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giovedì 25 agosto 2016

 

I jihadisti ringraziano l’ottusità francese

di Fabio Della Pergola

 

Quando i furbi governano, i risultati si vedono.

 

L’intervento di quattro (quattro!) poliziotti armati (armati!) sulla spiaggia libera (libera!) di Nizza si è reso necessario (necessario?!) per imporre ad una donna musulmana di mezza età, sola e sdraiata sui ciottoli a prendere il sole, di togliersi burkini e velo, in ottemperanza all’ordinanza del sindaco che vieta sulla spiaggia (libera!) abbigliamenti “non rispettosi del buon costume e della laicità”.

L’azione, portata a buon fine con totale sprezzo del pericolo da parte della locale polizia municipale (quella stessa che non ha evitato il drammatico slalom del camion assassino sulla Promenade des Anglais), ha dato i risultati sperati: la donna ha fatto vedere che sotto aveva un normale costume da bagno, regolarmente laico, e ha poi deciso di andarsene a casa, probabilmente sconcertata da tanta stupidità umana.

Dicono le cronache che alcuni bagnanti lì presenti hanno applaudito l’intervento gridando all’indirizzo della signora “la Francia è un paese cattolico, se ne torni a casa sua!”. Contravvenendo, forse inavvertitamente, alla dichiarata laicità delle spiagge francesi.

Commenti entusiasti per le rigide regole d'oltralpe anche nei giornali di destra italiani: “Benissimo. I nostri usi e costumi sono questi - scrive Miki59 su il Giornale - Se vogliono vivere in occidente devono vivere all'occidentale”. Emblematico che l’immagine simbolo scelta dal prode Miki sia la bandiera sabauda. Non si è ancora reso conto che l’Italia non è più una monarchica e che “i nostri usi e costumi “ sono quelli repubblicani. Che prevedono la libertà individuale di vestirsi come ci pare.

Più pragmaticamente, e con un bel po’ di normale intelligenza in più, un esperto di terrorismo, il saggista David Thomson, autore di un libro sull’estremismo islamico, “Les Français jihadistes”, commentando il fatto ha twittato: “le foto di Nizza alimenteranno la propaganda jihadista per anni”.

 

 

E in un’intervista ha aggiunto: “I simpatizzanti jihadisti sembrano sorpresi che la polizia municipale di Nizza faccia il lavoro di propaganda al posto loro. Per loro è una manna. La narrativa jihadista afferma da anni che è impossibile per i musulmani vivere dignitosamente in Francia”.

Grazie al sindaco nizzardo duro-e-puro, ai suoi (forse perplessi) dipendenti in divisa e ai solerti partigiani della nuova Vandea transalpina, abbiamo (tutti noi) realizzato un doppio, fantastico obiettivo:

#1 - una donna di mezza età ha mostrato in pubblico di avere regolamentari chiappe chiare sotto all’inaccettabile tunica che la copriva

#2 - la propaganda terrorista (questa sì che ci interessa perché sanguinaria e pericolosa) si alimenterà per anni.

La ridicola questione del burkini non è quindi un semplice fatto di gossip estivo, ma presenta evidenti ricadute politiche di ampio respiro.

E se i jihadisti ringraziano, a noi non resta che stramaledire l'ottusità francese.

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