http://znetitaly.altervista.org/

18 maggio 2016

 

Nuit Debout: Costruendo un movimento aperto nelle piazze Francesi

Traduzione di Francesco D’Alessandro

 

Paolo Gerbaudo intervista l’attivista di Nuit Debout, Baki Youssoufou, riguardo alla forza trainante della mobilitazione sociale e l’inclusivita’ del movimento

 

D- Qual’e’ la forza trainante davanti al questo movimento? E’ la Loi Travail or qualcos’altro piu’ grande di questa?

Io credo che la Loi Travail sia la causa che ha fatto associare la gente in questo movimento.Ma, in un certo senso e’ stata solo il pretesto iniziale perche’ la mobilitazione si mettesse in moto. Molta gente si associa perche’ pensa che in Francia ci sia un problema di democrazia.

Ci sono due ragioni per questa sensazione. Primo, la proposta di legge di el-Khormi mostra che non esiste nessuna differenza tra i partiti di destra e quelli di sinistra. La legge e’ stata fatta dal Partito Socialista ma e’ essenzialmente una legge di destra. Secondo, la gente ha capito che le leggi sulla sicurezza , che sono state introdotte immediatamente dopo l’attacco terrorista del 13 Novembre, stanno mettendo in pericolo le liberta’ civili. Il governo ha usato gli attacchi terroristici come scusa per limitare le nostre liberta’.

 

D- Nuit Debout sembra molto simile al movimento delle piazze del 2011. Sembra pero’ che ci siano delle differenze nelle tattiche usate. Per esempio, invece di un accampamento fisso la gene monta le tende ogni giorno e le smonta di nuovo ogni sera. Perche’ lo fanno?

R- Nuit Debout non e’ un’occupazione perche’ noi crediano che i movimenti del 2011 sono stati sconfitti proprio perche’ erano delle occupazioni. Il problema e’ che quando si occupa uno spazio, l’esercito e la polizia possono arrivare da un momento all’altro e sfrattare tutti dalla piazza. Quando iniziammo questo movimento noi dicemmo che non avremmo iniziato un’occupazione. Noi non stiamo occupando uno spazio, ci stiamo, usiamo lo spazio per avere una conversazione. Non innalziamo strutture fisiche, non alziamo barriere.

 

D- Come ha reagito la polizia fino a ora?

R- Non sa esattamente cosa fare perche’ quando vengono per disperdere la folla, la gente li fa fare. Perche’ allora, appena se ne sono andati, noi possiamo tranquillamente ritornare. Noi organizzaziamo le nostre comunicazioni e i media sociali per dire alla gente che ci stiamo concentrando di nuovo per un’assemblea. Non abbiamo bisogno di un posto fisso epr questo.

 

D- Puoi descrivere le diverse anime del movimento? Che rappresentanza ha la fazione di sinistra  Convergences des Luttes e il suo leader intellettuale Frederic Lordon?

R- Convergences des Luttes rappresenta solo una parte del movimento. Questa gente pensa che i sindacati sono sempre la maggior forza capace di cambiare la societa’, e lavorano entro il partito politico della sinistra, il Front de Gauche. Molta gente nelle piazze non e’ d’accordo con questa visione. Noi non ci fidiamo di nessun partio e nessun sindacato perche’ pensiamo che anche loro sono responsabili della situazione attuale.

Perdippiu’ c’e’ una differenza nella strategia. Convergences des Luttes vuole unire la gente che sta’ gia’ lottando. Noi siamo piu’ inclusivi di questo modo di vedere tradizionale della sinistra. Noi vogliamo anche aprire le porte alle persone che non sono ancora in lotta ma che sono pronte a mobilitarsi su certe questioni e anche a coloro che non conoscono ancora questi problemi. Vogliamo aprire le porte a chiunque fintanto che aderiscono ai principi chiave: no al razzismo, al sessismo, no all’omofobia, no all’antisemitismo.

 

D- Come si differenzia questo movimento da altri movimenti precedenti in Francia?

R- Questo movimento e’ piu’ aperto. Stiamo prendendoci il tempo per guardarci l’un l’altro, di prenderci cura di ognuno, di essere inclusivi, di discutere di piu’- perche’ non tutti hanno lo stesso background. Dobbiamo anche provare a ricostruire il nostro linguaggio e le nostre pratiche e rendere le nostre idee piu’ contemporanee.

Per esempio, io sono anarchico, ma so’ che non puo’ essere il vecchio anarchismo. Abbiamo bisogno di adattare le nostre idee e azioni al presente. Dobbiamo riadattare il nostro modo di fare le cose ai media sociali come Facebook e Twitter. Poi, il movimento e’ non-violento e non vuole violare la legge, ma vuole usarla per disobbedire. Questa e’ una cosa nuova, e paradossale, ma anche molto potente.

 

D- Alcuni hanno criticato il movimento per non essere sufficientemente inclusivo. E’ vero?

R- Credo che questo sia ancora un problema per il movimento che riflette i problemi piu’ generali della societa’ Francese e il fatto che si sono persone che vengono discriminate. Questo movimento e’ certamente piu’ diverso di molti altri movimenti della sinistra, o dall’occupazione della Bastiglia nel 2011, dove il 90 percento della gente veniva dai movimenti sociali e dalla sinistra.

Noi dobiamo essere piu’ inclusivi rispetto alle diverse comunita’ etniche e alla gente che vive nelle periferie. Il movimento oggi non sta’ ancora allungando la sua mano verso questa gente perche’ i soggetti stessi non sono realmente rappresentativi del movimento stesso. Dbbiamo fare uno sforzo molto maggiore per far questo.

 

Paolo Gerbaudo sociologo che lavora al King’s College di Londra, dove ricopre la carica di Direttore del Centro della Cultura Digitale e fa ricerca sui movimenti sociali e le politiche digitali. 


Da Z Net Italy- Lo Spirito Della Resistenza e’ Vivo

www.znetitaly.org

Http;//roarmag.org/essays/nuit-debout-interview-baki-youssouf/

top