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L'Anpi: no a questa riforma del Senato di Carlo Smuraglia presidente nazionale Anpi
Con un Convegno a Firenze, sabato e la manifestazione celebrativa dell’eccidio della “Benedicta” domenica, è rimasto ben poco tempo per fare dei ragionamenti approfonditi sulle pur numerose questioni in campo. I lettori mi perdoneranno, dunque, se mi limiterò ad alcuni flash. La riforma del Senato: il Comitato nazionale dell’ANPI, unanime, ha espresso la sua contrarietà ad un progetto (quello del Governo) che, unendosi ad una legge elettorale come quella che è stata approvata alla Camera ed al proposito di irrobustire i poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, si risolverebbe (oltretutto) in una ulteriore e grave riduzione dei margini di democrazia, che subiscono da tempo una lenta ma progressiva erosione e che, invece, noi consideriamo intangibili, alla luce dei princìpi e dei valori costituzionali. Non siamo, lo abbiamo già detto, per conservare l’esistente a tutti i costi. In un apposito documento indicheremo nei prossimi giorni le possibili alternative, utili per risolvere l’unico vero problema su cui concordiamo: quello di due Camere che fanno la stessa attività (il bicameralismo “perfetto“); un problema che può essere risolto in molti modi, scegliendo fra i tanti modelli esistenti, ma rispettando la linea costituzionale di valorizzazione, prima di tutto, del Parlamento, in quanto rappresentante diretto della volontà popolare. Su questo tema, il Comitato nazionale ha deciso, sempre all’unanimità, di organizzare una importante manifestazione pubblica fra il 25 e il 30 aprile, in una sede che nei prossimi giorni sarà definita dalla Segreteria. Non mancheremo di invitare alla manifestazione, oltre ai nostri organismi periferici, tutte le associazioni che da sempre si battono per questa Costituzione. E speriamo davvero in una partecipazione diffusa e unitaria. L’arroganza non ha limiti, in questo Paese. Ma quando ad essa si unisce anche la mancanza di una cultura politico-istituzionale (ed anche questo non è raro), il problema diventa serio Una riforma importante, come quella del Senato, non può essere fatta in fretta e con scadenze precise, perché ci sono le elezioni europee. Ed è davvero sorprendente che si emanino, al riguardo, dei veri e propri diktat, senza ascoltare nessun richiamo all’attenzione, alla ragionevolezza,all’esigenza di rispetto delle linee fondanti della Costituzione. Ancora più grave il fatto che due esponenti di rilievo del PD richiamino (nientemeno) il Presidente del Senato ad una disciplina di partito, ignorando che la seconda carica dello Stato deve rappresentare una garanzia (anche di imparzialità) per tutti. Ugualmente grave il fatto che si ironizzi sui “professori” e se ne parli con sufficienza; posizioni come queste non evocano soltanto la mancanza di cultura istituzionale, ma rappresentano tout court un deficit culturale, particolarmente evidente in un Paese che dovrebbe essere la patria della cultura, dell’arte, dei saperi. |