Originale: Mr Zine

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16 gennaio 2016

 

Tempi gelidi e raggi di speranza

di Victor Grossman

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Qui il 2016 è iniziato con un freddo gelido non soltanto del tempo ma molto peggiore, quello delle relazioni umane. Ha anche offerto ad alcuni, come a me, almeno dei caldi raggi di speranza.

Per prima cosa il quadro più ampio. L’enorme afflusso di migranti e di richiedenti asilo politico, oltra un milione nel 2015, ha visto la Germani di fatto spaccata in due metà quasi uguali. Una metà motivata dall’empatia, dalla generosità, da un sentimento di fratellanza e di sorellanza, si è data molta pena  di aiutare durante i nuovi arrivi, contribuendo con tutto: orsacchiotti, abiti caldi, assistenza sanitaria, lezioni di tedesco, e offrendosi volontariamente di fare molte ore in più di lavoro non pagato, spesso fino allo sfinimento, per aiutarli e prendersi cura di loro. Questo talvolta è stato accompagnato da ammirevoli  sforzi di dipendenti pubblici, molti dei quali  si trattenevano sul posto di lavoro impegnativo, molto oltre le  ore di lavoro quotidiane e settimanali.

Purtroppo, alcuni funzionari, non all’altezza e non abituati a questi numeri improvvisi, si sono dimostrati del tutto inadeguati.  Innumerevoli migranti a Berlino hanno ricevuto  cibo, abiti caldi, e almeno un materasso,  lenzuola e coperte, e un posticino in una palestra scolastica o in edificio vuoto in un aeroporto. Troppi, però, hanno aspettato per molte fredde ore sotto la pioggia, spesso per gran parte della notte, per ottenere i necessari documenti di registrazione, i permessi sanitari, o una piccola indennità. L’insensibilità è stata fin troppo frequente: un funzionario ha dovuto andarsene in maniera disonorevole, mentre il suo capo, membro del governo, ha dovuto seppellire qualsiasi speranza di  “salire più in alto”, alla carica di sindaco di Berlino.

Alcune reazioni negative, comprese quelle di guardie per la sicurezza che sono state assunte, avevano una motivazione peggiore che riflette la reazione di quell’altra metà della popolazione. L’odio verso chiunque sia diverso è fin troppo comune nel mondo, negli Stati Uniti adesso oltremodo percettibile nelle parole e nelle minacce dei candidato presidenziali. Ma una breve occhiata a un libro di storia tedesca aggiunge un aspetto particolarmente spaventoso. E la Germania è la nazione più forte d’Europa.

Questo odio è cresciuto rapidamente nel 2015, spesso collegato alle preoccupazioni per l’impiego e l’alloggio, ma anche ai racconti calunniosi di reati e di infrazioni commesse dagli immigrati. Internet è inondata da commenti fascisti razzisti. C’è stato un allarmante aumento di attacchi – 850 ufficialmente registrati – contro edifici riservati o programmati  per gli arrivi e quasi 400 attacchi violenti contro presunti immigrati. Nel periodo di Natale un uomo è stato colpito da una pallottola sparata nella sua stanza , dove dormivano anche dei bambini.

E poi è arrivata la vigilia di Capodanno! Ad Amburgo e altrove, ma in modo più disgustoso, a Colonia, i festeggiamenti sono stati orribilmente rovinati da attacchi a centinaia di donne. Gruppi di giovani uomini le hanno circondate  e molestate e mentre resistevano, hanno rubato loro le borsette o i cellulari. Molte cose sono ancora oscure, compreso il ruolo della polizia e l’aver messo a tacere inizialmente  la storia, probabilmente perché la maggior parte degli uomini ha origini straniere. Pochi sono cittadini tedeschi, uno è americano, ma molti sembrano provenire dall’Algeria o dal Marocco, e quindi forse non fanno parte dell’afflusso di siriani, afgani e iracheni dell’anno scorso. Alcune domande sono ancora  senza risposta: gli attacchi sono stati spontanei, connessi con internet, o in qualche modo organizzati, e se è così, da chi e perché?

La sera di Capodanno, le città tedesche spesso offrono uno spettacolo di fuochi d’artificio, ma molti li comprano anche privatamente (la vendita è permessa due giorni prima) e sparano i razzi, spesso 10, 20 o 50 per scatola,  dai marciapiedi o dai balconi, o nelle piazze cittadine, con il risultato di varie ore di totale pandemonio. Questa cosa deve essere stata una novità per molti immigrati, forse terribile per i bambini provenienti da regioni devastate dalla guerra. C’erano molti giovani mariti che avevano lasciato a casa le loro famiglie fino quando, come speravano, avrebbero trovato un lavoro e una casa, ma anche molti uomini non sposati. Un gran numero arrivava da ambienti in cui le donne stanno raramente da sole senza un parente maschio e molto meno rispettate fuori di casa.  Un’eccessiva quantità  fin troppo comune di testosterone prorompente,  in una notte rumorosa, pazza,  affollata potrebbe anche aiutare a spiegare (ma assolutamente in nessun modo scusare o razionalizzare) la condotta criminosa.

Un contraccolpo  razzista basato su stereotipi era fin troppo prevedibile, specialmente perché è arrivato subito dopo le reazioni similmente intolleranti suscitate dalle uccisioni di Parigi (più i ricordi proposti su larga scala dai media del massacro di Charlie Hebdo di un anno fa). I messaggeri di odio contro persone di  nazionalità sgradita, di qualunque paese siano e chiunque siano se non “tedeschi”, hanno raggiunto il loro momento di fulgore che ha causato altri attacchi violenti e che certamente ha sconvolto un equilibrio di punti di vista di circa  50 a 50 nel 2015.

Il partito bavarese gemello dell’Unione Democratica Cristiana (CDU) di Angela Merkel, l’unaica unità statale separata di questo genere, si chiama Unione Cristiana Sociale, una vergognosa denominazione impropria. Sebbene strettamente legato al CDU in  parlamento, è andata diventando sempre più indipendente. Si rifiuterebbe energicamente di essere chiamata “razzista” , ma la Baviera, dove devono entrare tutti gli immigrati che arrivano dal sudovest, è lo stato più di destra dei 16 stati tedeschi e ha fatto da guida a fare pressioni sulla Merkel perché abbandonasse il suo benvenuto a braccia  aperte, apparentemente umanitario, a tutti i rifugiati, qualunque fossero le sue ragioni. Di fronte a segni di ammutinamento anche nel suo stesso partito, si è ritirata,  passo dopo passo, seguita dal Partito Social Democratico, suo partner nella coalizione. Le decisioni circa l’immigrazione devono essere più dure, il numero di immigrati deve essere ridotto, a molti altri va negato l’ingresso o vanno mandati a casa, specialmente dopo aver avuto dei guai con la legge. La supposizione che gli usurpatori potrebbero usare il problema per sostituire questa brava, potente esperta di tattica, è diventata inverosimile.  

Ma l’intera scena politica è stata spinta verso destra. Il partito razzista denominato Alternativa per la Germania (AfG) è sicuro di ottenere dei seggi nelle tre elezioni statali in marzo, e molto probabilmente in parlamento nel 2017. I dimostranti del PEGIDA (un movimento politico tedesco anti islamista, n.d.t) innalzano ancora i loro cartelli con scritto “Salvate il nostro mondo occidentale dagli Islamisti”, recentissimamente a Lipsia e ancora una volta con violenza. Una banda di vigilantes è scesa su Colonia chiedendo “vendetta” e salvataggio delle  donne tedesche minacciate, allo stesso tempo sventolando dei cartelli “mascherati” pro-nazismo facendo apertamente il saluto di Hitler e attaccando alcune sfortunate persone di colore.

La decisione a Monaco di Baviera di pubblicare di nuovo, dopo 70 anni,  Mein Kampf, finora proibito, potrebbe essere considerato  un brutto auspicio,  anche se ogni pagina contiene a margine  un’analisi  dove si rifiutano le espressioni di fanatismo di Hitler, ottenendo così l’approvazione dalle varie istituzioni (compresa la comunità ebraica). I suoi devoti sono però “in marcia” in Francia dove potrebbero presto raggiungere massime cariche, in Ungheria, Polonia, Turchia e in Ucraina, dove ne hanno già alcune, in Belgio, in Olanda e in Scandinavia, dove sono minacciosi,  e purtroppo in Germania, nella fondamentale  zona centrale.

Nel mio primo paragrafo parlavo di raggi di speranza. Raramente c’è stata una sfilata di PEGIDA o di gruppi simili senza un’opposizione attiva che spesso è più numerosa di loro. A Lipsia la loro dimostrazione è stata contrastata da un cerchio di persone che reggevano delle candele per protesta, mentre altri, più militanti, cercavano di bloccare loro il passaggio, mentre il solito enorme contingente di polizia teneva separati i due gruppi. (Soltanto i politici del CDU hanno rifiutato di unirsi a qualsiasi protesta!) Il 9 gennaio, a Colonia, almeno 1000 donne (e alcuni uomini) si sono incontrati sul luogo degli attacchi della Vigilia di Capodanno e hanno domandato rispetto e, quando necessario, la protezione per le donne. L’atmosfera era chiassosa  e allegra e si cantava una canzone del famoso Martedì Grasso della città: “Karneval in Köln” (Carnevale a Colonia), ma c’era anche molta determinazione! Molti cartelli chiarivano le cose: le donne non si univano a seminare l’odio; la loro protesta non era mirata agli immigrati o agli arabi, ma era contro l’atmosfera sessista che c’è dovunque, compresi i maltrattamenti o la violenza alle Oktoberfest bavaresi piene di ubriaconi, e in molte case private e in troppi commissariati di polizia che ignorano i diritti delle donne.

Il fine settimana successivo è stato per me molto speciale. Domenica è stata il giorno del ricordo che si celebra ogni anno per Karl Liebknecht e Rosa Luxembourg, coraggiosi  Social Democratici di sinistra, ancora amati che si opposero alla I  Guerra Mondiale, fondarono il Partito Comunista Tedesco e furono assassinati due settimane dopo, nel gennaio 1919. Varie migliaia di vecchi ribelli fedeli e molti giovani sono andati con la metropolitana e poi hanno camminato per sei o sette isolati per deporre dei garofani rossi sui monumenti a Karl e Rosa e sulle urne di molti leader, scrittori e combattenti di sinistra vissuti tra il 1900 e il 1990. Altri, partendo dalla Karl Marx Allee, hanno fatto una strada molto più lunga con  bandiere, striscioni e musica ad alto volume. Ci sono state di nuovo discussioni, anche un parziale boicottaggio da parte di alcuni che si opponevano non soltanto ai solito gruppi di ammiratori di estrema sinistra di Mao o Stalin, ma anche alla presenza di palestinesi e di altri che chiedevano di boicottare Israele. In quanto a me, anche se  la mia giovanile ammirazione per Stalin o per Mao è da tempo estinta e se certamente non amo tutte le strategie e le tattiche sostenute qui da alcuni, sono ancora pronto a camminare nella stessa manifestazione con chiunque si opponga allo sfruttamento e all’Uno per cento che ama la guerra.

Dopo la visita al sito del monumento commemorativo, stanchi per la lunga camminata, le mie speranze sono state di nuovo riaccese e il mio cuore commosso da un meraviglioso raduno della Sinistra in bell’auditorium che una volta era stato una meravigliosa sala cinematografica. Ci sono state molte canzoni suonate e/o cantate da: una bella chitarrista andalusa, una meravigliosa band turca (ho pensato: finalmente il partito della Sinistra sta mettendo insieme le culture progressiste tedesca e turca) e da  Esther Bejrano, di 91 anni, che è sopravvissuta ad Auschwitz come suonatrice di fisarmonica nell’orchestra delle ragazze, ha vissuto molti anni a Israele e si è trasferita ad Amburgo nel 1960 dove è diventata cantante e attivista. In anni recenti è stata  convinta a unirsi a un gruppo di giovani musicisti rap nel tentativo di offrire canzoni progressiste in  tedesco, yiddish ed ebraico, in una nuova maniera

mista che ha avuto successo con spettatori vecchi e giovani.

Ne abbiamo ascoltate tre – con lunghe standing ovation per la straordinaria voce, il vigore e la musicalità di Esther. Ha poi parlato con eloquenza della sua lotta  di tutta una vita  contro i nazisti, vecchi e nuovi e contro coloro che non hanno imparato nulla dal passato e che fanno ancora la guerra!

Ci sono stati anche molti discorsi brevi, informativi, efficaci fatti da leader ospiti che venivano dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia riguardo alle atrocità di Erdogan, e da un membro ebreo della Knesset che sostiene uguali diritti per i palestinesi. E’ stato un evento realmente internazionale.

Soprattutto importanti sono stati i discorsi dei massimi capi della Sinistra. Hanno parlato entrambi i copresidenti: l’uomo dell’unione tedesca occidentale e la donna di Dresda, nella Germania orientale,  e anche l’uomo e la donna che presiedono il caucus della Sinistra  al Parlamento, cioè Sahra Wagenknecht  e Dietmar Brtasch. Le vecchie polemiche sono state dimenticate; entrambi erano  amichevolmente  d’accordo, quasi insieme sul palco e nei loro discorsi, negli entusiasti appelli per un programma di lotta. Nel discorso finale, Oskar Lafontaine, una volta leader nazionale del partito (ora anche marito di Sahra) ha fatto un discorso così entusiasmante  che non si era sentito da lungo tempo: per  un’azione contro il coinvolgimento militare della Germania in Afghanistan, in  Mali o in qualsiasi altro luogo, e contro le spedizioni di armamenti del valore di miliardi, a oppressori  guerrafondai come l’Arabia Saudita, il Qatar o la Turchia;   entrambe queste azioni danno un forte odore di ipocrisia ai prolissi discorsi di benvenuto  della Merkel ai rifugiati, dato che la Germania si unisce a Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna per sostenere questi  colpevoli  e nello stesso tempo per far peggiorare la povertà nel sud globale con esportazioni di merci a basso prezzo, soffocando l’agricoltura e l’industria locale e costringendo le persone a emigrare. La Sinistra combatterà contro le  politiche e l’ipocrisia di questo genere, chiedendo risorse per l’integrazione dei rifugiati, ma anche opponendosi agli attacchi contro i lavoratori qui, come le tasse più alte per l’assistenza sanitaria, il costo degli affitti che aumentano rapidamente e i posti di lavoro a tempo indeterminato che sono sempre di meno. La Sinistra si unirà ai progressisti in tutta Europa per combattere le politiche di “austerità” dettate dai politici e dalle banche alla Grecia e ad altri paesi. E non dimenticherà il suo scopo finale – sostituire un sistema che deve sempre produrre povertà e guerra. Ci sono state molte parole  e canzoni coraggiose;  resta da vedere quanto appropriatamente verranno trasformate in azione, non soltanto nei discorsi in parlamento, ma nelle strade, nelle fabbriche, nelle università e negli uffici. Solo quando questo programma arriverà a circoli più ampi, potrà  rinfrancare  i disillusi, riempire un vuoto politico in cui gli estremisti di destra hanno guadagnato terreno in modo tanto allarmante. Molti, penso, sono usciti nella notte gelata, scivolosa, con una nuova speranza.

 


Victor Grossman, giornalista e scrittore americano, risiede  a Berlino  da molti anni. E’ autore Crossing the River: A Memoir of the American Left, the Cold War, and Life in East Germany, [Memoriale della sinistra americana, della Guerra Fredda e della vita nella Germania Est] (University of Massachusetts Press, 2003).

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/icy-times-and-rays-of-hope/


Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2016/01/14/la-verita-sconvolgente-su-colonia-fu-stupro-islamico-di-gruppo/

14.01.2016

 

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