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Nov 13, 2016

 

Marine Le Pen afferma la necessità di cooperare con la Russia per rafforzare l’Europa

di L.Lago

 

Marine Le Pen sconfessa con le sue ultime dichiarazioni la politica antirussa di Bruxelles e le provocazioni fatte dalla NATO con la concentrazione di truppe e mezzi alle frontiere russe.

 

L’Europa, se noi vogliamo diventare più forti, ha bisogno di negoziare con la Russia. Lo ha detto il leader del partito di opposizione francese “Fronte Nazionale” Marine Le Pen.

“La Russia è un paese europeo e noi dobbiamo negoziare con la Russia, se vogliamo un’Europa forte”, – ha detto il politico in un’intervista a BBC News.

 

Le Pen ha anche elogiato la politica economica di “protezionismo intenzionale” attuata dal presidente russo Vladimir Putin, notando che lui “difende gli interessi del suo paese e la sua identità”.

In precedenza, Le Pen ha promesso, se lei vincerà le elezioni presidenziali, si ripromette di  riconoscere la  Crimea come la parte della Federazione Russa.  Anche questa dichiarazione è nettamente in contrasto con le posizioni prese da Bruxelles dalla rappresentante della UE, Federica Mogherini che ha sempre ripetuto le stessa posizione intransigente di Washington circa la questione della Crimea.

Da notare che oggi  la Francia ricorda le vittime di una serie di attacchi terroristici avvenutio a Parigi e nel suo sobborgo di Saint-Denis. Un anno fa, 130 persone sono morte negli attacchi di estremisti islamisti e più di 350 sono rimaste ferite.

La Le Pen da tempo sostiene la stretta connessione tra immigrazione islamica e terrorismo e auspica che si ponga  fine all’immigrazione incontrollata, ritenendo che la Repubblica francese sia esposta all’attacco degli islamisti anche per causa delle politiche sbagliate condotte sul problema dell’immigrazione.

In riferimento al  problema di prevenire  il jihadismo “domestico”, Marine Le Pen propone da tempo la linea dura: tolleranza zero sugli attacchi alla laicita’, obbligo di predicazione in francese nelle moschee, ritiro del passaporto per i jihadisti che combattono con organizzazioni terroristiche all’estero.

La leader del Front National  ha da tempo auspicato il crollo dell’Unione Europea, ha parlato di necessità per la Francia di riprendersi la sua sovranità ed ha promesso di voler  nazionalizzare le banche.

Per quanto attiene alla politica estera  la Le Pen attribuisce agli Stati Uniti la responsabilita’ di politiche pericolose e considera la Russia un alleato migliore.    L’obiettivo della Le Pen , inoltre, e’ una radicale svolta nella politica estera francese, col ripristino dei rapporti col regime siriano di Bashar al-Assad e la revisione delle relazioni col Qatar , l’Arabia Saudita e la Turchia, paesi accusati di essere mandanti del terrorismo.

A suo parere gli Stati Uniti sono “la potenza piu’ screditata” nel Medio Oriente e non possono essere visti come un partner nella lotta globale contro il jihadismo; l’Isis, invece, potrebbe essere sconfitto col coinvolgimento della Russia.

Nelle elezioni USA ha appoggiato il candidato Trump e osteggiato la Clinton, definendola una “guerrafondaia e globalista”.

E’ il momento del Fronte”, dichiara la leader politica, 47 anni, che, a un anno di distanza dagli attentati terroristici di Parigi , viene data tra i possibili vincitori delle presidenziali del 2017; i sondaggi attribuiscono al suo partito oltre il 34 per cento dei voti , piu’ dell’Ump e dei socialisti.

La crescente popolarita’ di un movimento confinato per decenni nella frangia dell’estrema destra ha suscitato allarme in tutto lo spettro politico nazionale; il presidente Hollande ha definito l’ascesa dell’Fn “un fallimento collettivo” ma finge di non sapere che il suo consenso è praticamente inesistente fra i francesi.

Il successo del FN invece e’ da attribuire agli sforzi della leader, in carica dal 2011, di allargare la base elettorale, perfino rubando argomenti alla sinistra, ma anche al malessere economico che affligge il paese.

Per Marine Le Pen l’unica soluzione e’ lasciare l’euro: “Ci e’ stato detto che sarebbe catastrofico”, afferma, ma in realta’ ci sarebbero solo “molti problemi pratici”: una moneta piu’ debole darebbe una spinta alle esportazioni e il debito pubblico sarebbe convertito in franchi e resterebbe invariato; i benefici sarebbero maggiori anche se gli investitori chiedessero tassi di interesse piu’ alti.

La maggior parte della classe politica socialista e della destra “pro euro” considera il Fronte un partito xenofobo, ma questa critica non fa più presa sugli elettori, e i risultati delle urne lo confermano, basti pensare al clamoroso successo avuto sia alle elezioni europee, dove il Front National ha battuto tutti, sia alle elezioni regionali dove è stato il partito più votato.

Inoltre il vento sta cambiando come dimostrato dal Brexit in Gran Bretagna e dalle elezioni presidenziali negli USA.

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