA

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 45 del 30 novembre 2016

 

Io voto no perche' credo che...

Massimiliano Gregorio

 

Ragioni di metodo

1. Io voto No perche' credo che un Parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale avrebbe dovuto, per rispetto degli elettori e della Costituzione stessa, astenersi da proposte di revisione costituzionale.

2. Io voto No perche' credo che una riforma costituzionale non si possa approvare a colpi di maggioranze e con continue prove di forza. La Costituzione deve unire e non dividere. E questa e' gia' una sconfitta.

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Ragioni di sostanza

3. Riduzione dei costi?

Io voto No perche' credo che il contenimento dei costi sia una pratica di buona amministrazione, che passa da una gestione attenta delle risorse e dalla riduzione degli sprechi (ad esempio ponendo limiti a diarie, rimborsi o emolumenti). Non puo' pero' certo essere il principio ispiratore di una riforma costituzionale. Al legislatore costituzionale chiediamo infatti di rinvigorire la democrazia e non di ridurla per risparmiare.

Io voto No perche' credo che il risparmio in ogni caso sia risibile. La stima di 500 milioni data dal Governo e' stata smentita dalla Ragioneria di Stato, che attesta il risparmio certo in appena 49 milioni.

4. Un Senato che non sappiamo chi rappresentera'

Io voto No perche' credo che non sia ammissibile varare una riforma che non permette di sapere chi dovra' rappresentare il nuovo Senato. Gli enti locali? Gli elettori regionali? La riforma lascia in piedi entrambe le ipotesi, dimostrando una preoccupante insipienza costituzionale. Un Senato che non e' una Camera delle autonomie e non e' nemmeno più un Senato, non puo' che generare solo confusione.

5. Un Senato di dopolavoristi

Io voto No perche' credo che il nuovo Senato non sara' ne' capace ne' competente a svolgere i compiti affidatigli. Sara' infatti un ente di secondo livello composto da 100 membri suddivisi tra consiglieri regionali (quali?), sindaci (quali?) e nominati dal Presidente della Repubblica. Il 95% dei nuovi Senatori avra' un doppio, quando non triplo incarico, che non permettera' loro di svolgere bene nessuno di essi.

6. Il partito del Presidente della Repubblica

Io voto No perche' credo che il restante 5% di Senatori, nominati direttamente dal Presidente della Repubblica e legati al suo mandato settennale, finisca per alterare in modo inaccettabile la posizione di garante dell'equilibrio costituzionale del Presidente della Repubblica stesso. Il Presidente, che dovrebbe essere arbitro, nominando 5 senatori (che su 100 non sono pochi), esprimera' invece un proprio "partitino", in grado persino di alterare gli equilibri politici del Senato.

7. Leggi fatte prima o leggi fate meglio?

Io voto No perche' credo che l'Italia non abbia bisogno di piu' leggi fatte prima, ma di meno leggi fatte meglio. Siamo il paese che legifera di piu' in Europa e lo fa con una qualita' legislativa pessima. Ad esempio, la riforma Fornero e' stata approvata in soli 17 giorni. Ma, nella fretta, il legislatore ha dimenticato un'intera categoria di persone, i cosiddetti "esodati" che, da un giorno all'altro, si sono trovati senza lavoro, senza stipendio e senza pensione.

Io voto No perche' credo che comunque quello della rapidita' della legislazione sia un falso problema. Da uno studio di Openpolis sull'attivita' della scorsa legislatura, emerge infatti che 301 disegni o progetti di legge su 361 sono stati approvati con appena due letture; dei 60 non approvati in due letture ne troviamo ben 45 che hanno visto la luce dopo tre letture, 12 dopo quattro letture e solamente 3 - lo 0,83% -, sono nati dopo più di 4 letture.

8. Riforma costituzionale e "Italicum"

Io voto No perche' credo che la combinazione tra riforma costituzionale e legge elettorale sia pericolosa. E' vero che si vota sulla prima e non sulla seconda, ma saremmo degli sciocchi se pensassimo che siano scollegate. Questa maggioranza le ha pensate insieme (tanto e' vero che legge elettorale, approvata prima, riguarda solo la Camera, visto che la riforma, approvata dopo, prevede che il Senato non venga eletto dai cittadini). Il rafforzamento del ruolo del Governo prodotto dalla riforma, combinato con l'enorme compressione della rappresentanza prevista dall'Italicum (che garantisce il 54% dei seggi ad un partito o lista - e non ad una coalizione - che potrebbe non raggiungere al secondo turno il 20-25% dei voti), disegnano un'idea di democrazia distorta, in cui il partito di maggioranza prende tutto (potra' nominare i giudici costituzionali e, con poco sforzo, raggiungere i quorum necessari per la nomina del Presidente della Repubblica e persino per la modifica della Costituzione).

9. Rapporto Stato-Regioni

Io voto No perche' credo che l'attuale riforma del Titolo V svilisca il ruolo delle Regioni, che - e' bene ricordarlo - non sono uffici decentrai dello Stato, ma espressioni di pluralismo territoriale. La riforma toglie loro praticamente ogni competenza legislativa, avocandola allo Stato e riportandoci indietro di oltre 50 anni, riproponendo quell'ottuso e inefficiente centralismo statale che all'Italia ha gia' cagionato sin troppi danni. Ad esempio, se passasse la riforma, un qualsiasi futuro governo potrebbe imporre alle Regioni - avendo riacquistato la competenza in materia - scelte ambientali impattanti per il territorio o politiche energetiche basate sui combustibili fossili, mentre tante Regioni sono da anni impegnate a promuovere le energie da fonti rinnovabili piu' adeguate al loro territorio.

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