Fonte: www.greekcrisis.fr http://comedonchisciotte.org/ 7 nov 2016
De Profundis – La geopolitica in Grecia di Panagiotis Grigoriou Scelto e tradotto da Franz-Cvm
A cinque anni dalla nascita del blog Greek-Crisis, Grigoriou fa un primo bilancio che considera gli elementi anche di geopolitica e conclude che è in atto un’occupazione del territorio, un esproprio che ha, forse, l’obiettivo ultimo di togliere di mezzo l’entità-stato della Grecia. Il mezzo è l’Euro, certo, ma anche la crisi dei migranti, sapientemente orchestrata in modo da permettere a forze non ben identificate (in primis attraverso le ONG) di mettere i propri presìdi sulle isole dell’Egeo orientale. Forse è il caso che il blog diventi un giornale di guerra. La narrazione della crisi greca come solo economica è fallace. (NdT) Tempi fuggenti, istanti instabili, anch’essi fuggenti. Accelerazioni della storia. Per i greci, il 2009 si presenta già come l’ultimo periodo… prima della guerra, scartando ogni scenario di possibile ritorno al passato. Questo blog, Greek Crisis, ha appena compiuto, lui pure, cinque anni. Un anniversario vissuto lontano da qualunque spirito “di festa”. Non c’è proprio niente da festeggiare, se non l’umile contributo di questo blog al risveglio delle coscienze. Non avrei mai immaginato che cinque anni dopo quel 24 ottobre 2011, data del mio primo… epitaffio telematico inciso su questo blog, il bisogno di GreekCrisis sarebbe stato ancora così forte ed attuale. Le mie intuizioni, purtroppo, si sono rivelate molto giuste; la così detta ”crisi greca” è in realtà una guerra, intrapresa contro il popolo greco, distruggendo la sua sovranità e minando la sua stessa esistenza. Una guerra… esemplare, fatta anche per dare l’esempio di come sarà rapido il passaggio verso l’ultimo meta mondo Occidentale del… già così corto 21° secolo. Dopo sei anni di esperienza così vissuta e praticata sotto i memoranda, o, più esattamente, sotto l’ordine mondializzante della “ governance ” dello choc permanente, abbiamo visto abbastanza per fare un primo bilancio… più che altro un’autopsia, perché sembra proprio che stiamo per entrare (in realtà è già avvenuto) nella fase successiva delle operazioni psicologiche, economiche e di ingegneria sociale e , più in generale, di forte ingegneria situazionale in corso di svolgimento. “Stasera i media sono piuttosto agitati. C’è carne al fuoco. A Bruxelles ci si prepara a tagliare una parte del debito greco. Solo una parte. Su 300 miliardi, 200 saranno esclusi. Il taglio forzato riguarda le banche e le casse di assistenza e malattia e delle pensioni del paese. Non riguarderà gli attivi della BCE, ad esempio. Dopo avere lasciato Atene per qualche giorno, noto questo silenzio assordante da Grecia rurale. Le strade sono vuote e i caffè non hanno più clienti” scrivevo allora, il 24 ottobre 2011.
Sento ancora, talvolta, questo argomentare proveniente per lo più (ma non solo) dagli ambienti politici di sinistra, che denuncia (giustamente) in modo veemente “le politiche di austerità, oppure ‘l’Euro forte’, che uccidono i Greci… gli Italiani … i Francesi”. Vero, salvo che, per quanto ha riguardato (finora) il caso greco, parlare così delle politiche di austerità ha un sapore subdolo, quasi da neolingua imposta dai… troppo importanti primi ufficiali del mondo di oggi. Così riflettevo sui cinque anni passati dalla nascita del mio blog, anni di esistenza e di esperienze e mi pare sia un “De profundis”, cinque (in realtà sei) anni durante i quali, tra speranze e disillusioni (SYRIZA e la sinistra in Grecia e, più in generale, l’insieme del sistema politico) ancora trascorrono momenti … che si diffondono per mezzo di accelerazioni, quantomeno delle coscienze. Ho sempre sostenuto, (fin dall’inizio di questo blog) che dal punto di vista geopolitico e antropologico, L’Euro non è “semplicemente” una moneta, ma soprattutto è un’arma di distruzione di massa. In altre parole, l’Euro è un importante vettore di “cultura di guerra”, dato che, come si sa, esso è edificato come un santuario trionfante sopra l’ossario rappresentato dalle ultime (pseudo) democrazie occidentali che non abbiamo saputo difendere quando eravamo in tempo per farlo. Non so se il destino geopolitico resterà perfettamente simile ancora per molto tra la Grecia e gli altri territori occupati, in quanto amministrati dall’Eurozona germano-elitocratica. Scrivo questo perché tutte le mie osservazioni e le mie intuizioni di storico ed antropologo, mi portano a prefigurare il peggio per la Grecia. Fino al punto di intravedere la volontà degli artefici della grande geopolitica di far sparire (completamente) l’entità statuale della Grecia odierna (il che è quasi un fatto già compiuto, alla luce dell’evidenza). Il tutto mettendo così fine alle conseguenze della rivoluzione Greca del 1821, che aveva dato i natali allo stato neo-ellenico come entità definita, messo sotto tutela rapidamente e a sufficienza dalle grandi potenze di allora (1831 assassinio di Johannis Kapodistrias, governatore della Grecia indipendente), grandi potenze di allora, antenate delle elites mondializzatrici di oggi. Ma non c’è solo l’Euro coinvolto nella battaglia: secondo i miei amici di Lesbo e Chios, il caos sapientemente organizzato per mezzo dell’arrivo di migranti e rifugiati sta portando i suoi frutti. “noi subiamo tutti i giorni attacchi ai nostri beni, violenze, talvolta incendi da parte dei migranti. Entrano nelle nostre case, rompono i vetri, diventano incontrollabili. Sono quasi in seimila, in strutture fatte per accoglierne mille. I nostri politici locali, i nostri sindaci, si industriano nell’arte di far sembrare definitiva la situazione ‘Cos’altro possiamo fare? E’ questa la nostra nuova realtà, dobbiamo conviverci’ ci dicono, peraltro con prudenza. E’ esattamente quello che il governo impone ed ordina, poiché è agli ordini”. “E non parliamo del ruolo delle ONG finanziate direttamente dalla UE e da quelli come Soros. Fanno bella mostra di sè, fieri, con disprezzo e ostentando il loro potere sulle nostre povere autorità e, nello stesso tempo, vivono come i nababbi del momento, in hotel di lusso, con macchine costose,comportandosi come veri e propri amministratori coloniali. Noialtri, qui, odiamo questa gente, come odiamo i nostri politici, ma quelli che non odiamo sono i migranti perché essi ed il loro destino sono il mezzo usato dai Grandi per raggiungere i propri obiettivi, cioè distruggere il nostro paese. E non sappiamo ancora come reagire a questa situazione, nel nostro sbagliare bersaglio…” testimonianza del mio amico G. di Chios, raggiunto al telefono. Ecco la mentalità dei greci… sollevata dai tempi che corrono. Questa pianificazione diventa evidente, dato che è costantemente spacchettata sotto i nostri occhi dal sistema, nei reportage del canale neo-Goebbelsiano ‘Euronews’, ad esempio quello intitolato “La crisi dei rifugiati beneficia l’economia greca”. Fatto ancora più “curioso”, dato che che questa grossolana propaganda è ripresa (se non condivisa) da un sito di un “Collettivo cittadino, solidale della resistenza del popolo greco contro l’austerità economica che gli è inflitta”, l’”austerità” ancora una volta. Come fa notare giustamente il mio amico J-F., il quale dalla Francia più profonda e in rivolta mi ha appena dato i riferimenti internet della notizia, c’è di che saltare sulla sedia. “Questo breve reportage mi ha fatto arrabbiare e io gliel’ho detto: ‘questa informazione avrebbe meritato un minimo di critica prima di essere postata su Soligrec [il sito del Collettivo]. Anche se i lettori di questa newsletter sono generalmente persone acquisite alla causa greca e consci dell’iniquità della politica europea rispetto a quel paese, la forma di questo reportage mi sembra perniciosa. Lascia intendere che un miliardo di euro stanno per passare direttamente dai conti della BCE alle tasche dei commercianti e degli artigiani greci per mezzo dei migranti, che non potranno non spendere i soldi che gli saranno distribuiti. Tutti sanno che ciò è falso e che il grosso di quel denaro transiterà dalle dubbie ONG e che i migranti, così come i commercianti greci, non avranno che le briciole..Ma ci è stato detto che l’analisi era vista da… un punto di vista strettamente finanziario… !” “Lascia intendere che i migranti sono un’opportunità per la Grecia, mentre sono un peso che l’Europa scarica sul groppone dei Greci, che già era sovraccarico di problemi… ‘ I rifugiati costituiscono un aiuto economico importante …’ ! “Lascia intendere che i migranti dovranno ‘integrarsi’ in Grecia, il che non è né nei loro piani, né in quelli dei greci. Ancora una volta, la colonia ‘tedesca del Sud’ servirà da diversivo a tutti quelli dei quali l’Europa del Nord vuole sbarazzarsi. ‘Perchè i rifugiati partecipino nel lungo termine alla crescita,l’integrazione è una condicio sine qua non’ “E, ciliegina sulla torta, il reporter di Euronews lascia intendere che il calo di presenze dei turisti sul litorale sarà largamente compensato dal ‘mercato che creeranno i migranti’. E’ veramente un prendere i Greci per i fondelli, è considerare i lettori come degli imbecilli, ennesima prova (se mai ce n’era ancora bisogno) della collusione tra la stampa, i governi nazionali, i creditori e le istituzioni europee! E,come sempre accade in questi falsi reportages, i media si preoccupano di far validare le proprie previsioni da un ‘esperto’ di finanza, corroborato dalle dichiarazioni selezionate di un po’ di greci a caso. Quando si paragonano i servizi settimanali sulla situazione dei migranti in Grecia che compaiono, per esempio, sul blog di Panagiotis Grigoriou (Greek-Crisis) con quelli di ‘Euronews’ la rabbia diventa insopportabile!” Ed ecco che tutto diventa più preciso, nella geopolitica della Grecia, che si vuol far credere stia subendo “soltanto” una crisi economica dovuta all’austerità, ma le cui frontiere sono controllate dalla nebulosa dei corpi Europei e loro assimilati e, in più, dalle ONG, vere amministrazioni coloniali a Lesbo, Chios, Samo e altre isole, il che ha creato di fatto una zona cuscinetto nell’Egeo (così cara alla politica neo-Ottomana dell’odierna Turchia) dove Atene non ha più, in realtà, il controllo delle sue frontiere, del suo territorio, della composizione della sua popolazione … e infine, del suo futuro. Zona cuscinetto o, (anche) forse sì, forse no, futuro teatro di operazioni militari di dispiegamento di forze tra NATO e Russia? I miei amici sul posto, così come qualche radio, fanno cenno, in queste ultime settimane con maggiore frequenza, ad esempio (Radio Realfm, mattino del 2/11) “ad un certo numero di camion militari d’origine sconosciuta, carichi di apparecchiature elettroniche (lo affermano testimoni che ne capiscono parecchio di questo tipo di … aiuto umanitario) che circolano liberamente … ma camuffati (senza simboli, né scritte) a Lesbo e che le autorità di polizia, così come le altre autorità greche, abbiano ricevuto l’ordine di chiudere gli occhi e di ingoiarsi la lingua,con tutta la saliva appresso” (cito a memoria). I commentatori della fascia del mattino della radio Realfm (2 novembre) fanno apertamente supposizioni sul fatto che Tsipras avrebbe segretamente firmato la messa sotto tutela straniera (occidentale – internazionale,quindi turca) delle isole più orientali del mar Egeo, in aggiunta alla consegna di tutti i beni dello Stato nelle mani dei creditori dopo la nascita dell’Iper-cassa, prevista direttamente nel Memorandum III. La …pentola bolle allora, dappertutto nelle isole greche e talvolta anche nella Grecia continentale. Sull’isola di Samo, la stampa locale sostiene che i cinque sconosciuti che (dopo altre aggressioni dello stesso tipo) hanno violentato una donna di 23 anni, sottufficiale dell’esercito greco, erano usciti dai campi dei migranti (1 novembre). Notizie di questo tipo, vere o eventualmente … rielaborate, diventano insopportabili nella vita di ogni giorno, e degli scontri sono avvenuti tra alcuni abitanti ed i ‘solidali’, molto meno numerosi. E’ stato grazie all’intervento della Polizia, così come a quello di certe persone… meno bellicose, che è stato evitato il peggio. I video pubblicati dalla stampa locale sono molto eloquenti e Tsipras … ha previsto una riunione d’urgenza sul tema dei migranti. Inverno in vista. Ad Atene ci si prepara comunque all’evento. Più il tempo passa, più mi dico che l’Euro (se non altro per ciò che concerne la Grecia) è parte di una guerra, ma che esso non è l’unica arma. Basta guardare alla così detta “crisi dei migranti”, così sapientemente messa in atto: sarà una storia da ricostruire, durante, ma soprattutto dopo il momento cruciale e parossistico della guerra (globale e quindi scoppiata su diversi fronti) in corso. A, mi sembra, che siamo molto vicini a questo momento cruciale. La grecia, un po’ come l’Ucraina, appartiene a quella zona geopolitica e culturale (l’ortodossia) che già si trova in prima linea nella ridefinizione (presto attraverso le armi?) dei rapporti di forza tra i BRICS e la coalizione occidentale (ammesso che ce ne sia solo una!). In questi ultimi giorni, il “governo greco” ha ricevuto la visita ufficiale di (in ordine cronologico): Jean-Marc Ayrault (25/10) e del suo omologo russo Sergei Lavrov (2/11) [ndt: ministri degli esteri]. Inutile cercare di farsi un’idea del reale contenuto dei colloqui attraverso la stampa. Tempi fuggenti, istanti instabili, anch’essi fuggenti. Opera caotica. “Bruciate SYRIZA nuovo Efialte” si può leggere sui muri di Atene in questo mese di novembre 2016. Bisogna ricordarsi di Efialte di Tracia, il greco che svelò a Serse il sentiero di Anopea, attraverso il quale i Persiani poterono prendere alle spalle le posizioni degli Spartani del re Leonida primo nella battaglia delle Termopili nel 480 a.c.. Fu poi ucciso da un certo Atenade. In greco moderno (come in quello antico) questo nome è diventato sinonimo di incubo e di alto tradimento. Greek Crisis ha cinque anni. Lontani da ogni spirito “di festa” perchè non c’è niente da festeggiare, questo blog … sempre sospeso tra la vita e la morte (necessariamente per cause economiche) tornerà prossimamente sul proprio bilancio… speriamo non ancora definitivo. Lancerà eventualmente una nuova campagna di Crowdfunding, oltre alle vostre essenziali donazioni … senza le quali sarebbe già chiuso. Chi può dirlo? Dopo sei anni di esperienza … così vissuta e gestita sotto i memoranda, questo blog, costretto dagli avvenimenti, si trasformerà forse in un autentico… giornale di guerra. Niente di nuovo sul pianeta, a dire il vero. E allora “de profundis”…
Link: http://www.greekcrisis.fr/2016/11/Fr0540.html#deb 2.11.2016
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