Fonte: www.voltairenet.org http://www.comedonchisciotte.org Giovedì, 21 gennaio 2016
Chi sta braccando Angela Merkel? di Andrey Fomin Traduzione di Conzi
All’operazione premeditata delle aggressioni a sfondo sessuale di fine anno, a Colonia ed altrove, segue una denuncia delle responsabilità del Cancelliere Federale, Angela Merkel. Uno studio sul traffico del web certifica che gli account twitter che hanno organizzato questa protesta sono basati nella west coast degli Stati Uniti
Lo scorso Settembre pubblicammo una sintesi dell’analisi dell’esperto Russo Vladimir Shalak sugli aspetti nascosti della campagna-twitter per attirare i rifugiati dal Medio Oriente in Germania. Avendo studiato 19000 tweet aventi argomento collegato alla questione rifugiati Shalak si è sentito di concludere che il grande esodo verso l’Europa Continentale fosse stato messo in piedi in maniera artificiale da attori non-Europei.
L’ultima ondata di violenze causate dai migranti in alcune città Europee durante la notte di capodanno ha dato il via a una intensificazione della campagna anti-Merkel sui social media Tedeschi ed in genere Europei, ed ha fornito dati addizionali alla ricerca dati in profondità di Shalak.
In questo articolo ne pubblichiamo alcuni risultati preliminari. Ma prima di ciò basta paragonare queste due foto sotto per avere una certa percezione di un cambiamento drastico nella narrativa pubblica in Germania riguardo ai rifugiati nell’arco degli ultimi 4 mesi: Tragico, ma spontaneo sviluppo, o piuttosto una operazione ben precisa da parte di agenti esterni? Per avvicinarci a una conclusione informata dobbiamo guardare brevemente gli attuali rapporti USA-Germania.
Da Marzo 2014, ossia la data di riunificazione della penisola di Crimea con la Russia, il Cancelliere Tedesco Angela Merkel si è ritrovata tra l’incudine e il martello. Sotto forti pressioni da Washington ha dovuto spingere la “famiglia europea” a inasprire le sanzioni contro la Russia, mentre la grande industria, ed i suoi opponenti politici erano fortemente rilututtanti verso l’applicazione di tali misure, a causa delle conseguenze pesantemente svantaggiose per l’economia Tedesca. Bilanciando due diversi approcci, ha scelto di mandare avanti le trattative per la costruzione del secondo tratto del gasdotto North Stream che aumenterebbe la capacità di trasferimento di gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il mar Baltico, ciò nonostante il mormorare d’oltreoceano.
Un’altra dimensione delle tensioni transatlantiche è connessa all’accordo TTIP, le cui trattative si svolgono sin dal 2013 interamente a porte chiuse. La spessa coltre di nebbia propagandistica avvolge le trattative non riesce comunque ad occultare il punto più controverso: la creazione di corti di arbitrato Americane aventi pieno diritto nel quadro dei sistemi legali Europei. Le multinazionali spingono per ottenere il diritto di denunciare gli Stati presso dette coorti private di arbitrato per qualsiasi azione intrapresa che possa danneggiare i loro profitti. In termini pratici equivale a una perdita completa di sovranità per gli Stati Europei in quanto le coorti di arbitrato avrebbero piena facoltà di dettare agli Stati ad esempio i dazi doganali (che hanno un riflesso diretto sui profitti, chiaramente), le regolazioni sanitarie e fitosanitarie (con l’effetto immediato che la UE dovrà revocare le strettissime barriere ad alimenti importati contenenti OGM e ormoni), le regolazioni finanziarie e d’investimento in essere per il settore bancario, varie forme di sussidi...
Non è pertanto da sorprendersi se un partito membro della coalizione al Governo in Germania protesti categoricamente contro le trattative TTIP. Una massiccia manifestazione di piazza anti-TTIP si è svolta a Berlino nell’Ottobre 2015. Come conseguenza, Frau Merkel è enfaticamente cauta nelle sue valutazioni sul progetto TTIP.
La situazione è più o meno chiara: la Bundesklanzerin sta provando a giocare da furba tentando di preservare la sovranità Europea mentre formalmente accetta le richieste Americane su questioni di minore importanza. Non c’è nemmeno dubbio che Washington si sia accorta a che gioco stanno giocando e l’unico fattore che gli impedisca di scacciare immediatamente la Merkel dall’ufficio è l’assenza totale di un successore gestibile e sufficientemente preparato. Nondimeno, una campagna mediatica contro Frau Merkel, su riflesso dello scandalo degli assalti sessuali a opera dei rifugiati, è in pieno corso.
Ai primi di Gennaio il plurinoto speculatore e reo-confesso sponsor del traffico di migranti verso l’Europa George Soros concesse una intervista esplicita al Wirtschafts Woche dove dichiarò chela gestione del flusso di rifugiati “gli costerà la Cancelleria”. In simultanea le hashtag #ArrestMerkel e il motto “La Merkel se ne deve andare!!!” apparvero su twitter con notevoli livelli di circolazione. Le analisi hanno rivelato che #ArrestMerkel era originato da due account-sorgente, account con forte capacità di diffusione: @Trainspotter001 and @AmyMek. In seguito è stato diffuso da un numero di altri account “potenti”. Sebbene i detti account non pubblichino la loro localizzazione, una analisi delle loro ore di attività è tra le 7 di mattina e le 3 di pomeriggio ora Greenwich, che sembra corrispondere alle ore diurne nella West coast Americana.
L’account @Trainspotter001 pare aver fatto circa 27.000 tweets da Marzo 2015 ad oggi, equivalente a una media di 88 tweet al giorno, troppi per un utente umano normale (per fare un esempio, l’intero account twitter della CNN ha una media di 23 al giorno). Concludiamo che @Trainspotter001 è un bot programmato, ed @Amy Mek (27.000 tweets dal 2012) molto probabilmente lo è anche.
Analizzando i maggiori re-tweeters vediamo che @Genophilia è il bot principale (107.000 tweets da Settembre 2012, equivalente a una media di 87 tweet al giorno), la sua regione geografica anche questa volta non è indicata, ma le ore di attività medie indicano che, come gli altri, è manovrato dalla costa Americana del Pacifico. Due ulteriori accout degli di nota sono @jjauthor, BOT localizzato in Nevada da 300 tweets al giorno dal 2010, e @LadyAodh, il profilo fake di una ragazza bionda, creato negli Stati Uniti, che combatte il “genocidio della razza bianca” dal Marzo 2015. Come abbiamo notato nel primo grafico, tutti questi account-bot sono interconnessi, allo scopo di moltiplicare reciprocamente il loro effetto e così raggiungere un pubblico di milioni di persone.
Le prove esposte dimostrano con chiarezza che l’intera congiuntura della crisi immigrati è stata messa in piedi da agenti USA come arma di ricatto verso la Merkel e farle capire che deviare dal programma concordato e difendere la sovranità Europea non è una possibilità. Particolarmente notevole è il fatto che piattaforme che esprimono un estremismo politico di segno opposto (l’ultraliberalismo di George Soros e l’estrema destra identitaria di vaghi bot twitter localizzati in USA) stanno inseguendo lo stesso obiettivo politico (del Governo USA): scacciare la leader Tedesca dalla sua carica ed imporre il TTIP a tutta Europa.
Link: http://www.voltairenet.org/article189972.html 18.01.2016
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